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CONSORZIO DI BONIFICA DEL GARGANO – AUMENTANO LE QUOTE PER SOCI E COMUNI

ESPLODE LA RABBIA DI PRIVATI E DELLE 13 AMMINISTRAZIONI COINVOLTE, SOS ALLA REGIONE —–

La vertenza in atto al Consorzio di bonifica montana del Gargano, già sollevata dalle organizzazioni sindacali, diventa un caso politico. Ne è convinto il segretario provinciale del Partito democratico, Pierpaolo D’Arienzo, che interviene anche nella sua qualità di sindaco di Monte Sant’Angelo, uno dei comuni interessati alle attività del Consorzio.

«A seguito dell’intervento del sindaco di San Marco in Lamis, Michele Merla, che ha manifestato gravi preoccupazioni da parte di molti colleghi sindaci del Gargano, credo sia opportuno aprire ima riflessione sull’attuale gestione e, di conseguenza, sulla opportunità o meno di mantenere in piedi un ente strumentale come il Consorzio di Bonifica Montana del Gargano alle attuali condizioni», spiega il segretario del Partito Democratico di Capitanata, Pierpaolo d’Arienzo che aggiunge: «Tali preoccupazioni, infatti, derivano da una gestione discutibile, a tratti poco chiara, che non ha visto e non vede tuttora alcun coinvolgimento dei principali attori del territorio da parte dell’attuale governarne del Consorzio stesso.

Un esempio è dato dalla delibera con la quale il consorzio d’amministrazione ha deciso di aumentare del 15% le quote consortili. Un incremento che ha una ricaduta nefasta sui bilanci degli enti comunali ma anche sui conti di molti proprietari di terreni privati ricadenti nel comprensorio di competenza; migliaia di euro in più che annualmente verranno incassati, senza ricadute di sorta sui territori in termini di servizi e lavori».

Per il segretario provinciale del Partito democratico d’Arienzo «paradossale, invece, è la vicenda degli attraversamenti con la richiesta da parte degli attuali amministratori del Consorzio di ingenti somme di denaro a carico dei comuni del Gargano, a titolo di arretrati e contributi a ruolo per gli anni avvenire: per ogni sentiero, strada comunale e/o altra infrastruttura viaria di proprietà comunale che interseca un canale, i comuni devono versare ingenti somme nelle casse consortili, senza che questi canali vengano ripuliti o manutenuti da decenni.

Anzi, spesso è accaduto che la pulizia sia stata garantita dagli stessi enti comunali, a proprie cure e spese. Centinaia di migliaia di euro da versare nelle casse del Consorzio che potrebbero essere utilizzate invece dai Comuni stessi per la manutenzione dei tanti chilometri di strade sparse su tutto il territorio Garganico. Al danno la beffa».

«E di beffa parliamo anche nel caso dello spostamento della sede a Cagnano Varano (la sede del Consorzio è stata sempre a Foggia, più facilmente raggiungibile da tutti gli utenti del Gargano) e della pericolosissima operazione di costituzione di una società in house (tra altro in controtendenza con le linee dello Stato sul contenimento della spesa)», rimarca il segretario provinciale del Pd.

“Due esempi, entrambi, di una gestione alquanto singolare dell’ente, che invece avrebbe dovuto concentrarsi sui tanti progetti già finanziati negli anni passati ed ormai arenati, sui quali incombe il rischio concreto di revoca del finanziamento, come per l’acquedotto rurale nel Comune di Monte Sant’Angelo del CIS Capitanata” – fa presente anche nella sua veste di sindaco.

D’Arienzo, infine, chiede: “Da tutto ciò scaturisce la domanda legittima dei cittadini del Gargano e degli enti pubblici: un consorzio gestito in questo modo ha ancora ragione di esistere? In tanti pensano che il Consorzio di Bonifica del Gargano possa ancora svolgere un ruolo importante nel nostro territorio, ma è chiaro che c’è bisogno di un drastico cambio di rotta. Riflessione quest’ultima che sindaci e rappresentanti delle varie istituzioni coinvolte devono porre al Presidente Michele Emiliano e all’Assessore Donato Pentassuglia, in un incontro da tenersi con estrema urgenza.