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VIESTE/ DESTAGIONALIZZARE, OPERATORI FANNO SQUADRA. CON IDEE CHIARE. LEO VESCERA: “LUGLIO PARTITO MALE. DOPO IL MALTEMPO, MENO PRESENZE E RIDOTTO POTERE D’ACQUISTO

I dati ufficiali diffusi dall’agenzia regionale Pugliapromozione hanno confermato che anche nel 2022 Vieste è stata la regina del turismo, con un saldo pri­mato. Vieste ha registrato 1.999.769 presenze (di cui 389.922 stranieri), ovvero 30.238 in più rispetto alle 1.969.531 del 2021. Gli arrivi lo scorso anno sono cre­sciuti di 25.187 unità rispetto al 2021, passando da 304.735 a 329.655. Ma gli amministratori comunali e gli operatori più avveduti sanno perfettamente che non è permesso cullarsi sugli allori: l’obiettivo da rag­giungere è, da tempo, la destagionalizzazione in mo­do da permettere al tessuto economico cittadino di trarre benefici dal turismo tutto l’anno.

Lo sanno bene gli artefici della neonata associazione Vieste 365 – Ospitalità e Turismo Sostenibile, presie­duta da Andrea Colangelo. “Vieste è una città che vi­ve e respira turismo, ma con una sfida in sospeso: af­frontare la intensa stagionalità che caratterizza que­sto settore. Per questo, è nata l’associazione”, spie­gano. Tra i membri fondatori dell’associazione ci sono molte attività come Dimora Cummà Mari, B&B Monsi­gnore, B&B Rais di Raffaella Tantimonaco, Relais La Pretura, Tra Cielo e Mare, Casa Giulia, Casa Pinta, B&B Marina Piccola, Sergio Cianchetta Appartamenti in Centro, B&B Tra le vie del borgo, Casa vacanze Una Volta sul Mare, Casa Vacanze La Banchina e il portale turistico TurismoVieste.it. “Queste realtà, che già offrono servizi turistici durante gran parte dell’anno, han­no deciso di unire le forze e di dedicare il loro impegno alla realizzazione di questa sfida”.

“L’idea ha avuto una lenta incubazione. E’ nata con le chiacchiere tra i colleghi, spesso mosse da problema­tiche sempre più comuni”, afferma la qua­rantenne Valeria Caravella,fondatrice e portavoce dell’associazione.

“Ci accorgevamo di avere gli stessi problemi e neces­sità. E’ sorto il desiderio di unirsi per affrontare le sfide specifiche del nostro settore, che è quello dell’extra al­berghiero, a cui attorno però ruotano varie realtà eco­nomiche e sociali. Il nostro è un turismo non pretta­mente balneare, anzi direi che lo è in minor parte. Sia­mo aperti per un periodo di tempo relativamente lun­go, che va dai sei mesi a tutto l’anno. Nel tempo sono aumentati i nostri bisogni, quali una rete di trasporti adeguati ai flussi turistici e destagionalizzata. Stessa cosa per gli eventi. Ed è necessaria una estetica che valorizzi il più possibile le autenticità del posto. Le au­tenticità dei nostri luoghi e ì suoi aspetti naturali sono ciò che muove il nostro mercato, aprendolo a sempre più persone fuori dalla nostra Nazione e in tutti i periodi dell’anno. Questa è la base da cui siamo partiti. La sto­ria che ci accomuna ci ha visto ristrutturare case anti­che, spesso abbandonate, ridare luce alle architetture locali. L’associazione nasce, inoltre, anche dall’esi­genza di creare un dialogo con l’amministrazione che si è resa da subito disponibile ed entusiasta a collabo­rare, e infine con i cittadini. Sottolineo questo ultimo aspetto perché è un punto su cui abbiamo lavorato e discusso molto prima di cominciare. Ci chiedevamo se fosse più giusto circoscrivere l’associazione solo alle realtà economiche del nostro settore, quindi la micro­ricettività, e la risposta è no: non è possibile perché il turismo è un’opportunità di tutti, che funziona solo se tutte le sue cellule all’interno collaborano insieme”. Che segnali stanno arrivando dalla stagione 2023? “La primavera è venuta meno e questo potrebbe avere avuto degli effetti negativi sulla domanda in bassa stagione e non solo”, evidenzia Caravella. “Anche giugno è stato un mese fresco e piovoso, ma il nostro ospite “tipo” non si muove in base al tempo. Una pioggia, o il vento, o il cielo grigio, non lo limita nel suo desiderio di visitare il borgo, o di passeggiare in Foresta Umbra o lungo le spiagge incontaminate di marzo e aprile. Il no­stro è un target internazionale, per cui il viaggio si pro­getta con grande anticipo e il clima non è una variabile troppo considerata. Questo soprattutto nella bassa stagione. Luglio e agosto tornano a essere mesi degli italiani, principalmente, e in questo caso il clima po­trebbe avere maggiore rilevanza. Tuttavia anche in questi mesi chi sceglie le nostre attività ricettive non ha solo ed esclusivamente esigenze balneari. Quanto alla provenienza, ho visto nel mio lavoro un lieve aumento del numero di ospiti provenienti da Australia e Israele. I dati ce lo confermeranno”.

