(Riceviamo e pubblichiamo) ——
“L’estate stà finendo” (di Righeira memoria)…bilanci turistici più o meno lusinghieri e la sensazione diffusa che il Gargano stia raschiato il fondo del barile anzitempo. Grandi polemiche sui prezzi ma quasi sempre senza chiedersi come si forma un prezzo, quali componenti materiali e immateriali lo determinano, queste le discussioni oregliate al bar.
Poniamo ad un estremo Villa Cimbrone, a Ravello. Che si tratti dell’hotel o del ristorante è ovvio che formano il prezzo non solo l’eleganza degli ambienti, la qualità degli arredi, dei cibi, delle bevande, dei servizi, etc. ma anche lo scenario, lo skyline, il paesaggio curato del verde e del mare.
Se all’estremo opposto poniamo un qualche ristorante, per esempio, di Porto Cesareo e ponendo per fantasiosissima ipotesi che cibi, bevande e servizio siano allo stesso livello di Villa Cimbrone, di quanto dovrebbe scalare il conto perché al solo volgere dello sguardo il cliente (mare a parte) incontra uno dei più colossali sfracelli edilizi costieri?
È difficile prendere atto che se si è deciso di murare il mare a Peschici, il prezzo lo paga l’impresa turistica? Quanto deve incidere sul prezzo la possibilità di cenare parlando a voce normale, in uno scenario non stuprato da incuria, di abusivismo pietosamente condonato, di notevoli disastri estetici? Ma mettiamo in conto pure che la domanda sia di musiche a tutto volume, gente che parla a voce altissima e inutili e dannose (per gli ospiti) “notti bianche”.
Di che target si tratta? Cara Peschici. Quanto fai pagare la pizza?
Il turismo è un’attività commerciale come tante altre. Si può vendere il Rolex vero e il Rolex patacca ma non si possono vendere allo stesso prezzo.
Il mare e l’alba a Peschici sono elementi naturali e metereologici. Non citiamo la terra sulla quale, il vandalismo umano si è esercitato con una ferocia degna di miglior causa.
Immagino che avete persi i Vip. Ma i Vip, è bene saperlo, godono di uno status particolare per censo e non solo. E il resto? È sul resto che si deve scegliere e la scelta genera il prezzo. Se tra il target scelto e i prezzi c’è disallineamento s’incorre nella truffa, quindi nella perdita di reputazione, quindi nel fallimento. Il Rolex fasullo è un po’ come «la paposcia gourmet» che proponete.
Anche la «non scelta», costituisce un’offerta: tutto e il contrario di tutto come se si potessero intercettare tutti i target, l’«alto» e il «basso», la qualità e la robaccia.
Un vecchio slogan del Maggio parigino diceva «La cultura e come la marmellata. Meno ce n’è e più la si spalma». La non poca qualità «alta» è fortemente danneggiata dalla cospicua qualità «bassa» che dilaga. Molti, troppi danni sono stati inflitti non solo all’ambiente, da vostri “cercatori dell’oro”, bramosi di soldi, oramai (è evidente anche all’ospite) capacissimi di vendere la propria e l’altrui anima al diavolo….(mi dicono, cosa che avrebbe già dovuta digerire la nuova classe dirigente di Peschici).
Se ne desume che i «prezzi» fuori target faranno pagare al turismo un «prezzo» alla lunga insostenibile.
A meno di non voler fare sul serio. In altre parole, salvare il salvabile, che non è poco e scegliere finalmente cosa si vuole essere. Quello che escluderei per te, cara Peschici, è un futuro da «Ibiza dei poveri», (anche se lì almeno le manifestazioni turistiche lungi da essere pseudo parrocchiali) : troppo cara per i poveri e inguardabile per i più agiati.
Prometto: tornerò perché, in fondo, il Gargano e il gioiello Peschici sono unici, ma datevi una mossa….e cercate di sfogliare qualche libro.
edoardo celli
torino