Appena la brezza marina che soffia dall’Adriatico ripulirà piazza San Domenico dal miasma di fogna, proveremo a parlare del futuro di questo martoriato paese. Chi ha avuto la fortuna di leggere qualche paginetta dell’Antologia di Spoon River si è imbattuto in un singolare personaggio, mister George Gray; l’eccellenza della mediocrità, il non scegliere, con lo sguardo miope che arriva alla punta delle scarpe e che, da noi, ha un gruppettino di eredi imboscati e travestiti da consiglieri comunali senza mai aver consigliato nulla.
La provincia di Foggia con i suoi 61 comuni si prepara a vivere una stagione di forte dinamismo legato ai provvedimenti della Regione Puglia ed a quelli del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Si tratta di una straordinaria opportunità di sviluppo perché consente di utilizzare risorse per potenziare alcune politiche degli Enti Locali, cittadini e imprese piccole e grandi.
La Puglia recita un ruolo di primo piano, quarta in Italia per finanziamenti destinati alla rigenerazione urbana e social housing, case di comunità e ospedali, strade, scuole. Su scala locale è la provincia di Foggia delegata ai progetti da finanziare su indicazioni dei comuni. Vico del Gargano presenta due criticità causate da indecisioni e forti ritardi: Sanità e Territorio.
Due obiettivi convergenti che provengono dalla stessa interpretazioni sul cammino del paese e sui bisogni.
Per la Sanità siamo in attesa del Piano di Riordino Territoriale; di una parola chiara sul futuro del Distretto Sanitario ; del completamento di quella rete di servizi sociosanitari previsti nei comuni “ultraperiferici”.
Discorso più aperto nella ricerca di soluzioni, che investono direttamente le scelte di sindaco e amministrazione comunale, è il punto sul Territorio e le sue opportunità di sviluppo e benessere.
Sul futuro urbano ed extraurbano è ora di una lettura riformista, moderna, coraggiosa, intelligente che parli chiaramente al nostro vasto territorio che va dal Centro Antico fino a Calenella, senza dimenticare una parte della Foresta Umbra. In questa complessa materia non si parte da zero.
Nei cassetti dell’amministrazione comunale, coperta da uno strato di polvere, vi è una ricca letteratura urbanistica: dal Piano Renzulli allo studio Basso Barbanente, da Capitanata 2020 al Piano Hospitis, a Gae Aulenti e Lisciandra.
Da tutte queste contaminazioni può venire fuori quella idea di “paese laboratorio” e muovere, finalmente, i primi passi di un percorso di rivalutazione del “bene” territorio.
Tutto questo richiede rapidità nelle decisioni e creatività nel trovarle. Non bisogna temere il nuovo, l’inedito, anche l’impopolarità, si tratta di scelte, di esaltare il ruolo di “amministratori capaci”.
Il crimine più grande che oggi si possa commettere è perdere ancora tempo. Ci vuole coraggio, lungimiranza, professionalità. E’ stato fatto altrove con successo, si può fare anche da noi.
Dal paese reale sale l’esigenza e la voglia di ripartire, sempre e comunque. Per nostra fortuna, non siamo tutti mister Gray.
Cordialmente!
michele angelicchio