Le idee sono chiare su come allungare la stagione tu­ristica. “Credo molto nella collaborazione con l’ammi­nistrazione. Abbiamo bisogno di lavorare insieme su questo aspetto e di potenziare il turismo fuori stagione. Migliorare i trasporti, ravvivare il borgo, coinvolgere la cittadinanza, renderla attività in questo cambiamento di prospettive. I benefici potenziali possono essere di tutti. Un turismo sostenibile altro non significa che i vantaggi vengono condivisi dal più alto numero di per­sone possibile. Infine, è necessario lavorare su una estetica mediterranea. Quando parlo di:luoghi mediterranei mi riferisco alle architetture mediterranee contemporanee e al design degli interni, e alla vita len­ta che ispirano, rilassata e accogliente, ai colori natu­rali che hanno un impatto notevole sul benessere dei nostri visitatori. La natura vivace sempre presente, una gastronomia attenta e appassionata: è esatta­mente quello che hanno in mente i nostri ospiti prima dì partire, ciò che vogliono vedere e fotografare. Im­mergersi e dimenticare tutto il resto. È la base della lo­ro esperienza di viaggio”.

Ha quarantanni anche Diego Romano,esperto di tu­rismo e altro “padre” di Vieste 365.

“La partenza della stagione turistica del Gargano è an­data abbastanza a singhiozzo, complice sicuramente il maltempo che ha caratterizzato maggio e giugno”, sottolinea Romano. “Come già accade da qualche anno, i mesi primaverili hanno attratto sul ter­ritorio molti stranieri provenienti dal Nord Europa e da­gli Stati Uniti, ma si segnalano anche tante prenota­zioni cancellate per la difficoltà di raggiungere il Gar­gano una volta atterrati a Bari, Roma e Napoli. A settembre e ottobre negli ultimi anni si è lavorato abba­stanza bene. Non saprei oggi dire se abbia senso pen­sare di poter recuperare in autunno quello che si è per­so a maggio e giugno, dipenderà anche dalle tempe­rature. I numeri dell’alta stagione sono sempre simili da anni e a fare la differenza sono proprio i mesi primaverili e autunnali. Sarebbe opportuno un migliora­mento del servizio di trasporto, di trasporto pubblico, sia nella frequenza delle corse, sia qualità della comu­nicazione, soprattutto in bassa stagione. La navetta dall’aeroporto di Bari Palese è partita solo a giugno, con poche corse, e ancora oggi arrivano segnalazioni di persone che non riescono a fare il biglietto Online. I viaggiatori internazionali giovani sono abituati a piani­ficare tutto con pochi tap di app di viaggio, su questo noi abbiamo molti margini di miglioramento. A luglio un po’ di presenze ci sono, ma ad occhio sembra che sia­mo un po’ sotto gli ottimi numeri che hanno caratteriz­zato gli anni scorsi, quando il comparto balneare di prossimità è stato favorito dalla pandemia. Tra le cause sicuramente ci sono l’aumento dei prezzi dovuto al­l’inflazione e la concorrenza di altre mete percepite co­me più economiche. Si spera di recuperare qualcosa a settembre, che sembra ben avviato”, conclude.

