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CARA PUGLIA E CARO GARGANO, OGNI GIORNO NEL MIRINO DELLA CONTROFFENSIVA DEGLI INVIDIOSI. IL MITO DOVEVA ESSERE SMONTATO

Iniziava ad essere fastidiosa questa storia che tutti volesse­ro venire in Puglia. E che il Gargano fosse uno stato d’animo. Quell’emozione dettata dall’au­tenticità dello spirito del luogo, da un’offerta gastronomica tanto for­te, tipica, caratteristica, che asso­ciata alla magia dei luoghi – trabuc­chi, calette e masserie – la rendes­se un posto unico in assoluto e una esperienza vera e propria Quel ruolo, quel primato, che un tempo e per tanti anni hanno rappresen­tato mete come la Costa Smeralda, la Costiera Amalfitana. Capri Forte dei Marmi e Saint Tropez, è stato acchiappato dalla Puglia. Che è diventata negli ultimi anni la meta d’eccellenza, quella più de­siderata da tutti. Tutti vogliono ve­nire in Puglia. Tutti trovano qui quel mix perfetto fra gli elementi della natura e la tipicità anche nei rapporti, nelle persone. E’arrivata Madonna, è arrivata la moda dei brandi brand, sono arrivati i politici più rappresentativi del Paese, le star del cinema e della musica, gli influencer tutti. E a differenza di al­tri posti che sono solo d’elite o solo spartani e selvaggi, in Puglia trovi tutto. Trovi la vasta gamma delle stelle in tutte le declinazioni: puoi, sia fare una vacanza extra lusso, sia una vacanza economi­ca. E questa storia ha iniziato a rompere degli equilibri. Rimini e Riccione, ad esempio, la Liguria, la Sardegna e la Sicilia, che pure hanno investito tanto e per alcuni periodi sono state le mete preferi­te, le più ricercate, oggi vedono ri­dotto il loro appeal. La Puglia è di­ventata come Formentera, come Mikonos e Santorini in termini dì moda, di desiderio. All’improvviso capita allora che le maggiori testa­te nazionali e i più popolari siti on line inizino una campagna martel­lante su quanto sia cara. Non cara come amabile. Ma Costosa. Folle. Arraffona. Irrispettosa. Perchè al­lora andare a farsi spennare? Tirando le somme abbiamo una “immagine” e dunque costruito una “immaginazione” ma non un forte “immaginario” che è ancora disordinato e confuso. Averne la consapevolezza ci aiuterebbe a “combattere” meglio.