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RINCARI E SERVIZI INADEGUATI, A LUGLIO TURISTI IN CALO IN PUGLIA. E MOLTI SCELGONO (LE PIÙ ECONOMICHE) GRECIA E ALBANIA

Registrata una flessione del 20% delle presenze. Gli operatori: «Mancano gli italiani».

Inaspettato, ma fino a un certo punto, a luglio è arrivato il calo delle presenze turistiche in Puglia, certificato dagli stessi addetti ai lavori intorno al 15-20 % rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. In Puglia mancano i turisti di prossimità, quelli provenienti da Campania e Lazio. e nel Salento quelli provenienti da Bari che potrebbero aver deciso di trascorrere le loro vacanze in Albania, Grecia e Croazia. Motivo? Rincari e mancanza di servizi adeguati. 

«Premesso che non vi è una situazione negativa – sostiene il presidente regionale di Federalberghi, Francesco Caizzi – rispetto alle presenze, questo non significa che non ci siano dei problemi. A giugno non è andata benissimo, nel senso che non abbiamo fatto numeri record a causa del cattivo tempo. Chi aveva la vacanza programmata è venuto da noi ugualmente, chi, invece, doveva fare il fine settimana non lo ha fatto. La percentuale che è mancata, dunque, è quella degli italiani che ci fa fare da sempre il record. In termini assoluti mancano circa il 15-20 per cento di presenze». Secondo il numero uno pugliese di Federalberghi, nel computo delle presenze è venuto meno l’apporto decisivo del turismo di prossimità, vale a dire dei visitatori provenienti dalle regioni vicine, Lazio e Campania prime fra tutte, ma anche quello degli stessi pugliesi che si stanno spostando di meno nelle località di vacanza. «Tutto questo movimento non è trascurabile – sostiene – e vale circa il 30 per cento del totale». 

Ma paradossalmente, sempre a giudizio degli addetti al lavori, a causare il decremento delle presenze a luglio sarebbe il caldo eccessivo. «Per assurdo, se da un lato a giugno il calo è stato determinato dal maltempo, a luglio – nota Caizzi – è dovuto alle temperature molto alte, almeno per quanto riguarda i fine settimana. D’altra parte i problemi in Puglia, però, li abbiamo, dalla programmazione alla capacità di garantire i servizi e di fare sintesi tra istanze regionali e comunali. Poi c’è la piaga dell’abusivismo». Sul flop del turismo di prossimità sembra pesare l’inflazione, dunque l’aumento dei prezzi e la ridotta capacità di spesa degli italiani. «L’impennata dei prezzi causata dall’inflazione – sottolinea Caizzi – è uno dei motivi che scoraggia il turismo dalle altre regioni. Poi si sono riaperte le destinazioni africane, in primis l’Egitto, dove la vacanza costa molto meno».

I dati in possesso del presidente nazionale del Sib (Sindacato italiano balneari) – di Confcommercio, Antonio Capacchione, sono speculari. «Ci aspettavamo una maggiore affluenza – ammette – ma in compenso il turismo internazionale sta andando alla grande. Il turismo italiano è in sofferenza. Maggio è giugno sono saltati per via del cattivo tempo. A luglio i turisti che provengono dalle regioni vicine si stanno spostando molto meno, anche per il caldo eccessivo che è percepito come un’insidia. Poi c’è l’inflazione, oltre a una terza circostanza che è stata sottovalutata da molti e che invece sta influendo sulla domanda interna, cioè l’aumento dei tassi di interesse. La maggior parte delle famiglie è indebitata».

corrieredelmezzogiorno