E’ accusato di detenzione di 11 chili e mezzo di hashish e marjuana Fabio Vario, 33 anni di Vieste, arrestato in flagranza dai carabinieri nella cittadina garganica lunedì scorso. Interrogato ieri mattina dal gip del Tribunale di Foggia Margherita Grippo, il giova-. ne si è avvalso della facoltà di non rispondere: il giudice ha accolto la richiesta della Procura, convalidato l’arresto e disposto la prosecuzione della detenzione in carcere; il difensore, l’avv. Salvatore Vescera, chiedeva la concessione degli arresti domiciliari ritenendoli misura cautelare idonea e evitare il rischio di reiterazione del reato.
L’indagato era a bordo di una “Fiat Multipla” notata nel primo pomeriggio del 25 settembre sul lungomare di Vieste da una pattuglia di carabinieri; l’auto viaggiava a velocità sostenuta secondo gli investigatori che hanno così deciso di seguirla per qualche centinaio di metri, bloccarla e identificare il conducente in Vario.
Il giovane si sarebbe mostrato nervoso al momento del controllo, secondo la tesi accusatoria: da qui la decisione degli investigatori di perquisire lui e l’auto. Nel retro della macchina c’era il carico di droga suddiviso in un paio di pacchi di cartone; sequestrati una novantina di “panetti” di hashish di un etto ciascuno per un peso complessivo dì circa 9 chili e alcuni plichi contenenti marijuana per un peso di 2 chili e mezzo; non è noto quante dosi si potessero ricavare dalla droga analizzata presso il “lass” (laboratorio analisi sostanze stupefacenti) del comando provinciale dell’Arma a Foggia.
Come da prassi in questi casi, i militari hanno esteso gli accertamenti e perquisito abitazione del sospettato e un magazzino che sarebbe nella sua disponibilità, rinvenendo nel corso delle ispezioni circa 7 mila 500 euro in contanti. Da dove proviene la droga? A chi era eventualmente destinata? Sono domande alle quali cercherà di rispondere il prosieguo delle indagini; il giovane garganico ha scelto la linea del silenzio davanti al giudice per le indagini preliminari che gli chiedeva conto del trasporto ai quel po’ po’ di sostanza stupefacente.
Nel decidere per la detenzione in carcere del presunto corriere della droga, il giudice ha rimarcato sia il suo passato giudiziario (un’accusa per rapina ma molto datata nel tempo e risalente a circa 12 anni fa) sia soprattutto la gravità dei i fatti: ha quindi ritenendo sussistente il rischio di reiterazione del reato che solo la detenzione in cella può escludere. Nell’analisi del gip, la quantità di droga sequestrata lascerebbe ipotizzare “un’attività di spaccio tutt’altro che occasionale e l’inserimento dell’indagato in un più ampio circuito dedito al traffico di droga”.
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