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“BYE BYE CAPITANATA”, LA PREOCCUPANTE EMORRAGIA DEMOGRAFICA DELLA CAPITANATA. I DATI.

È stato pubblicato da pochi giorni l’ultimo censimento Istat (2023) sul nostro Paese e, i risultati sono a dir poco sconvolgenti per la provincia di Foggia, perchè assistiamo da un lato ad una vera e propria desertificazione e dall’altro ad un in­vecchiamento progressivo della popolazione senza precedenti.

La città di Foggia dal 2001 al 2023 perde oltre 10miLa abitanti (- 6,48% una città come Monte Sant’Angelo) e l’età media passa da 38,9 anni a 46 anni (+7,10). Manfredonia nel 2001 era la più numerosa dopo Foggia e la più giovane in assoluto insieme a Cerignola, a fine 2023 perde oltre 4mila abitanti (- 6,97% , una città come Mattinata) e l’età media passa da 37.40 anni a 45,80 anni (+8,40) risultando la città con il tasso di crescita di invecchiamen­to più alto della Capitanata.

Nessuno fa peggio di Manfredonia. San Severo perde 6.950 abitanti (-11,83%) con un’età media che passa da 37,40 a 45 anni (+7,60). Lucerà fa ancor peggio con un decremento di 4.396 abitanti (-12,51%) e l’età media passa da 38,20 anni a 45,50 (+7,30). Monte Sant’Angelo e San Marco in Lamis sono di fatto sulla via dell’estinzione: entrambe perdono oltre il 19% della popolazione, con Monte Sant’Angelo che passa da un’età media nel 2021 di 41 anni a 47,60 anni (+6,60) nel 2023, mentre S. Marco in Lamis fa ancora peggio passando da 38 anni a 45,3 anni (+7,30).

Le uniche tre città che non perdono popolazione nel periodo con­siderato sono Cerignola (-0,37%), San Giovanni Rotondo (+0.42%) e Vieste (+0,22%), ma anche per loro aumenta dram­maticamente l’età media della popolazione.

Cerignola passa da 35,80 anni a 42 anni (+6.10), San Giovanni Rotondo da 37,10 an­ni a 44,50 anni (+7.40), Vieste da 37,80 anni a 45 anni (+7,20). L’intera provincia daunia perde, nel periodo preso in esame, oltre 95mila abitanti (-13,72%) e ciò riguarda giovani di età compresa tra i 18-36 anni, per lo più istruiti.

Sono numeri che dovrebbero terrorizzarci sulla qualità e la so­stenibilità del nostro futuro, ma regna il silenzio assoluto. La do­manda delle domande è se c’è una via d’uscita o siamo condan­nati ad un futuro triste e alla desertificazione, per dirla in altri ter­mini “bye bye Capitanata”

L’unica risposta ci viene dagli studi economici fatti in ogni epoca e territorio da economisti di fama mondiale che dimostrano come la qualità delle istituzioni sia stata la risposta alla decadenza economica e sociale di molti paesi in ogni epoca e in ogni parte del mondo.

Le cause dello spopolamento sono la povertà, la mancanza di lavoro, il venir meno della fiducia, la responsabilità risiede nella qualità delle istituzioni politiche, economiche e sociali che ci diamo. Daron Acemoghan e J. A. Robinson, economisti di fama mondiale, lo dimostrano in un emozionante viaggio nella storia universale di civiltà in civiltà, di rivoluzione in rivoluzione

(Perché le nazioni falliscono?).

Chi ha distrutto Paesi, città, territori sono state sempre le elite che dominano e che preferiscono difendere i propri privilegi ed estrarre risorse dalla società invece che avviare un percorso di benessere per tutti.

Ciò avviene anche in questo territorio dove la politica e l’economia dominano approfittando del sonnambulismo della popolazione che non crede più in niente, individualistica, cinica, rassegnata, cattiva Se non ritroveremo il senso di comunità e di bene comune il destino è segnato, saremo un territorio di persone vecchie, povere e in solitudine. Uno scenario i cui contorni sono già ben visibili a tutti.

l’attacco