Si avvicinano le festività natalizie, con le tradizionali cene e riunioni di famiglia. Ecco i consigli e le regole fondamentali per passare queste settimane in tranquillità.
Cosa fare se si ha il sospetto di avere il Covid?
Eseguire il tampone per avere la conferma che si tratti realmente di infezione da Sars-CoV-2 e non di una malattia causata da un virus respiratorio diverso (esempio, virus influenzali, sinciziale, adenovirus o altri coronavirus differende dal Sars-CoV-2, rinovirus).
Dove fare i tamponi?
In farmacia il test antigenico rapido ma anche a casa con i kit molto semplici da usare, da acquistare in farmacia. Il test più affidabile è comunque quello molecolare da richiedere in un laboratorio.
Se sono positivo sono obbligato a restare in isolamento?
No, l’obbligo di isolamento è terminato a agosto 2023, col decreto Omnibus poi seguito da una circolare del ministero della Salute che ha indicato i comportamenti da osservare in caso di positività ponendo fine alla regola dei cinque giorni di «chiusura in casa» per sintomatici e asintomatici.
Quindi come mi devo comportare?
Anche se non c’è obbligo è consigliabile restare a casa almeno fino a quando non finiscono i sintomi. La circolare ministeriale dell’11 agosto raccomanda di attuare le precauzioni utili a prevenire la trasmissione della maggior parte delle infezioni respiratorie.
Quali sono?
Indossare la mascherina FFP2 se, essendo positivi, si entra in contatto con altre persone. Corretta igiene delle mani. Evitare ambienti affollati. Evitare il contatto con persone fragili, immunodepresse, donne in gravidanza e di frequentare ospedali e residenze per anziani.
Il medico va contattato?
Sì se sono una persona fragile o immunodpressa, se i sintomi non si risolvono dopo 3 giorni o se le mie condizioni peggiorano.
Devo andare al pronto soccorso?
No.
Posso andare al lavoro?
Sì, non c’è nessun divieto e neanche obbligo di indossare la mascherina. Vanno comunque osservate con scrupolo le precauzioni. Il ministero raccomanda semplicemente di restare a casa fino alla risoluzione dei sintomi.
E se sono venuto a contatto con un positivo?
Anche in questo caso, nessun obbligo di mascherina né di isolamento.
Quali sono i sintomi del Covid?
Le varianti ora in circolazione, derivate dal ceppo Omicron, danno sintomi in generale lievi come raffreddore, mal di gola, qualche linea di febbre. Ma possono causare anche forme più fastidiose con febbre alta e grande senso di spossatezza, naso che cola, tosse.
Devo prendere antibiotici?
No, il Sars-CoV-2 è un virus e gli antibiotici non sono efficaci contro i virus. L’antibiotico entra in gioco in caso di complicazioni dovute alla sovrapposizione di un batterio. Chiamare sempre il medico.
Mi devo vaccinare?
In via prioritaria dovrebbero vaccinarsi gli anziani e comunque chi ha più di 60 anni, fragili per patologia, immunodepressi. Il Covid può esprimersi con forme severe che colpiscono i polmoni soprattutto di questi individui fino a rendere necessario il ricovero in ospedale.
E se ho meno di 60 anni?
Il vaccino è gratuito per tutti. Farlo o no dipende da una scelta personale e dal consiglio del medico. Quello oggi offerto dal sistema sanitario pubblico protegge dalle varianti ora in circolazione, per questo si dice che è un vaccino aggiornato. In Italia sono stati acquistati due vaccini (Pfizer e Novavax).
Faccio in tempo a vaccinarmi?
Sì, la stagione più indicata per vaccinarsi è quella invernale. Si può ricevere la dose a distanza di almeno 4 mesi dall’ultima dose ricevuta o dall’infezione contratta naturalmente.
Posso fare il vaccino anti Covid assieme a quello anti influenzale?
Sì, non c’è nessuna controindicazione.
E i bambini?
Il ministero raccomanda il vaccino ai bambini di età superiore a 6 mesi affetti da patologie croniche e da situazioni di immunocompromissione. La decisione è del pediatra.
In queste settimane di feste, bisogna evitare baci e abbracci?
Secondo Francesco Vaia, direttore dell’ufficio Prevenzione del ministero della Salute, «non c’è nessuna ragione di modificare i propri comportamenti. Tutti gli indicatori epidemiologici ci dicono che non c’è per il momento motivo di temere un’ondata di casi. Il loro aumento era previsto come quello dei casi legati agli altri virus respiratori. Non c’è necessità di inasprire le misure di contenimento. Proteggiamo le persone fragili non esponendole al rischio di contagio».
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