Sarà l’Università di Foggia in partnership con tre società private a curare la raccolta dell’alga rossa nella laguna di Lesina, con possibilità di utilizzarla come biomassa a fini commerciali. Lo ha deciso la giunta comunale dopo aver esaminato l’unica proposta progettuale pervenuta all’ente locale dopo la pubblicazione del relativo avviso di manifestazione d’interesse. Raccogliere e “riciclare” l’alga rossa che prolifera nelle acque della laguna di Lesina, creando problemi all’ambiente marino, potrebbe anche rivelarsi un’opportunità economica. Dunque, il principio generale che muove l’amministrazione comunale è quello “di avviare le attività necessarie per porre rimedio alle problematiche connesse all’eccesso di riproduzione della gracilaria nella laguna di Lesina, in particolare individuando una idonea soluzione per la raccolta e lo smaltimento dei residui, onde ridurre gli effetti negativi sulla pesca e sulla vivibilità del lungolago, nonché per un utilizzo economicamente valido di questa alga, date le intrinseche caratteristiche che ne consentono l’uso in campo biotecnologico, farmaceutico e nutraceutico, e per la produzione di energia elettrica da forte rinnovabile mediante la derivante biomassa. Nella laguna di Lesina è presente la macroalga Grapilaria gracilis, alga rossa che, periodicamente e in base a particolari condizioni climatiche, metereologiche e di scambio idrico mare-laguna, si riproduce in notevoli quantità, con accumuli di rilevanti residui in putrefazione sulle sponde lagunari, che causano inconvenienti sia per la pesca che per la diffusione aerosol maleodoranti e generano fenomeni di ipossia nelle acque”. A tal proposito va rilevato che “diversi studi hanno dimostrato la possibilità di un utilizzo economicamente valido di questa alga, date alcune sue caratteristiche intrinseche che possono essere utilizzate in campo biotecnologico, farmaceutico e nutraceutico, per la produzione di bio-oli ricchi di composti aromatici, zuccheri e altre sostanze chimiche di alto valore”; e inoltre, la biomassa della Gracilaria può essere utilizzata come materia prima per la produzione di energia elettrica”.
Raccolta e trattamento che l’amministrazione comunale, per sua ammissione, “non è in grado di svolgere, per ovvie ragioni di capacità economica e professionale”, perciò è stato deciso di rivolgersi a soggetti terzi, eventualmente interessati, con la possibilità di intercettare anche finanziamenti pubblici. La proposta progettuale presentata dall’Ateneo foggiana in collaborazione con tre società private, prevede in sintesi: una specifica sperimentazione, concernente la realizzazione di processi industriali e commerciali, relativi all’estrazione delle principali sostanze contenute nell’alga; ima successiva ricerca orientata al miglioramento della coltivazione e della lavorazione dell’alga; ima sperimentazione intesa ad usare i residui della lavorazione come biomassa per la produzione di energia elettrica e termica.