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MODESTA CONSIDERAZIONE SULLA VIESTE “MILIARDARIA”

Che Vieste avesse fatto il salto era già noto dall’inizio degli anni ottanta, tanto che arrivò il certificato riconoscimento nel 1987 quando, a seguito dell’iniziativa della Presidenza del Consiglio dei Ministri era stata inserita fra i “100 Comuni della Piccola Grande Italia” protagonisti dello sviluppo economico fondato sul sistema della piccola e media impresa. La riqualificazione (anche se disordinata) delle aziende turistiche con la famosa legge 3 del 1992 sancì il passaggio definitivo da un’economia contadina ad un’economia imprenditoriale, anche se confusa. Ma, l’economia imprenditoriale esige delle conoscenze e qui i primi seri intoppi. Non la facciamo semplice, ma, alla domanda perché a Vieste ogni anno nascono pizzerie, segue la scontata risposta: perché per aprire una pizzeria non ci vogliono “tante conoscenze”. Il nostro è stato un paese di contadini e non di agricoltori, un paese di pescatori e non di marinai. Esserne consapevoli sarebbe già un gran passo avanti. Aggiungiamoci che in questi primi 60anni di turismo sono nate le nuove classi sociali, facendo passare il solo messaggio: o proprietario di almeno 5 posti letto o cameriere, o… pizzaiolo. Sembra più una forma di riscatto sociale che imprenditoriale. Così oggi gran parte, c’è chi quantifica nel 70%, di quei miliardi, escono fuori Vieste. Perché tutto l’indotto, cioè la conoscenza, si è costretti ad acquistarlo fuori, con il paradosso di aver fatto studiare i nostri figli cui non viene affidato, ma neanche incoraggiato o messo alla prova, il lavoro. E’ questa la curva a gomito che dovremo oltrepassare. Non illudiamoci. Le nostre sacche di povertà sono alla vista di tutti. “È sapiente solo chi sa di non sapere, non chi s’illude di sapere e ignora così perfino la sua stessa ignoranza” ci ha declamato nostro padre Socrate. Altro che miliardari!

n.