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MAFIE/ A FOGGIA IL PRIMO DOTTORATO, E’ CAPOFILA IL DIPARTIMENTO DI GIURISPRUDENZA DIRETTO DA CURTOTTI

Le mafie sono trasversali e soprattutto operano su scala regionale europea. Ciascuna con il suo peso. Basti pensare che la ‘ndrangheta è l’organizzazione più pericolosa ed attenzionata in 22 Paesi europei ed in sette extraeuropei e che Cosa Nostra resta al vertice del crimine organizzato negli Stati Uniti come accertato ormai da alcuni anni dopo l’insediamento della commissione speciale per la lotta alla mafia siciliana insediata negli Usa e voluta dall’ex presidente Obama. È evidente, quindi, che occorre che accanto all’opera di magistrature e forze dell’ordine ci siano anche elementi scientifici in grado di studiare ancora meglio i fenomeni.

Per questo motivo oggi a Foggia presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Foggia sarà dato il via al primo dottorato europeo sulla criminalità organizzata, di cui è capofila proprio il Dipartimento di Giurisprudenza dell’ateneo foggiano diretto dalla prof.ssa Donatella Curtotti. Alla base di questo ambizioso progetto scientifico c’è il network giuridico A.R.E.S. (acronimo di Antimafia Research European System), sulle cui conoscenze e sulle cui esperienze poggerà, per l’appunto, la struttura metodologica indispensabile per l’istituzione di questo inedito corso di dottorato europeo sulla sicurezza e sulla criminalità organizzata.

Nel dottorato saranno coinvolte le Università di Tirana (Albania), quella di Vigo (Spagna), quindi l’Università del Lussemburgo, poi quella di Prizren (Kosovo) e anche l’Università di una delle città più martoriate dalla drammatica guerra in corso in Europa, ovvero Kharkiv (Ucraina).

«Abbiamo messo in rete alcuni degli atenei dei Paesi che si trovano lungo la rotta dei traffici illeciti – commenta la prof.ssa Donatella Curtotti –, così possiamo concentrare e ottimizzare le esperienze, formando al meglio i giuristi europei del futuro. La mafia va combattuta con strumenti giuridici omogenei e interconnessi. Occorre una “cultura europea” della lotta al crimine organizzato».

Il dottorato coinvolgerà in maniera attiva e diretta anche gli studenti provenienti dagli atenei partner dell’Università di Foggia, giacché sarà di natura internazionale e soprattutto di spirito itinerante, permettendo ai vari dottorandi (durante i tre anni delle ricerche scientifiche che saranno condotte) di conoscere altre realtà giuridiche e criminali.

«L’impero della criminalità organizzata ha notoriamente raggiunto dimensioni internazionali, anzi planetarie. I gruppi criminali più pericolosi sono presenti in tutti gli Stati sia d’Oriente che d’Occidente, e naturalmente anche dell’Unione Europea – aggiunge la prof.ssa Curtotti –. Nel maggio 2021 l’Unione Europea ha adottato, tra le altre priorità in materia di lotta alla criminalità organizzata e alle forme di illegalità, un piano pluriennale (Horizon Europe, 2022 – 2025; ndr) da inserire nell’ambito di una piattaforma multidisciplinare europea di contrasto a tutte le forme di criminalità. È in questo contesto che si innesta la nostra iniziativa progettuale, il cui obiettivo finale (funzionale alla partecipazione alla call Horizon Europe; ndr) è proprio la creazione del primo network dottorale, interdisciplinare e transnazionale, con lo scopo di migliorare e intensificare le conoscenze necessarie per la prevenzione e il contrasto alla criminalità organizzata e, soprattutto, delle sue più pericolose infiltrazioni nel settore economico».

