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TRIBUNALI, LUCERA E RODI GARGANICO DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA “NESSUNA CONTRAPPOSIZIONE, QUESTIONI SONO DISTINTE E SEPARATE”

La presidente dei Consiglio Regionale Loredana Capone è stata ascoltata dalla seconda Commissione dei Se­nato, alla presenza del consigliere regiona­le Antonio Tutolo, sulla richiesta del ripri­stino del Tribunale di Lucera,

Un fatto che ha creato una sorta di attesa affinché ciò realmente possa concretizzar­si, Sul punto, l’Attacco ha chiesto un com­mento all’avvocato lucerino Giuseppe Agnusdei. “Ho partecipato a tutti i tentativi che ci sono stati per evitare che ci fosse la soppressione nel 2013”, riferisce. “Perso­nalmente ho avuto circa 70 incontri tra Mi­nistero, commissioni giustizia di Camera e Senato ma non è valso a nulla. Dopo, ab­biamo creato un comitato nazionale dei Tri­bunali accorpati, del quale io sono il presi­dente, e il 16 giugno scorso a Roma abbia­mo incontrato il sottosegretario alla Giusti­zia Andrea Delmastro.AI momento siamo ancora in una situazione di attesa”.

Lo stesso Delmastro ha fatto presente che il Governo sta pensando a un intervento che riguarderà pochissimi uffici: uno ai nord, uno al centro e uno al sud. L’altro per­corso è quello parlamentare. La situazione pugliese, che si concentra in particolare in Capitanata, è stata rappresentata dalla presidente del Consiglio regionale.

“Ha fatto presente che non un problema di campanile, ma la Capitanata ha bisogno di altri presidi giudiziari necessari per affron­tare i problemi del settore giustizia civile e penale. Qual è il mio pronostico? Bisogna capire se ci sarà un seguito alla volontà po­litica, noi ce lo auguriamo”, continua Agnu­sdei.

“Le maggiori criticità? Tenga conto che sia­mo passati da otto uffici a un unico presidio: questo dà l’idea del ‘trauma’ dell’accorpa- mento di queste dimensioni. Foggia, dun­que, si è ritrovato a essere il quarto Tribu­nale d’Italia – dopo Roma, Milano e Napoli – per numero di processi da gestire. Vi è, quindi, l’esigenza di rivedere le piante orga­niche, di ampliarle. Infine, per gli operatori e l’utenza – vista l’estensione della provin­cia -vi è la difficoltà di raggiungere la sede. Soprattutto dal Gargano”.

E a tal proposito, si esprime anche l’avvocato peschiciano Gianni Maggiano.“Non siamo con­trari all’apertura della sede di Lucera. Ma questo non risolve i problemi del nostro ter­ritorio: le due questioni sono distinte e se­parate”, evidenzia. “Mi batto solo ed esclu­sivamente per far ritornare il Gargano nord, che a livello nazionale è quello più penaliz­zato dalla riforma, nelle stesse condizioni antecedenti al 2013. Oggi noi, grazie agli sforzi dei Comuni (Peschici, Rodi Garganico, Ischitella, Vico de! Gargano, Carpino e Cagano Varano, ndr), continuiamo ad ave­re un ufficio giudiziario, quello del Giudice di Pace, sovvenzionato dalle amministra­zioni comunali. Se non avessimo vinto un ricorso con il Ministero, non avremmo nes­sun ufficio giudiziario. Riusciamo, dunque, a svolgere cause fino a 10mila euro per i danni di beni immobili, fino a 25mila euro per i sinistri stradali”, aggiunge Maggiano. “Come associazione avvocati garganici, stiamo portando avanti una battaglia per ri­tornare alle condizioni precedenti la riforma del 2013 con la possibilità di celebrare lo stesso numero di processi”, prosegue l’av­vocato peschiciano.

“Prima del 2013, infatti, era presente la sezione distaccata del Tribunale di Lucera a Rodi Garganico: si svolgevano processi penali, civili, per cause di lavoro fino a un certo punto. Dopo il 2013 i nostri fascicoli sono stati trasferiti”.

Un’ulteriore speranza, però, arriva da una recente approvazione, a livello nazionale, di una riforma che allargano le competenze del Giudice di Pace.

“Si potranno celebrare cause civili fino a ‘ 50mila euro, cause penali di alcuni reati che sono ancora di competenza del Tribunale monocratico”, sottolinea Maggiano. “Una riforma che doveva entrare in vigore nell’ot­tobre del 2023, ma che è stata rinviata al­l’ottobre del 2025. Per noi garganici rappre­senterebbe già un passo in avanti perché riusciremmo a ritornare più o meno sui livel­li precedenti al 2013 come numero di pro­cessi celebrati. Ho evidenziato questo tipo di esigenza a tutti i livelli: ad esempio, l’ulti­ma volta ne ho parlato con il viceministro Francesco Paolo Sisto.L’entrata in vigore di questa riforma, già approvata, sarebbe fondamentale. Allo stesso Sisto, inoltre, ho prospettato l’idea di utilizzare questa rifor­ma in via del tutto sperimentale sul Garga­no nord, in modo tale da sfruttare questa possibilità anche prima del 2025”.

“Disagi? Peschici, a livello nazionale, è il centro che dista di più dalla sede centrale del Tribunale, precisamente 125 chilome­tri”, afferma Maggiano. “E’una distanza, però, che si sviluppa su strade provinciali e statali tortuose e a percorrenza abbastan­za lenta anche per alcuni lavori presenti da diversi mesi. Ci voglio, dunque, almeno 2 ore per raggiungere Foggia. Anzi, a tal pro­posito ne approfitto per chiedere lo state dell’arte, come già fatto in altre sedi, di al­cune opere che sembrano ferme. Il nostro territorio, inoltre, non è collegato con i mez­zi pubblici: nel senso che non ci sono i pre­supposti per arrivare in orario alle udienze. Si dovrebbe addirittura partire il giorno pri­ma e trascorrere la notte nel capoluogo dauno”.

A causa di questa difficoltà, Maggiano, in­sieme a sindaci della zona, si è reso promo­tore della creazione di un’associazione che ha ottenuto un finanziamento regionale per l’apertura di un ufficio di prossimità della giustizia. Sempre dalla Regione, inoltre, è arrivato un altro finanziamento di circa 200mila euro per sostenere i costi dell’uffi­cio giudiziario del Giudice di Pace.

l’attacco