INTERVISTA A LEO VESCERA

“LUGLIO PARTITO MALE. DOPO IL MALTEMPO, MENO PRESENZE E RITOTTO POTERE D’ACQUISTO

Archiviata la prima metà di luglio si entra nel clou del l’estate. Per capire come la stagione stia procedendo nella capitale pugliese delle vacanze l’Attacco ha intervistato un’eccellenza come Leonardo Vescera,chef patron del Capriccio, pluripremiato ristorante di mare situato nel Ma­rina di Vieste.

Qual è il suo bilancio ad oggi?

Siamo finalmente arrivati a metà luglio e, complice il brutto tempo, abbiamo perso diversi giorni utili. La perdita dei ponti di aprile e maggio ha inficiato il buon andamento delle cose. Il maltempo ha guastato anche il mese di giugno. Insomma, dopo diversi weekend trascorsi con le nuvole e pioggia era­vamo fiduciosi e speranzosi che il problema riguardasse esclusivamente il meteo. Ma ci sbagliavamo.

Cos’altro è andato storto?

Luglio non è iniziato per nulla bene, abbiamo registrato un evi­dente calo del potere d’acquisto. Lo si vede, lo si legge negli occhi degli ospiti. Un fenomeno generalizzato, che compren­de cioè turisti e cittadini. A Vieste c’è un calo di presenze tan­gibile, almeno al momento. In sostanza, se da un lato si evi­denziano diminuzioni di presenze e del potere d’acquisto dall’altro si assiste ad una ristorazione selvaggia.

Di cosa si tratta?

Non si tratta di abusivismo, ma di una situazione che eviden­zia un cattivo rapporto tra presenze, spazi e turismo. Sembra che la ristorazione, forse anche a causa del Covid, sia dav­vero ovunque. Basta una posizione strategica e tutti aprono qualcosa, tanto cosa ne sa il turista.

Come se ne esce?

Si dovrebbero fissare dei paletti, regolamentare il numero delle presenze con gli spazi e le attività da aprire. Anche perché, è inutile negarlo, andiamo verso un turismo di pizzeria al taglio e bruschetteria e purtroppo siamo stati noi ad aver contribuito a questa situazione. Ci siamo aperti troppo a chiunque: alle famiglie, ai giovani agli anziani, a chi non ha soldi. Ed oggi ne paghiamo le conseguenze. Servirebbe invece riorganizzarsi. E’ vero, noi ristoratori abbiamo subito l’aumento delle materie prime, ma gli stipendi sono rimasti sempre uguali. Dunque la gente ha ridotto i propri consumi.

E questo impedisce di alzare i prezzi. Che dati avete regi­strato in città?

Rispetto all’anno scorso si è registrato un calo netto delle pre­senze, di circa il 50%. E molti colleghi ristoratori mi conferma­no questo dato. Certo, c’è sempre qualcuno che cerca di na­scondere le cose. Ma è una fatto evidente sia nel numero di persone che nel potere d’acquisto.

Aumento smisurato delle attività. Calo del potere d’acquisto, incertezza economica. Questi sono per lei i fattori principalmente responsabili dell’attuale situazione?

Siamo tornati al “non si sa mai”. C’è molta titubanza nello spendere da parte della gente.

E Vieste come si sta comportando di fronte a tale scena­rio?

Dagli anni 70 Vieste è sempre stata la regina del turismo pu­gliese, numericamente parlando. Questo non possiamo ne­garlo. La nuova classe politica e amministrativa ci ha dato tan­to, anche al livello di entusiasmo. Però, al contempo, come di­cevo prima è stata portata avanti una sorta di politica ristora­tiva selvaggia. Anche nei confronti dei nuovi bisognerebbe mettere dei paletti. Non dimentichiamo che oggi paghiamo purtroppo anche una errata politica turistica.

Cosa vi aspettate da agosto?

Dopo un mese del genere inutile negare la mia preoccupazio­ne per agosto. Cosa mi aspetto? Tanta gente che però non spende. Bisogna quindi cambiare marcia o la situazione po­trebbe peggiorare ulteriormente col passare del tempo.

l’attacco