Per il presidente pugliese di Assohotel Confesercenti, Giancarlo De Venuto, alla Puglia serve un masterplan del turismo, basato su Big Data, Intelligenza Artificiale e concertazione, nell’ambito di una cabina di regia tecnica, non politica.
«Parto – afferma – dall’intervista della Gazzetta al collega di Confindustria (il coordinatore del Turismo di Confindustria Puglia Massimo Salomone) in cui dice delle verità che ripeto da due mesi: guardate che quest’anno abbiamo un calo della categoria media degli italiani. È una conseguenza del fatto che la classe media sta scomparendo e non ha la possibilità di spendere nel periodo di alta stagione, non può permettersela. Se si sposta va verso il basso-basso e abbiamo quei fenomeni come l’Albania che, ci tengo a dirlo, non rappresentano la nostra concorrenza. Noi siamo un altro prodotto, noi siamo la Mercedes e loro la Skoda, non hanno i nostri servizi. Però… ecco vedo delineare soluzioni un po’ Bari-centriche e improntate al “va tutto bene”. “Faremo il volo Bari-New York”, dicono. Ma questo serve solo Bari e noi, invece, abbiamo bisogno di ragionare in termine di sistema regionale».
Scusi ma vorrebbe il New York-Brindisi?
«Non è questo il problema. Io non mi sveglio al mattino per fare un New York-Brindisi o un Cancùn-Bari. Secondo me il problema è che il piano strategico degli investimenti da fare, quello che serve per decidere cosa conviene fare, non si può basare sugli ormoni della singola persona, ma deve essere l’effetto di un’analisi di marketing che deriva da dati che arrivano in maniera preventiva e ci sono degli strumenti di analisi di compagnie internazionali con i quali, probabilmente, tra un anno sapremo se è meglio il Brindisi-New York».
E chi dovrebbe fare questa analisi?
«Innanzitutto penso che PugliaPromozione dovrebbe dotarsi di questi strumenti. Anche se ha i dati ma non li vuole dare. E come facciamo a fare un piano se non abbiamo i dati? Eppure basterebbe girare questi dati a una società… con l’Intelligenza Artificiale, oggi riescono a fare anche previsioni puntuali. Prima di decidere se fare il volo per New York o per Cancun ci vuole un piano strategico di Big Data che ci dica in che direzione andare. E forse ci diranno che quel concetto di stagionalità si sta distruggendo, che non avremo più gli agosto fortissimi e gli aprile più deboli e che dovremo spalmare la nostra ricettività programmando anche eventi che coprano i fuori stagione. Magari dovremo fare il concerto dei Negramaro a ottobre. Ci vorrebbe una vera cabina di regia che analizza dati scientifici, ma mi pare che non ci sia una indicazione anche “culturale” in questo senso. E però qui la gente sta soffrendo. Noi nel Salento abbiamo fatto un agosto arido. Anche se il lusso è andato bene, non possiamo vivere solo di lusso. Non si può fare turismo solo con gli stranieri, ci vuole una base domestica. Il turismo di prossimità rappresenta lo zoccolo duro su cui costruire le nicchie».
Qual è la sua proposta?
«Io sono un tecnico, non mi devo candidare, e la soluzione è fare quello che si fa normalmente nella costruzione di un masterplan di una regione. Serve un’analisi scientifica, con Big Data, un tavolo tecnico per lo sviluppo di un masterplan a 5 anni e concertazione con tutta la Puglia e non spingendo solo su Bari, ma cercando di capire che turismo fare per non avere una regione scompensata, con una Bari fortissima e che non ha camere e un Gargano che ha camere e sta soffrendo. Un piano che permetta di massimizzare i profitti del turismo e avendo uno sviluppo che sia sostenibile. Ripeto che non voglio fare azione politica, ma credo che la soluzione è l’umiltà. È dire: pensavamo andasse tutto bene, invece no. Se non agiamo così, siamo destinati a fare la fine della Costa Brava e allora sì che piangeremo».
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