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ACQUA – IMPENNATA DELLE TARIFFE IDRICHE IN PUGLIA. MA LA RETE RESTA UN COLABRODO

In Puglia e in Basilicata le tariffe idriche sono aumentate rispettivamente del 6,1 e del 16,5% tra il 2019 e il 2023. Ciononostante in entrambe le regioni, come nel resto del Sud e dell’Italia, le cifre pagate per la fornitura di acqua restano al di sotto della media europea e rischiano di rallentare gli investimenti nel settore, finanziati per l’80% proprio da quelle tariffe. A delineare lo scenario è The European House-Ambrosetti, durante la quinta edizione della community “Valore Acqua per l’Italia”.

In Italia ogni metro cubo d’acqua viene pagato 2,1 euro contro i 3,2 della media continentale, i 6,9 della Danimarca e i 6,3 della Germania che hanno le tariffe idriche più alte dell’Unione europea. Il basso livello delle tariffe si riflette nell’altrettanto basso livello degli investimenti nelle infrastrutture idriche: 56 euro per abitante l’anno a fronte dei 78 registrati a livello continentale. Non deve meravigliare, dunque, il fatto che, nel nostro Paese, il 25% della rete abbia più di 50 anni e che le condotte facciano registrare perdite assai consistenti proprio come avviene in Romania, Grecia, Spagna, Cipro o Ungheria.

La Puglia si inserisce perfettamente in questo scenario, visto che a Taranto va disperso il 52% di acqua, a Bari il 45,6, a Foggia il 35, a Trani il 34,8, a Brindisi il 31, a Barletta il 29,7, ad Andria il 29,3 e a Lecce il 19,1. In Italia, invece, la media di acqua dispersa è pari al 36% con evidenti differenze fra singole regioni e singoli capoluoghi.