Con l’incarico al perito fonico di trascrivere 30 intercettazioni telefoniche e ambientali e l’ammissione dei 58 testimoni di Dda e difensori, è entrato nel vivo ieri mattina in corte d’assise il processo a Gianluigi Troiano, trentenne viestano e Angelo Bonsanto, 33 anni di Lesina, accusati di concorso nell’omicidio aggravato da mafiosità, premeditazione e motivi abietti di Omar Trotta, ucciso a 31 anni il primo pomeriggio del 27 luglio 2017 nel suo ristorante “L’antica bruschettà”. Agguato collegato alla guerra di mafia viestana tra il clan Raduano e i rivali del gruppo Perna-Iannoli che dal gennaio 2015 all’estate 2022 ha contato morti, 1 lupara bianca, 6 tentativi di omicidio.
Il processo è una tranche dell’inchiesta “Omnia nostra” (32 arresti dei carabinieri il 7 dicembre 2021) sul clan Lombardi/Ricucci/La Torre (ex gruppo Romito) e sugli alleati della batteria Raduano coinvolti nella guerra con i nemici del gruppo Libergolis. L’inchiesta “Omnia nostra” annovera 45 imputati per 57 imputazioni (mafia, 2 omicidi, 1 tentato omicidio, estorsioni, droga, armi e altri reati) e si è divisa in tre tronconi: giudizio abbreviato davanti al gup per19 imputati; processo in corte d’assise per Bonsanto e Troiano; e processo in Tribunale a Foggia per altri 24 garganici. Bonsanto e Troiano sono a piede libero per l’accusa di omicidio, ma il primo è detenuto per alte vicende e il secondo è latitante dall’ll dicembre 2021 quando evase dagli arresti domiciliari a Campomarino dove scontava 9 anni e 2 mesi per traffico di droga. Cinque gli imputati dell’omicidio Trotta: il latitante viestano Marco Raduano quale presunto mandante che avrebbe ordinato l’agguato per vendicare l’omicidio del cognato Giampiero Vescera ucciso a Vieste nel settembre 2016; il compaesano e pentito Danilo Della Malva che fornì assistenza logistica ai due killer; l’altro pentito mattinatese Antonio Quitadamo che avrebbe dato una pistola calibro 38 a Bonsanto aiutandolo poi a fuggire insieme al secondo sicario (per questi tre imputati si celebra il processo abbreviato); Bonsanto ritenuto uno dei sue sicari che fecero irruzione; e Troiano che avrebbe fornito ai pistoleri una foto della vittima e li avrebbe avvertici della presenza di Trotta nel ristorante.
Nella prossima udienza del 14 aprile saranno interrogati Maria Giovanna Quitadamo moglie di Trotta che assistette all’agguato; il manfredoniano Tommaso Tomaiuolo. amico della vittima rimasto ferito a spalla, petto e braccio da alcune pistolettate: e la compagna presente nel ristorante. Ieri mattina la corte ha incaricato il perito fonico di trascrivere 30 intercettazioni indicate dalla Dda; l’esperto ha chiesto 60 giorni per farlo e il suo interrogatorio è stato già fissato per l’udienza del 16 giugno. Sono 22 i testi, tra cui 6 pentiti, che verranno citati dai pm Luciana Silvestris e Ettore Cardinali; 13 i testi della lista dell’avv. Salvatore Vescera difensore di Troiano e 23 in quella del collega Luigi Marinelli che assiste Bonsanto. Accolta infine dalla corte la richiesta della Dda di acquisire agli atti alcune ordinanze cautelari e sentenze relative a arresti e condanne per la guerra di mafia garganica.
gazzettamezzogiorno