Trovare il titolo giusto per questo articolo è stato veramente difficile vista l’ampia scelta:
- I fuochi d’artificio più rumorosi di sempre
- Quel pasticciaccio brutto dei fuochi d’artificio
- I fake d’artificio
- Uno più uno non sempre fa due
Potremmo continuare all’infinito, lasciamo ai lettori la scelta di quello che più gradisce.
Da qualche giorno Vieste e i viestani sono saliti agli onori delle cronache, purtroppo, per un VERO fatto di cronaca e per un FALSO gesto di reazione. La rocambolesca evasione del noto pregiudicato Marco Raduano dal supercarcere di Nuoro, la prima nella storia delle case circondariali di quella catatura, ha ricordato ai più i fumetti che leggevamo da bambini (manca solo la lima nella torta).
A distanza di poche ore, a Vieste una concittadina stava festeggiando il suo quarantesimo compleanno in un noto ristorante sul porto, con tanto di scoppio dei fuochi d’artificio, pratica ormai diffusa ovunque in occasione di ogni tipo di festa, compresi i matrimoni e le serenate della notte precedente.
Per certa stampa, per certi giornalisti più attenti ai gossip che ai fatti di cronaca, la coincidenza dei due accadimenti è diventata la ghiotta occasione per creare di sana pianta una storia di manifestazione di giubilo per la libertà ritrovata.
Niente di più falso.
Niente di più offensivo nei riguardi di cittadini che si sono visti attribuire il marchio di mafiosi dalla stampa di tutta Italia, a partire dalla principale agenzia di informazioni la cui attendibilità dei suoi corrispondenti è da ieri sotto gli occhi di tutti. Quei cittadini che hanno pubblicamente reso un plauso ai componenti della locale associazione antiracket che, con coraggio e senza nascondersi nell’anonimato, hanno puntato il dito contro i responsabili di atti criminosi, mandandoli dietro le sbarre.
Bene ha fatto il sindaco Giuseppe Nobiletti a diramare una nota in cui chiariva come sono realmente andati i fatti. “Con grande sconcerto leggo testate nazionali alludere a festeggiamenti per l’evasione di Marco Raduano avvenuta ieri dal carcere di Badu’ e Carros a Nuoro in Sardegna. Nulla di più assurdo. I fuochi di artificio in questione riguardavano la festa di compleanno di una 40enne presso un noto locale nella zona portuale. La nostra città intera ha accolto la notizia dell’evasione con grande tristezza e preoccupazione. Siamo fiduciosi però che le forze dell’ordine al più presto assicureranno l’evaso nuovamente e definitivamente alla giustizia”.
Molto bene hanno fatto la festeggiata e i suoi invitati a dimostrare la realtà degli avvenimenti, pubblicando sui social video e foto della festa.
Benissimo hanno fatto le redazioni del tg3 nazionale e regionale che hanno rettificato la falsa notizia e hanno intervistato Nicola Rosiello, presidente dell’associazione antiracket viestana e il sindaco che hanno detto che “i fuochi saranno sparati appena sarà di nuovo assicurato alle patrie galere”.
Pessimo invece è il comportamento di quei giornalisti, soprattutto quelli del capoluogo foggiano, che continuano a difendere il proprio clamoroso sbaglio facendo riferimento a “certe ed autorevoli fonti” tutte da scoprire.
Purtroppo non è la prima volta che Vieste finisce sotto l’occhio distratto di certa stampa: sono ancora freschi i ricordi delle polemiche sul “disboscamento delle palme” in occasione del concerto di Max Gazzè (che stanno ancora lì a distanza di diversi anni) o della fantomatica chiusura per Covid di un villaggio turistico, in realtà avvenuta a diverse decine di chilometri di distanza, in altro territorio comunale.
In conclusione ci sovviene un dubbio: se l’evasione fosse avvenuta in concomitanza della festa patronale, quei giornalisti avrebbero scritto che, per ringraziare, il popolo viestano aveva addirittura portato la Madonna in processione?