Stati membri, agenzie e organi investigativi, apparati di prevenzione del crimine e altri attori istituzionali dell’Unione Europea collaboreranno a questo obiettivo per reprimere la sempre più minacciosa criminalità organizzata internazionale (oggi esplicitata, per esempio, anche attraverso il mercato clandestino di profughi ed esuli dai propri Paesi di origine), avvalendosi di strumenti come attività di formazione per le forze dell’ordine e azioni operative congiunte volte a smantellare le reti criminali, le loro strutture e i loro modelli economici. L’allestimento di una strategia di contrasto esige, però, la formazione di un base culturale che avvicini e ponga sullo stesso piano l’approccio (al problema) di ciascuno Stato membro.

gazzettamezzogiorno

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Le mafie sono trasversali e soprattutto operano su scala regionale europea. Ciascuna con il suo peso. Basti pensare che la ‘ndrangheta è l’organizzazione più pericolosa ed attenzionata in 22 Paesi europei ed in sette extraeuropei e che Cosa Nostra resta al vertice del crimine organizzato negli Stati Uniti come accertato ormai da alcuni anni dopo l’insediamento della commissione speciale per la lotta alla mafia siciliana insediata negli Usa e voluta dall’ex presidente Obama. È evidente, quindi, che occorre che accanto all’opera di magistrature e forze dell’ordine ci siano anche elementi scientifici in grado di studiare ancora meglio i fenomeni.

Per questo motivo oggi a Foggia presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Foggia sarà dato il via al primo dottorato europeo sulla criminalità organizzata, di cui è capofila proprio il Dipartimento di Giurisprudenza dell’ateneo foggiano diretto dalla prof.ssa Donatella Curtotti. Alla base di questo ambizioso progetto scientifico c’è il network giuridico A.R.E.S. (acronimo di Antimafia Research European System), sulle cui conoscenze e sulle cui esperienze poggerà, per l’appunto, la struttura metodologica indispensabile per l’istituzione di questo inedito corso di dottorato europeo sulla sicurezza e sulla criminalità organizzata.

Nel dottorato saranno coinvolte le Università di Tirana (Albania), quella di Vigo (Spagna), quindi l’Università del Lussemburgo, poi quella di Prizren (Kosovo) e anche l’Università di una delle città più martoriate dalla drammatica guerra in corso in Europa, ovvero Kharkiv (Ucraina).

«Abbiamo messo in rete alcuni degli atenei dei Paesi che si trovano lungo la rotta dei traffici illeciti – commenta la prof.ssa Donatella Curtotti –, così possiamo concentrare e ottimizzare le esperienze, formando al meglio i giuristi europei del futuro. La mafia va combattuta con strumenti giuridici omogenei e interconnessi. Occorre una “cultura europea” della lotta al crimine organizzato».

Il dottorato coinvolgerà in maniera attiva e diretta anche gli studenti provenienti dagli atenei partner dell’Università di Foggia, giacché sarà di natura internazionale e soprattutto di spirito itinerante, permettendo ai vari dottorandi (durante i tre anni delle ricerche scientifiche che saranno condotte) di conoscere altre realtà giuridiche e criminali.

«L’impero della criminalità organizzata ha notoriamente raggiunto dimensioni internazionali, anzi planetarie. I gruppi criminali più pericolosi sono presenti in tutti gli Stati sia d’Oriente che d’Occidente, e naturalmente anche dell’Unione Europea – aggiunge la prof.ssa Curtotti –. Nel maggio 2021 l’Unione Europea ha adottato, tra le altre priorità in materia di lotta alla criminalità organizzata e alle forme di illegalità, un piano pluriennale (Horizon Europe, 2022 – 2025; ndr) da inserire nell’ambito di una piattaforma multidisciplinare europea di contrasto a tutte le forme di criminalità. È in questo contesto che si innesta la nostra iniziativa progettuale, il cui obiettivo finale (funzionale alla partecipazione alla call Horizon Europe; ndr) è proprio la creazione del primo network dottorale, interdisciplinare e transnazionale, con lo scopo di migliorare e intensificare le conoscenze necessarie per la prevenzione e il contrasto alla criminalità organizzata e, soprattutto, delle sue più pericolose infiltrazioni nel settore economico».

Stati membri, agenzie e organi investigativi, apparati di prevenzione del crimine e altri attori istituzionali dell’Unione Europea collaboreranno a questo obiettivo per reprimere la sempre più minacciosa criminalità organizzata internazionale (oggi esplicitata, per esempio, anche attraverso il mercato clandestino di profughi ed esuli dai propri Paesi di origine), avvalendosi di strumenti come attività di formazione per le forze dell’ordine e azioni operative congiunte volte a smantellare le reti criminali, le loro strutture e i loro modelli economici. L’allestimento di una strategia di contrasto esige, però, la formazione di un base culturale che avvicini e ponga sullo stesso piano l’approccio (al problema) di ciascuno Stato membro.

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