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“SHALL WE DANCE? “, A VIESTE NEL MESE DI LUGLIO

Attestati firmati dal coreografo che seleziona i danzatori da portare a New York come borsa di studio. Costi accessibili per dare la possibilità sia a chi vuole investire, che a chi non ha la possibilità di andare fuori e grazie alla piattaforma con 250 euro l’anno dia lezione con un coreografo internazionale Adesso le scuole di danza stanno acquistando i programmi. Ma come arriva Vieste in questa storia? Così racconta la sua avventura Luana Manni: “Vieste arriva per realizzare una vacanza studio qui, perché io sono innamorata della Puglia, ho un feeling con la Puglia innato. Se potessi mi trasferirei qui. Ho cercato una struttura attaccata al mare, facendo una ricerca in tutta la Puglia, non solo limitata al Gargano. Poi ho visto l’Hotel I melograni, sul mare e a pochi passi dal centro. Una caratteristica importante è quella di avere i servizi per danzatori e accompagnatori.

E poi la direzione ha sposato il progetto e da li e nato il Vieste Summer dance. E io non potrei essere più felice. Si tratta di un evento che porterà danzatori sia in presenza che in collegamento. Due giorni di workshop e audizioni tengo a dire che grazie alla piattaforma abbiamo mandato tantissimi danzatori in tre anni a studiare a New York gratuitamente. L’evento si terrà il 7, l’8 e il 9 luglio, e quest’anno anche il Comune di Vieste si è innamorato del progetto e forse una serata sarà portata in piazza”. Una occasione importante non solo per la danza ma per l’intero territorio che si fa promotore di quel messaggio di apertura e di connessione che spesso manca. Sono tantissimi i ragazzi che grazie a piattaforme e a progetti come questo possono avere accesso alle opportunità che mai avrebbero nemmeno immaginato.

“lo devo ai miei genitori la lungimiranza di avermi spedita in America e di aver sostenuto anche economicamente le mie formazioni e i miei corsi di studio ma questo non vale tutti . Ci sono ragazzi che non hanno famiglie con le stesse idee e con le stesse possibilità economiche, ci sono persone che non hanno condizioni personali che gli consentirebbero di spostarsi. Penso a mamme con bimbi piccoli, famiglie mono reddito e nuclei composti da un solo genitore, o lavori che non consentono di prendere una reo e di andare via per molti giorni. Ecco, la piattaforma sopperisce a tuti questi problemi.

L’abbiamo pensata in periodo di pandemia quando gli spostamenti erano vietati, ma oggi diventa uno strumento valido per tutte le esigenze. Devo dire che le scuole durante la pandemia l’hanno utilizzata come l’unica possibilità di restare aperti, di poter lavorare, poi, finito quel periodo se ne sono allontanati, privilegiando un approccio in presenza, ma non hanno considerato l’aspetto sociale ed economico della nostra idea. Si abbattono costi, tempi e distanze. Il programma per quanto virtuale, non stravolge la realtà con applicazioni tridimensionali, perchè la danza ha una fisicità che non deve essere stravolta soprattutto nel momento di lezione e formazione. Per tutte queste ragioni, noi facciamo anche una formazione agli insegnanti che li supportano nella maniera più corretta per utilizzare il sistema. Oggi l’orgoglio più grande è quello di vedere che le scuole questo lo hanno compreso e stanno acquistando il pacchetto, utilizzando la piattaforma davvero come opportunità”.