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Il segreto dei dinosauri passa dal Gargano

Di sicuro dominavano l’area del promontorio, allora molto diversa da oggi. Di certo sono scomparsi, estinti per la stessa ragione, ancora misteriosa, che ha cancellato l’intera gigantesca specie dei padroni del pianeta. Sì, ma dove sono finiti i fossili degli enormi rettili che passeggiavano tra le probabili paludi garganiche a1meno 30 milioni di anni fa? L’enorme peso dei mastodonti ha impresso grandi impronte sui sedimenti di origine marina e lacustre, che sono rimaste però l’unica traccia lasciata da questi colossali animali giurassici, carnivori ed erbivori.
Ormai solidificati col trascorrere dei millenni, quei substrati trattengono per sempre le decine di orme rinvenute dalle equipe geologiche inviate in provincia di Foggia dal dipartimento universitario di Ferrara. Gli esami hanno consentito di datare le rocce facendole risalire al Cretaceo inferiore, quindi le tracce sarebbero state impresse da dinosauri attivi in epoche molto precedenti rispetto ai loro pari, quelli di Altamura. I tanto celebrati dinosauri dell’Alta Murgia
sarebbero quindi ben più giovani, all’incirca di almeno 50 milioni di anni.
Dal momento che il territorio garganico ha avuto in un passato remoto tale popolazione e di tanta stazza, non sarebbe azzardato di proporre la montagna dauna come sede delle ulteriori verifiche del darwinismo, della evoluzione delle specie. Il Gargano potrebbe diventare le Galapagos italiane, l’arcipelago ecuadoregno sede degli studi di Charles Darwin, il naturalista inglese che ha elaborato la toria evoluzionistica. Nel 1832, appena laureato a Cambridge, il ventiduenne Darwin (1809-1882) infranse le tradizioni familiari che lo volevano medico o religioso. I dati sono tratti dal romanzo che Irving Stone gli dedicò negli anni Ottanta e che torna nelle edizioni Corbaccio ("L’origine", 832 pag. 26,60 euro). Charles vinse il concorso come naturalista sul Beagle, il veliero della Marina inglese in procinto di compiere un lungo viaggio intorno al mondo, impegnato in ricerche scientifiche. Dalle Canarie al Brasile, dalla Terra del Fuoco fino all’Australia, passando da Capo Verde, le isole Falkland e soprattutto la Galápagos, si dedicò a raccogliere e riordinare materiale di natura biologica e geologica. Tornò cinque anni dopo carico di piante e animali ancora sconosciuti, con i quaderni pieni di appunti per la sua opera più importante, "L’origine delle specie", pubblicata nel 1859, e destinata a scuotere le fondamenta del sapere. Tuttora è contestata, infatti, dalle autorità religiose. Irving Stone ripercorre tutte le tappe di questo affascinante itinerario, geografico e spirituale al tempo stesso, in un’attenta biografia che diventa un romanzo appassionante.