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La madre di Anna: “Mia figlia era contenta di quella casa nuova”

“I nostri angeli. I nostri quattro angeli” E un lamento disperato e continuato quello che per tutto il giorno riecheggia in via Trepiccioni, nel quartiere ottocentesco di Vieste, dove, al civico 5 abita Micaela Monaco, di 68 anni. La signora Monaco – una vita trascorsa in Belgio madre di sette figli e vedova da sei anni – piange la figlia Anna Russo di 44 anni e le sue quattro nipotine Rosa, Chiara, Micaela e Giusy, rispettivamente di 14,10 e 5 anni, tutte rimaste uccise nel crollo della palazzina di tre piani cui a L’Aquila vivevano da non più di un mese e mezzo.
 «E pensare che sono salva per miracolo – racconta la signora Micaela alla Gazzetta -. Mia figlia Anna, che a L’Aquila si era trasferita da circa tre anni, un mese fa mi aveva chiesto di  raggiungerla. Voleva farmi vedere la sua nuova casa. Era contenta. Perché, finalmente dopo tanta fatica, si era sistemata. Era contenta anche perché il rapporto con Antonio (il marito dal quale s era separata – ndr) si era rasserenato. Lui ormai andava spesso a trovare le figlie. Sì, era finalmente serena». La signora Micaele, rigorosamente vestita di nero ogni tanto si ferma. Ma poi ricomincia a parlare Aiutata anche dalla presenza di tanti vicini di casa delle sue sorelle, Rosaria e Rosanna. «Noi- dice con il tono di chi quasi vorrebbe giustificarsi – non abbiamo notizie di prima mano. Ad informarci è Michele (un dei fratelli di Antonio Germinelli, il marito separato di Anna Russo – ndr). E lui che si tiene in contatto con Antonio e gli altri fratelli che sono andati a L’Aquila La conferma della morte di mia figlia e delle mie nipoti ce l’ha data lui. Qui finora non è venuto nessuno, né i Carabinieri né i funzionari del Comune». Una circostanza, quest’ultima, dettata da tanti fattori contingenti, a cominciare dal fatto che, come riferiamo, sono ancora in corso le ricerche del corpo della più grande delle quattro figlie di Anna Russo e Antonio Germinelli. Al momento, infatti, è davvero prematuro dire quando si svolgeranno i funerali. Di sicuro, non lo sa don Tonino Baldi, parroco della chiesa del Santissimo Sacramento, che abita a pochi passi dalla casa della signora Micaela Monaco e che ha seguito gli sviluppi di questa tragica vicenda sin dall’inizio («Per quel che mi riguarda, posso solo dire che io sono pronto»).
E ancora meno sanno nella sede del Municipio di Vieste, dove sino a ieri pomeriggio nessuno era in grado di confermare ufficialmente alcunché. «Noi finora – dice alla Gazzetta la dottoressa Ersilia Nobile, sindaco della cittadina garganica – non abbiamo avuto nessuna comunicazione ufficiale». Ed è per questo
motivo che a Vieste, nonostante gli, echi della tragedia siano giunti sin dall’altra sera, non è stato proclamato il lutto cittadino. «Ovviamente, è mia intenzione fare tutto ciò che è necessario – fa sapere Ersilia Nobile -. E per quel che vale, posso dare sin d’ora la disponibilità dell’amministrazione a farsi carico delle spese dei funerali». Funerali che, con tutta probabilità, saranno organizzati di comune accordo con le autorità dello Stato e che a L’Aquila stanno coordinando le operazioni di il soccorso. Funerali ai quali potrebbero partecipare i sei fratelli (tre maschi e tre femmine) di Anna Russo, che in queste ore si stanno mettendo in viaggio dal Belgio, dove, come si diceva, sino a sei anni fa viveva anche la signora Micaela Monaco. «Spero che vengano tutti. Voglio riabbracciare quel che rimane della mia famiglia. Ora mi sono rimasti sei figli, quattordici nipoti e tre pronipoti. Voglio riabbracciarli. Anche se ora non posso far altro che
pensare a mia figlia e ai miei nipoti che non ci sono più. I nostri angeli. I nostri quattro angeli».

 

Stefano Boccardi

La Gazzetta del Mezzogiorno