Menu Chiudi

VIESTE/ CRONACHE DAL PALAZZO  “VIAGGIO FRA RICORDI, RIFLESSIONI, TESTIMONIANZE E CURIOSITÀ” (1)

UN PERSONAGGIO DA RICORDARE

Ho conosciuto il geom. Ruggiero Delli Santi, accorto e dinamico dirigente dell’Ufficio Tecnico Comunale, nonché sportivo dalla passione morbosa, dai primi anni 60 all’indomani del diploma con­seguito in Foggia.

Persona umile, disponibile e di grande umanità, come ho avuto modo di conoscerlo nel 1964 con una as­sunzione trimestrale presso l’ufficio da lui diretto.

Ho condiviso con lui, fino al 1979, un cammino di quasi un decen­nio; è stato per me un esempio di in­telligenza e sensibilità, fedele nel­l’impegno del ruolo che rivestiva e di cui andava orgoglioso per avere, da solo, impostato l’Ufficio Tecnico sin dal 18 gennaio 1946.

Ancora oggi sono disponibili do­cumenti ed atti che costituiscono pa­trimonio utile e riferimenti puntuali per competenza e serietà.

Suoi amici e coetanei hanno te­stimoniato di numerose notti passate in bianco con il lavoro portato a casa per far quadrare faticosamente il bilancio della propria numerosa famiglia.

Ha partecipato attivamente e appassionatamente alle vicende del nostro paese anche nello sport dove ha rivestito, per alcuni anni, il molo di presidente della locale Associazione Sportiva e annunciando, nel luglio del 1952, la nascita del Campo Sportivo Comunale di Vieste, poi intestato a “Riccardo Spina”.

Ci ha lasciato nel mese di agosto del 1980 dopo appena 9 mesi dal pensionamento; contava 66 anni e non è vissuto nella prosperità.

Gli sono grato per tutto ciò che ha saputo insegnarmi.

GLI ARCHIVI DELLA MEMORIA

L’avventura comunale è iniziata a far data dal febbraio ’72. Erano praticati usi e consuetudini che non trovavano riscontri pun­tuali con le nozioni scolastiche acquisite.

Qualche esempio:

  1. 1 tomolo = mq. 4.115
  2. 1 versura = 3 tomoli ovvero mq. 12.345
  3.  1 ottavo = 1/4 di tomolo pari a mq. 1.029
  4.  1 misura = 1/6 di tomolo per mq. 257.

La quasi totalità dei contadini e degli addetti all’agricoltura dell’epoca immediatamente precedente a quella di cui si parla, si esprimeva con questo linguaggio che, ovviamente, era comprensi­bile per i soli operatori.

I dati riguardanti il territorio comunale nei primi anni ’70 possono così sintetizzarsi:

  • Superficie totale del territorio: Ha. 16.734 pari a 167,34 Kmq.
  • Altitudine sul livello medio del mare: mt. 50,30
  • Sviluppo complessivo della rete stradale riferita all’abitato: Km. 23.00
  • Sviluppo complessivo della rete stradale esterna: Km. 360
  • Proprietà terriera comunale: Ha. 4.162.34.00 così distribuita:
  • Incolto produttivo Ha. 122.68.00
  • Seminativo arborato Ha. 85.96.50
  • Pascolo Ha. 58.72.32
  • Vigneto Ha. 5.66.01
  • Orto irriguo ha. 12.87.70
  • Bosco di alto fusto ha. 3.228.65.02
  • Bosco ceduo Ha. 119.41.61
  • Uliveto Ha. 1.60.02

Ed inoltre l’abitato è stato compreso nell’elenco dei comuni da consolidare a cura e spese dello Stato ai sensi del R.D. n: 1056/42 e classificato montano in base al D.P.R. 632/56.

ANNI RUGGENTI PER L’EDILIZIA ANNI ‘70

Lo sviluppo edilizio di Vieste è coinciso con l’approvazione dello strumento urbanistico dell’epoca, ovvero il Programma di Fabbricazione, che, dopo lunghe e sofferte vicissitudini, fu partorito il 23.12.1972 con delibera della Giunta Regionale all’epoca presie­duta da Gennaro Trisorio Liuzzi.

La consultazione dei registri degli anni ‘70 evidenzia un nume­ro consistente di fabbricati per civili abitazioni, costruiti e conse­guenti all’approvazione di una serie di piani di lottizzazione che hanno interessato le località della Fontana Vecchia, tra il Lungomare Europa, Via della Repubblica, Via Chiesiola e la zona di Via Dante.

Chi si fosse trovato per caso a frequentare le zone prima ricor­date, avrebbe sicuramente intuito che il tessuto urbano si stava modificando per il brulicare di cantieri edili. In questo settore non venivano registrati scompensi occupazionali per le notevoli trasfor­mazioni urbanistiche in atto.

