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L’«ORO VERDE» NEI GIORNI SCORSI HA TRIONFATO AL «SIAL PIZZA EXPO» AL CONVENTION CENTER DI LAS VEGAS, UNO DEI PIÙ IMPORTANTI APPUNTAMENTI D’OLTREOCEANO DEDICATI AL FOOD

Nei giorni scorsi, si è tenuto nella effervescente città del Nevada e che ha visto quest’anno la partecipazione di Unapol (Unione nazionale associazioni produttori olivicoli) tra le realtà in rappresentanza del vasto settore enogastronomico italiano, il «SIAL PIZZA EXPO».

«Toccare con mano le abitudini alimentari di una popolazione come quella americana non solo ti arricchisce da un punto di vista esperienziale, ma ti aiuta a comprendere quale sia il modo migliore per essere presenti in maniera determinante sul mercato del posto. È evidente che, viste le dimensioni geografiche degli Stati Uniti d’America e i milioni di potenziali consumatori dell’extravergine di oliva, l’attrattiva che riscuote il nostro Evo italiano sono notevoli, anche perché positiva è la percezione che gli americani hanno del food Made in Italy». A parlare è il presidente di Unapol, Tommaso Loiodice, nelle vesti di ambasciatore del prezioso olio italiano.

Il mercato americano d’altra parte è il primo mercato per l’esportazione dell’olio di oliva con il 35% sul totale dell’export mondiale. La presenza di olio d’oliva sulle tavole americane è cresciuta negli ultimi anni ed è a tutt’oggi in continuo aumento. L’esportazione di olio d’oliva in America ha raggiunto le 380 mila tonnellate nel 2021.

«L’extravergine italiano domina il mercato statunitense ma, più in generale, altissima è la percezione positiva che gli americani hanno del brand Italia e di conseguenza del made in Italy e della cucina italiana», spiega Loiodice dell’Unapol. «Ciò che mi ha colpito positivamente è l’aver colto una particolare attenzione commerciale nei confronti dell’oro verde italiano da parte di buyer, importatori, rappresentanti commerciali, che va al di là delle canoniche aspettative».

«Certo – aggiunge – il lavoro di educazione dei potenziali consumatori è ancora all’inizio, ma l’attrazione verso un prodotto di alta qualità e la volontà di comprenderne le peculiarità principali è certamente un segnale incoraggiante. Ci suggerisce che il mercato americano è pronto ad investire».

Gli esportatori italiani puntano soprattutto a vendere olio di oliva extravergine in bottiglia in America. Questa strategia di vendita offre maggiori margini perché il prezzo di vendita al litro è più alto e la possibilità di affermare il proprio brand di olio sul mercato americano.

Ma, se da da un lato, l’entusiasmo di buyer e operatori di settore fa registrare un elevato interesse per l’olio extravergine italiano, occorre però avviare una efficace comunicazione correttiva rispetto alle innumerevoli notizie sui serrati controlli antifrode effettuati nel nostro Paese. Qualche anno fa, sono apparsi diversi articoli sulla stampa americana che denunciavano truffe e sofisticazioni da parte di alcuni esportatori italiani di olio di oliva.

La truffa andava dall’inganno quando si spacciava olio di oliva «Made in Italy» quello che in realtà era un misto di olio di oliva di altri paesi mediterranei e arrivava alla vera e propria frode quando l’olio spacciato come extra vergine di oliva era in realtà fatto da altre sostanze cui venivano aggiunti coloranti ed aromatizzanti. Secondo il presidente di Unapol, Tommaso Loiodice, «quello che viene percepito non è sinonimo di controlli scrupolosi e meticolosi, che darebbero maggior garanzia di genuinità e bontà del prodotto, ma di controlli necessari a contrastare un elevato numero di frodi legate ai prodotti italiani. L’effetto è quello di una perdita di fiducia nei confronti delle nostre incolpevoli aziende, meritevoli invece di far conoscere le proprie eccellenze in America e nel resto del mondo.

Così come ritengo sia necessario l’intervento del Governo affinché, negli accordi diplomatici e commerciali con gli Stati Uniti, si siglino protocolli d’intesa che vietino il proliferare di imitazioni dei nostri prodotti. Questo sì che consentirebbe di trasmettere fiducia a potenziali consumatori innamorati delle nostre ‘inimitabili’ eccellenze Made in Italy».

Occorre creare una rete di protezione, anche di natura legislativa, sul made in Italy. Al momento l’unica vera arma vincente è legata alla qualità e ai luoghi di coltivazione dei nostri ulivi, che rende il nostro evo unico e inimitabile.

«Da pugliese durante la fiera a Las Vegas – conclude Loiodice – ho constato con orgoglio che sugli scaffali americani tra gli oli italiani sono presenti alcune delle nostre rappresentanze regionali di tutta eccellenza ma che c’è ancora tanto spazio per tante altre aziende. Occorre, pertanto, cavalcare e valorizzare al meglio e con maggiore incisività l’immagine più che positiva che oggi la nostra regione riscuote in termini di visibilità e attrattività turistica negli Usa. Nelle occasioni in cui si è fatto degustare l’evo da “Coratina” estratto da olive coltivate e prodotte in Puglia, l’immagine a cui hanno fatto richiamo sono stati i nostri indistruttibili ed inimitabili trulli. Un ruolo determinante nella valorizzazione del nostro evo lo possono ancora giocare le comunità dei nostri emigrati ma, in molti casi, vanno ricostruiti i legami di appartenenza e suscitati sentimenti di orgoglio di appartenenza».

«Nella vivacità giovanile di Broadway ho immaginato una serata improntata sull’esportazione della “Festa della taranta” con banchetti stracolmi di bruschette all’olio extravergine di oliva. La nostra creatività italiana ci permetterebbe di caratterizzare un evento speciale in ogni stato e questa ricchezza non può non rispecchiarsi anche nelle nostre tipicità dell’extravergine italiano».

gazzettamezzogiorno