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MA DAVVERO AVREMO PIÙ TURISTI E MENO RESIDENTI?. LA POLEMICA DOPO LA STORIA DI UNA DONNA CHE NON È RIUSCITA AD ACQUISTARE CASA A BARIVECCHIA

La storia della 33enne barese che non riesce ad acquistare casa nella città vecchia sta facendo il giro del web. Messi un po’ di soldi da parte, la donna si è presentata in un’agenzia immobiliare per una proposta di acquisto di un piccolo immobile. «In agenzia, per quella stessa piccola casa microscopica diverse persone hanno presentato una proposta di acquisto.

 Di tutte queste la mia era l’unica per “uso personale”» scrive la nostra pro­tagonista sulla sua pagina facebook. «Sembra che a Bari, come in altre città prima, sia arrivato il culto dell’asservimento turistico, finaliz­zato solo alla predazione delle mag­giori risorse economiche nel minor tempo possibile – il commento – E dunque, ogni casa che io possa permettermi di acquistare, da sola, sembra già destinata ad un uso specifico: ospitare i turisti che ar­rivano in città».

 L’ultimo dubbio: «Mi interrogo sul valore che noi stiamo dando ai nostri territori con questa politica dell’ospitalità a tutti i costi, anche a costo di perdere quei cittadini che si vedranno costretti ad abbandonare il campo per man­canza di piccoli immobili e pos­sibilità abitativa.

Gli unici, tra l’al­tro, accessibili ai giovani che vo­gliono acquistare, senza poter di­sporre di chissà quale sostegno eco­nomico e familiare. E mentre a cena guardavo un servizio al tg sui con­tinui flussi turistici a Venezia mi chiedevo quale sia la nostra idea di città del futuro. Quella in cui avre­mo più turisti e meno residenti?».

Ma il fenomeno è vasto, nazionale e incontenibile. L’Unione inquilini della Toscana ha portato centinaia di persone in piazza per protestare contro il proliferare di b&b, «l’evo­luzione degenerata degli affittaca­mere che già imperversavano su Pisa. Studenti e famiglie di fatto sono “sfrattate” da questo feno­meno che vive di favori fiscali trop­po vantaggiosi».

 L’Unione inquilini ha ricordato che Napoli (quartieri Vomero, Posillipo, Fuorigrotta), Ve­nezia e Rojna hanno già provveduto a mettere paletti alla crescita dei B&b.

A febbraio 2020 il deputato Pd Nicola Pellicani aveva presentato nel decreto Milleproroghe un articolato testo che disegnava la stret­ta normativa sugli affitti brevi. La maggioranza del Governo Conte, però, si spaccò e Pellicani ritirò la sua proposta.

Nel novembre del 2021, invece, all’interno della ma­novra economica per il 2022, fu inserito un emendamento «di con­trasto all’evasione fiscale e con­tributiva» che permetteva ai co­muni di accedere alla banca dati che avrebbe dovuto censire tutti gli immobili destinati a b&b.

 Perché il tema è duplice: non solo la pro­liferazione di strutture che tolgono spazio e occasioni di vita ai re­sidenti, ma anche l’illegalità varia che ammanta l’esperienza di molte strutture, dall’evasione fiscale alla gestione dei sexy business.

L’ultimo testo destinato a normare il settore è stato elaborato nell’autunno scorso dal Ministero del Turismo. La nuova proposta cambia innanzitutto le finalità: se in una prima bozza (maggio 2023) l’obiettivo era contrastare «il ri­schio di un turismo sovradimen­sionato rispetto alle potenzialità ricettive locali e a salvaguardare la residenzialità dei centri storici ed impedirne lo spopolamento», il nuo­vo testo ha lo scopo di fornire una disciplina «uniforme a livello na­zionale nonché di contrastare il fenomeno dell’abusivismo nel set­tore». Attualmente il nuovo decreto del Governo è ancora in bozza.