La Regione pronta ad avviare un’indagine sullo stop alla convenzione per gli aerei. Emiliano nomina Barbara Valenzano come dirigente della Protezione civile.
L’emergenza incendi delle scorse settimane ha lasciato il segno. E la Regione ora prova a correre ai ripari e a mettere ordine nella Protezione civile per evitare di trovarsi di nuovo in una situazione difficile ed esposta a critiche e polemiche, come per la mancanza, quest’anno, degli aerei Fire Boss sul territorio.
I 1400 ettari andati in fumo dall’inizio dell’estate soprattutto fra Gargano e Salento e la denuncia sui ritardi dell’intervento aereo da parte del sindaco di Vieste Giuseppe Nobiletti, hanno indotto ad una correzione in corsa pur essendo estate inoltrata. La giunta regionale ha così chiesto al Governo il riconoscimento dello stato di emergenza, ma il presidente Michele Emiliano è andato oltre e ha deciso, alla fine della scorsa settimana, di rompere gli indugi e nominare la nuova dirigente del settore, l’ingegner Barbara Valenzano.
Fra i suoi primi compiti la Valenzano (che nella passata legislatura ha ricoperto il ruolo di responsabile del Dipartimento Ambiente) proverà a capire proprio come mai non sia stata rinnovata la convenzione per avere in Puglia i due aerei Fire Boss. Non è escluso che possa addirittura essere aperta una indagine interna per valutare se possa esserci stata una «interruzione di pubblico servizio».
Una questione sulla quale vuol vederci chiaro anche il presidente della commissione Bilancio, Fabiano Amati, che ha chiesto di porre «immediato rimedio alla mancanza del contratto». Del mancato rinnovo, o più probabilmente della rescissione in anticipo (pare unilaterale da parte della società privata) della convenzione, sembra fossero all’oscuro anche il governatore Emiliano e il presidente del Comitato regionale di Protezione civile, Maurizio Bruno. Un mistero, o forse un pasticcio burocratico, che di fatto ha indebolito le difese contro i numerosissimi incendi che stanno devastando la Puglia. In caso di grossi focolai, come quelli della settimana scorsa appunto a Vieste e a Monte Sant’Angelo, gli interventi di soccorso aereo infatti sono gestiti a livello centrale dal Coau (Centro operativo aereo unificato) che opera però a livello nazionale e decide l’invio dei canadair (o di altri mezzi più piccoli) a secondo di una scala di priorità. In tutta Italia, però, a disposizione ci sono solo 12 canadair e perciò in giornate particolarmente critiche come quella di martedì scorso è probabile che ci siano diversi fronti da affrontare in contemporanea. Valenzano cercherà non solo di verificare le procedure ma anche di riorganizzare l’intero settore della Protezione civile che quest’anno sta soffrendo anche per la drastica diminuzione dei cosiddetti volontari, come evidenziato dallo stesso Bruno, che però difende l’operato del Dipartimento: «La Protezione civile pugliese è un insieme di donne e uomini che anche quest’estate stanno dando l’anima per tenere sotto controllo gli incendi – ha dichiarato il consigliere – Nessuno nega le difficoltà ma ci sono enormi passi avanti e soluzioni in atto».
Ma a chiedere interventi per evitare conseguenze catastrofiche dei tanti roghi, molti di origine dolosa, che stanno devastando la Puglia, sono anche i sindacati dei vigili del fuoco. Negli scorsi giorni è stato necessario raddoppiare i turni del personale (da 12 a 24 ore) e chiedere l’ausilio di squadre dalle regioni vicine.
In Puglia mancherebbero circa 500 unità e anche i mezzi sarebbero insufficienti. Giuseppe Santoro, segretario regionale della Uil Fpa Vigili del Fuoco, non ha escluso lo sciopero se le richieste di rafforzare l’organico dovessero cadere ancora nel vuoto.
La Fns Cisl chiede «la riclassificazione dei Comandi pugliesi quindi un reale potenziamento significativo di uomini e mezzi anche tramite l’istituzione di nuovi distaccamenti, che tenga conto delle proporzioni del territorio, delle sue caratteristiche fisiche, infrastrutturali, industriali, commerciali». Se i pompieri dovessero fermarsi l’emergenza sarebbe totale, soprattutto perché il rischio incendi è ancora elevato, soprattutto nelle aree boschive del Salento (tra Otranto e Ugento) e sul Gargano. E per l’ambiente sarebbe un disastro.
corrieredelmezzogiorno