Erano tre, sono diventati cinque. Alla voce “cattura principali latitanti” nessuna casella è stata sbarrata nel 2023, anzi se ne sono aggiunte un paio. Fine anno, tempo di bilanci e quello della Squadra-Stato sul fronte della caccia ai “wanted” è deficitario, perchè dei 5 principali ricercati foggiani continua a non essersi traccia: in alcuni casi sono passati già tre anni di vane ricerche.
L’…HIT PARADE – Leonardo Gesualdo, 37 anni, esponente della “Società”, descritto dai pentiti come un killer, è ricercato dal 16 novembre 2020 quando sfuggì al blitz “Decimabis” contro la mafia del pizzo, cui è seguita a ottobre la condanna in primo grado a 12 anni per associazione maliosa quale affiliato al clan Moretti. Olinto Bonalumi, 64 anni, anche lui di Foggia, mente di furti in caveau e assalti a blindati, è inseguito dal 16 gennaio 2021 da un ordine di carcerazione dovendo scontare un cumulo pene di 13 anni, 4 mesi e 11 giorni per reati commessi tra 95 e 2011, tra cui un furto da 5 milioni e 350mila euro e una rapina da 3 miliardi di vecchie lire.
Gianluigi Troiano, trentenne di Vieste, braccio destro del capoclan Marco Raduano, contumace al processo in cui è imputato di un omicidio collegato alla guerra di mafia gargamica, evase il dicembre 2021 dall’appartamento di Campomarino dove scontava ai domiciliari 9 anni e 2 mesi per traffico di droga. Il suo boss, Marco Raduano, quarantenne di Vieste, al vertice dell’omonima batteria coinvolta nella sanguinosa guerra di mafia nella cittadina garganica, recentemente condannato in primo grado all’ergastolo per due omicidi e un tentato omicidio, fuggì il 24 febbraio 2023 dal carcere di Nuoro dove scontava 19 anni per traffico di droga aggravato dalla mafiosità. Vincenzo Fratepietro, cerignolano di 54 anni, ultimo in ordine di tempo a sottrarsi alla cattura, ritenuto un elemento di peso nei traffici di droga, è ricercato per due blitz contro il narcotraffico: “Cocktail” del 14 marzo 2023 con 23 arresti a Cerignola; e “Game over” del 24 luglio successivo contro la “Società foggiana” (è accusato d’essere stato un fornitore di cocaina dei clan) contrassegnato da 82 ordinanze cautelari, una sola ancora da eseguire.
TERRA BRUCIATA – Non si ha notizia come ovvio visto il segreto istruttorio, dello stato delle ricerche dei 5 ricercati; se e quanto le forze dell’ordine siano state vicine a catturarne qualcuno. Il passato insegna che per ammanettare un latitante bisogna fargli terra bruciata, individuare e colpire la rete di fiancheggiatori, di chi gli trova rifugi, gli porta soldi, fa da messaggero. Ma anche su questo fronte molto poco da segnalare: se si escludono tre persone arrestate a dicembre 2022 con l’accusa di aver favorito la latitanza del viestano Gianluigi Troiano, non si è avuta notizia di altre retate analoghe.
UNA PRIORITÀ – La cattura di ricercati così pericolosi in considerazione delle accuse a Gesualdo, Troiano, Raduano e Fratepietro, è una priorità. Perchè la latitanza di uomini ritenuti affiliati e/o contigui alla quarta mafia d’Italia (la definizione ingloba Società foggiana, clan garganici e mafia cerignolana) è un segno di forza delle organizzazioni criminali: di capacità di controllo del territorio se il ricercato si nasconde nella propria area di azione e interesse, e di collegamenti con altre mafie quando trova protezione fuori dalla “zona comfort”. E anche perché in un periodo in cui i principali capi dei clan foggiani e garganici sono detenuti (tranne Raduano e altre rare eccezioni) i latitanti di peso possono coprire vuoti decisionali per mantenere operativi i sodalizi. Infatti i carabinieri che cercano da 2 anni Troiano per portarlo in cella, ipotizzano che la sua fuga dai domiciliari il dicembre 2021 fosse stata decisa per occuparsi del clan Raduano in un momento di vuoto di potere successivo al blitz “Omnia nostra” contro la mafia garganica; vuoto di potere che peraltro lo stesso Raduano ha… provveduto a colmare lo scorso febbraio, allungando l’elenco dei wanted. Aspettando e sperando che qualcuno prima o poi cada nella rete.