Tutti prendono tempo. Il governo con la lettera alla Commissione Ue inviata due giorni fa, nell’ultimo giorno utile, in risposta al parere motivato relativo alla procedura di infrazione sulle concessioni balneari. E l’esecutivo comunitario: una portavoce ha confermato che Bruxelles ha ricevuto la lettera di Roma e «ora la analizzerà».
La Commissione Ue a novembre aveva fatto un passo avanti nella procedura di infrazione verso l’Italia per il mancato adeguamento alla direttiva Bolkestein.
Il governo ha chiesto all’UE altri quattro mesi per completare la mappatura delle spiagge disponibili, dalla quale far emergere che non esiste una scarsità di spiagge che imponga di mettere a gara le concessioni esistenti. Il governo prevede dunque la possibilità di prorogare le concessioni fino a fine 2025 nel caso di «ragioni oggettive».
Dal punto di vista formale, se la Commissione Ue riterrà la risposta non in linea con le richieste, il passo successivo sarà portare l’Italia davanti alla Corte di giustizia Ue. Al momento sembra prevalere la linea del dialogo. Del resto a giugno ci sono le Europee e nessuno vuole andare allo scontro. Ma la Commissione è la guardiana dei Trattati, incaricata di far rispettare le regole Ue. Prima di arrivare davanti alla Corte ci saranno una serie di incontri tra i tecnici di Roma e Bruxelles. Ma una fonte vicina al dossier spiega che è probabile che l’esito finale sia la Corte di giustizia.