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TURISMO/AFFITTI BREVI, LA STRETTA DEL GOVERNO. MINIMO 2 NOTTI E MULTE PIU’ SALATE

Un Codice identificativo na­zionale su campanelli, annun­ci online e palazzi. Almeno 2 notti di soggiorno. E poi ri­spetto degli obblighi di igiene, sicurezza e antincendio, così come avviene per le strutture alberghiere. Il tutto con san­zioni fino a 8 mila euro per chi non si adegua. Anche l’Italia si avvia ad avere una regolamen­tazione sugli affitti brevi.

Dopo Barcellona, Parigi, e l’ultima stretta di New York, che limita le locazioni brevi solo dove vive anche Fhost, il proprietario di casa. Annunciato più volte, è arrivato il disegno di legge del ministero del Turismo che in 8 articoli disciplina «le locazioni di immobili ad uso abitativo per finalità turistiche».

Si tratta di una stretta ulte­riore rispetto al testo presenta­to alle categorie in maggio, che definisce regole uniformi per tutta Italia per «contrastare il fenomeno dell’abusivismo nel settore».

Arriva il Cio, il Codice identificativo nazionale, obbli­gatorio e assegnato dal mini­stero per gli affitti brevi: de­v’essere esposto sull’abitazione e sull’edificio e segnalato sul­l’annuncio online con il numero dei posti letto. Senza, le san­zioni arrivano a 8 mila euro.

E previsto poi un tetto minimo di 2 notti (nei 14 comuni me­tropolitani e nelle città d’arte) di permanenza. Un limite che non piace però all’Aigab, l’as­sociazione italiana gestori af­fitti brevi, che lo considera «un favore agli albergatori».

Ma Federalberghi è soddisfatta a me­tà. Il presidente Bernabò Bocca aveva chiesto che il tetto salisse a 3 giorni: «Si sarebbe evitata la concorrenza agli alberghi soprat­tutto nel weekend». Salta la deroga per le famiglie nume­rose: se scelgono case private, devono restare almeno 2 gior­ni.

Si abbassa a 2 — da 4 —, il limite massimo di case da de­stinare alla locazione breve usufruendo dell’agevolazione della cedolare secca: da 3 in su il proprietario diventa impren­ditore e dovrà rispettare la rela­tiva disciplina. Una scelta che ha fatto saltare sulla sedia le as­sociazioni Aigab, Confedilizia, Flaip e Prolocatur che in una nota congiunta bocciano il ddl «palesemente mirato a contra­stare l’ospitalità in casa a vantaggio di quella in albergo» e parlano di «deriva liberticida rispetto al diritto costituzio­nalmente garantito di poter af­fittare liberamente il proprio immobile».

Tra le nuove rego­le (contestate), c’è anche il ri­spetto degli adempimenti su sicurezza, igiene e antiincendio. «Sono molti anni che si aspettava un intervento speci­fico — dice la ministra Daniela Santanchè —, abbiamo affron­tato la situazione degli affitti brevi già mesi fa avviando ta­voli di confronto con associa­zioni, Regioni e sindaci: questa nostra proposta serve per for­mulare soluzioni efficaci ed ef­ficienti che possano essere condivise».

corrieredellasera