I dati che si riportano danno il senso delle cose di cui si parla:

– Anno 1972licenze edilizie rilasciate: n.6
6619736666“ n.23
6619746666“ n.22
6619756666“ n.13
6619766666“ n.34
661977concessioni edilizie“ n.33
6619786666“ n.26
6619796666“ n.10

e successivamente negli anni seguenti:

– Anno1980concessioni edilizie rilasciate: n. 30
u1981666666: n. 33 ■
661982666666: n. 45
661983666666: n. 26
~ 551984666666: n. 19
~ 551985666666: n. 36
551986666666: n. 27
551987666666: n. 15
551988666666: n. 27
” 551989666666: n. 22
551990666666: n. 18
551991((6666: n. 8
” 551992666666: n. 21
” 551993666666: n. 31
551994666666: n. 6
551995666666: n. 12
” 551996666666: n. 22
” 551997666666: n. 10
” 551998666666: n. 33
” 551999666666: n. 44
552000666666: n. 41
552001666666: n. 13
” 552002666666: n. 32
” 552003666666: n. 42
552004666666: n. 16
Vachiarito che idati sopra citati siriferiscono al numero di

manufatti costruiti “ex-novo” (fabbricati residenziali – fabbricati rurali, fabbricati per attività produttive ecc.), mentre i provvedimenti autoriz­zati, comprendenti opere di ristrutturazione edilizia, demolizione e ricostruzione e quant’altro, possono quantificarsi in circa numero 400.

La fine degli anni ‘70 ha coinciso con la mia assunzione di responsabilità dell’Ufficio Tecnico fino al luglio 1981; è stato un periodo svolto con passione ed abnegazione nel rispetto del ruolo e dell’esperienza fino ad allora acquisita.

L’inizio dell’avventura non è nata sotto buoni auspici. Interpre­tando in senso oltremodo restrittivo una normativa del Programma di Fabbricazione, all’epoca vigente, esprimevo un parere negativo ad un progetto che prevedeva la costruzione di un modesto ricovero agricolo in località “Palude – Mezzane”. Non immaginavo che dopo qualche giorno si sarebbe presentato il titolare del progetto respinto, messo al corrente, per la circostanza, dal tecnico progettista. Si presentò in Ufficio un vecchietto dall’aspetto trasandato, curvo, con i segni tangibili della fatica che per tanti anni aveva dedicato alla terra. Era quasi impacciato, ma molto determinato nel rinfacciarmi che non mi ero comportato bene; c’era un fattore umano, oltre quello tecnico, che non avevo considerato e opportunamente valutato.

Ho provato vergogna, arrossendo, e non ricordo di essermi comportato per una seconda volta allo stesso modo.

Verso la fine degli anni ’70 l’Amministrazione prese consape­volezza delle potenzialità turistiche fino ad allora colpevolmente ignorate. Vieste entrava nell’orbita degli itinerari turistici e la cate­goria degli operatori organizzava convegni, meeting e programmava importanti presenze nelle varie fiere europee ad iniziare da quella effettuata il 31 gennaio 1980 con destinazione Monaco di Baviera. Non poteva essere diversamente dal momento che era netta la pre­valenza del turismo tedesco nella nostra cittadina.

La spedizione, capeggiata dal Sindaco Ludovico Ragno, era composta dalla quasi totalità della Giunta ed una nutrita rappresen­tanza del Consiglio comunale; chi scrive ha partecipato insieme ad altri funzionari e dirigenti comunali e rappresentanti della cultura.

L’indomani fummo ricevuti dal Sindaco di Monaco che, nello scambio dei doni, elogiava le nostre bellezze naturali e si dichiarava orgoglioso di intrattenere rapporti con la nostra comunità. Affermava, inoltre, che la sua città era ritenuta il paese più a nord dell’Italia. L’esperienza fu ripetuta l’anno successivo con partenza da Vieste il 10 febbraio 1981 e con una breve visita alla fiera di Vienna.

In campo turistico fu approvata una variante al P. di F. per cam­peggi e simili, tuttora in vigore, per l’impegno del compianto Commis­sario Prefettizio, dott. Natale D’Agostino. Con tale importante appro­vazione è stato possibile disciplinare il settore turistico’ per i numerosi complessi ricettivi che. specie nel versante nord, si stavano realizzando.

1980: L’ANNO DEL TERREMOTO

Anche la nostra cittadina è stata interessata dal terremoto catastro­fico, verificatosi il 23.11.1980, che ha colpito le zone della Campania e della Basilicata.

In tale circostanza e, pur fra mille difficoltà, pervennero numerose richieste di accertamenti tecnici con particolare riferimento agli edifici pubblici o comunque destinati a pubblici uffici.

I controlli tecnici effettuati non evidenziarono un danneggiamento consistente del patrimonio edilizio, tuttavia, ai fini dell’accertamento e del giudizio di agibilità, sono stati adottati provvedimenti cautelativi di sgombero di poche unità abitative solo nel centro storico, le cui strutture si erano rivelate poco consistenti. Va ricor­dato, in ogni caso, che il Comune di Vieste, dopo tale disastroso evento, è stato incluso fra i Comuni di­chiarati sismici con decreto ministeriale del 7 Marzo 1981. Tale provvedimento legislativo ha comportato la redazione, per tutti i pro­getti, dei calcoli statici ai sensi della legge sismica (02.02.1974, n° 64).

mario fabrizio 2008

E’ nato a Vieste l’anno 1944; è sposato ed ha quattro figli maschi. Ha conseguito il diploma di geometra a Foggia presso l’Istituto Tecnico “Masi”. Già funzionario del Comune di Vieste, responsabile del setto­re urbanistico, oggi in pensione.

1 – CONTINUA