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GATTA MANDA A CASA ROTICE: “MI RENDO CONTO DI AVER SCELTO UN PROFILO SBAGLIATO PER MANFREDONIA”

Il parlamentare di Forza Italia ha messo fine alla sciagurata amministrazione Rotice: “Solo atteggiamenti arroganti. I miei consiglieri hanno preferito la città e la lealtà alle poltrone”.

Con la stessa grinta e determinazione che nel 2021 lo aveva portato alla vittoria, il parlamentare di Forza Italia Giandiego Gatta ha mandato a casa il sindaco di centrodestra Gianni Rotice, voluto a capo della coalizione proprio da lui. Determinanti le firme di quattro consiglieri forzisti che si sono aggiunte ai 9 di opposizione e ad un indipendente.

Lo raggiungiamo nella sede di Forza Italia, quartier generale dove il deputato manfredoniano ha costruito la sua leadership politica. “Già da un anno avevamo capito che c’era un corto circuito tra i consiglieri comunali di Forza Italia, il primo partito della coalizione e il più suffragato a Manfredonia, e il sindaco Rotice. Sindaco che a gennaio scorso con una improvvida scelta ci ha fatto perdere le elezioni provinciali, sostenendo un candidato di rottura e negando alla città di Manfredonia di avere un consigliere di maggioranza nella persona di Liliana Rinaldi. Poi tante altre scelte non partecipate, non condivise. Si era arrivati al punto che i nostri consiglieri si sentivano frustrati, senza mai poter dare il proprio contributo. Abbiamo cercato in tutti i modi di evitare di arrivare a tanto, di evitare la crisi. Qualche giorno fa abbiamo chiesto una verifica politica al sindaco. La risposta è stata la defenestrazione del vice sindaco Giuseppe Basta, il più votato della nostra lista, e il ritiro della delega al turismo a Liliana Rinaldi. Evidente che Forza Italia non poteva più stare a sottostare a queste sue prese di posizione. Ci è sembrato un atto di arroganza, di prevaricazione rispetto al quale non potevamo non decidere di staccare la spina al sindaco Rotice che ha vinto grazie a Forza Italia. Senza di noi il sig Rotice si sarebbe piazzato quarto tra i candidati sindaci”.

E ancora: “Ci rendiamo conto, mi rendo conto di aver sbagliato nell’individuare il profilo giusto per la città, ma siamo ancora in tempo a correggere il tiro. Pentito? Si, lo dicono i fatti. Non posso essere felice. Ho cercato più volte di mediare, di rinfrancare gli animi dei consiglieri comunali che poi hanno deciso di firmare per lo scioglimento del consiglio. Ho cercato di far capire al sindaco che doveva adottare una gestione più partecipata. Nulla da fare. Solo atteggiamenti arroganti. I miei consiglieri hanno preferito la città e la lealtà alle poltrone”. Due di loro, Riganti e Vitulano hanno preferito prendere una strada diversa. “Auguri a loro, non credo che gli capiterà più una ghiotta occasione come questa”.

saverio serlenga