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VICO DEL GARGANO – PARTE L’ERA LELLO. ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO VA UNA DONNA                                  

Raffaella Savastano, Lella per gli amici, avvocato, 58 anni, è stata eletta presidente del Consiglio comunale. Hanno votato per lei i nove consiglieri della maggioranza “Impegno continuo”. I quattro consiglieri della Lista PDhanno votato per il prof. Tomaso Angelicchio. La neo presidente ha un nutrito curriculum politico e amministrativo. Da sempre moderata di Centro, inizia la sua carriera negli anni 90 sotto lo scudo crociato della Democrazia Cristiana. Suo mentore il prof. Gennaro Scaramuzzo, uomo colto, capace di raffinate mediazioni, uomo del dialogo, una lunga presenza nei banchi del Consiglio comunale come capogruppo della D.C.

Le tappe politiche della Savastano seguono il percorso, l’evoluzione e le vicende dei partiti di centro a livello nazionale: dalla Democrazia Cristiana al Partito Popolare, alla Margherita, l’Ulivo, il Partito Democratico, oggi si riconosce nel raggruppamento Emiliano.

Dal 94 al 98, la Savastano entra nell’amministrazione del paese, guidata dal dott. Matteo Cannarozzi de Grazia, assumendo l’assessorato all’Urbanistica, Edilizia, al Contenzioso.

Dal 94 al 96 sono gli anni della Comunità Montana del Gargano, presidente della Commissione Bilancio, vice-presidente dell’ Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani, lavora nella Commissione Pari Opportunità guidata dal Ministro Laura Balbo.

Si candida Sindaco nella tornata amministrativa del 2002, in competizione a Pierino Amicarelli e Guido Pupillo. Raccoglie un lusinghiero risultato ma non prevale per uno scarto di 200 voti circa.

Nel 2009 una breve apparizione da consigliere comunale nell’amministrazione di Luigi Damiani, conclusasi nel 2012.

Eletta in quest’ultima tornata del 14 e 15 maggio, nelle Lista “Impegno continuo” con 578 voti, da oggi presiede il Consiglio comunale.

Il primo Consiglio comunale dell’era Sciscio, che ha insediato la nuova amministrazione di Vico del Gargano uscita dalla consultazione elettorale di maggio,è stato aperto con un minuto di silenzio per i luttuosi e tragici fatti in Emilia e Romagna. Non ha riservato grosse sorprese, né sulle linee programmatiche ampiamente annunciate nel corso del dibattito elettorale, né sulla composizione degli incarichi assessorili stabiliti per cifra individuale. Così è (se vi pare). La novità, se così vogliamo definirla, viene dalla presenza in Consiglio comunale della pattuglia di “minoranza” (il termine opposizione pare che sia desueto) dei quattro consiglieri del PD che, nelle loro prime dichiarazioni, rafforzano quella immagine di un’altra Vico al centro e nelle intenzioni delle loro battaglie: sanità, ospedale di comunità, nettezza urbana, tracciato superstrada. Gli interventi, di maggioranza e di minoranza, non hanno lasciato spazio a vaghezza, ma restituiscono al Consiglio comunale quella importante funzione di confronto e di ruoli. Due mondi, due culture, due modi per rappresentare il “governo” della pubblica amministrazione: dalla maggioranza, la netta applicazione dei poteri che la legge sugli Enti Locali mette nelle sole mani del sindaco. Dalla minoranza, il richiamo al ruolo necessario della politica per garantire quello spazio di mediazione, confronto, controllo, garanzia della “cosa pubblica” e “dell’imparziale e buon andamento” a tutela degli interessi e dei bisogni dei cittadini. “Ma questo –è stato detto- è il Consiglio di insediamento. Ci sarà tempo….”

A tutti, maggioranza e minoranza, buon lavoro.

michele angelicchio