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IL TURISMO DEL MARE È L’ORO DI PUGLIA. «MA CON PIÙ QUALITÀ E RESORT LUXURY». FLESSIONE PER I GRANDI ATTRATTORI: VIESTE (-1% DI ARRIVI E -2% DI PRESENZE)

Il Report di analisi e ricerca dopo le polemiche del caso frisella. «Offerta estiva da rivedere».

«La filiera del mare è la vera miniera del turismo pugliese. Ma c’è bisogno di focalizzare meglio l’offerta sui versanti della qualità, dei servizi e del segmento del lusso. Perché il nome e l’appeal da soli non bastano».

È in estrema sintesi quanto emerge dal «Report di Analisi e Ricerca» (di Risposte e Turismi) sul settore in Puglia. Bisogna tornare alle calde giornate di luglio scorso quando scoppiò la polemica sul caro vacanze, soprattutto in Salento e nel Barese, con i casi di pucce e friselle vendute rispettivamente a 26 e 16 euro. Dopo le batoste presenti rete e le critiche generalizzate la Regione fu costretta ad avviare un monitoraggio completo per capire dove andare e quali errori non commettere.

Dopo cinque mesi ecco l’esito che un po’ contrasta con le scelte strategiche fatte dall’assessorato al Turismo negli ultimi periodi (che ha puntato sulla diversificazione).

L’analisi parte dal segmento balneare che raggruppa 85 Comuni per 545 lidi balneari e 6.150 strutture ricettive divisi in sei ambiti (Gargano e Daunia, Puglia imperiale, Bari e la costa, Valle d’Itria, Salento e Magna Grecia, Murgia e Gravine).

Ecco i dati sui flussi: «Il confronto del 2023 con lo spetto periodo dell’anno precedente segna una sostanziale tenuta su maggio-settembre: più 1,29% in termini di arrivi e meno 0,52% in termini di presenze, mentre sul bimestre luglio-agosto c’è il meno 0,55 % sugli arrivi e il meno 2,26% sulle presenze».

Si è passati a 1.296.077 arrivi (a fronte di 1.303.292 del 2022) e 7.148.558 (7.313.638 precedenti). È dalle performance delle prime 10 località turistiche pugliesi che si può comprendere cosa non va: l’estate del 2023 ha fatto segnare una flessione per i grandi attrattori di Vieste (-1% di arrivi e -2% di presente) e Ugento (-3%, e -8%), mentre guadagnano Gallipoli (+7%, +5%) e Otranto (+3%, +2%).

Ma la performance migliore è quella di Melendugno che, in barba agli ipotetici pericoli del gasdotto Tap, ha fatto segnare un aumento del 14% di arrivi e del 13% di pernottamenti. «Continua il trend di crescita degli arrivi degli stranieri – prosegue lo studio – che hanno pesato lungo le coste per il 31% (erano il 26% nel 2019 e il 28% nel 2022).

Quanto a provenienza, i primi tre mercati 2023 (maggio-settembre) sono Francia (128.379 arrivi), Germania (102.907) e Stati Uniti (59.208). Questi tre mercati hanno segnato rispettivamente un +52%, +14% e +62% rispetto al 2019».

Infine, ci sono le strategie suggerite: rafforzamento dell’offerta balneare nei mesi spalla (allungamento stagione), valorizzazione e trasparenza degli stabilimenti balneari (con una classificazione delle strutture che realmente investono), riposizionamento del prodotto balneare nel mercato domestico (con un’adeguata promozione verso gli italiani rendendone più attuale l’immagine e di conseguenza la stessa promozione) e consolidare e rafforzare l’internazionalizzazione in corso.

Altro settore da sostenere è quello croceristico che vede la Puglia essere in quinta posizione in Italia con 660.025 passeggeri e 306 approdi effettuati. Anche qui il flusso dei viaggi è schiacciano nei mesi estivi con una migliore destagionalizzazione solo nel porto di Bari. Otranto, invece, è la realtà con la concentrazione più alta di compagnie luxury (55% degli accosti effettuati da questo tipo di unità).

Le escursioni preferite sono le “classiche”: Alberobello, Lecce, Polignano a Mare, Matera, le Grotte di Castellana, Valle d’Itria (Ostuni, Locorotondo, Cisternino, Fasano, Martina Franca).

Cosa fare? «Migliorare la qualità dell’offerta – continua ancora lo studio – perché le guide e gli accompagnatori turistici sono determinanti per il successo della visita. È necessario avviare un dialogo costante con le compagnie crocieristiche di lusso, attivando nei loro confronti una serie di incentivi e facilitazioni».

Per il turismo nautico e le attività sportive, infine, occorre aumentare il numero dei posti barca e i servizi offerti. La Puglia conta più di 30 marine e porti turistici con un forte orientamento all’accoglienza di turisti nautici in transito. Pochi si fermano per più giorni.

corrieredelmezzogiorno