Ci siamo saliti sopra praticamente tutti in questi giorni anche su questa notizia divenuta trend topic d’eccezione.
Personalmente sarei contento dell’installazione della ruota panoramica a Vieste anche se sono altrettanto perplesso sull’ubicazione della stessa per via della posizione prescelta, al vaglio dunque delle autorità sulla sua effettiva collocazione.
Un punto come i giardini di Marina Piccola sarebbe ideale, una ‘Love is in the air’ da far innamorare tutti, vuoi la posizione centralissima, vuoi l’aria di festa che resta in paese come nelle feste di tanti anni fa, in cui però il piano di sicurezza appare giustamente un vincolo ineccepibile.
Immaginate di entrarvi dentro con il proprio partner salendo così in alto su Vieste ammirando così la sua bellezza, il campanile a portata di mano, le case sotto, i baci, le persone e le luci in miniatura.
Una bella sensazione.
Dalla ruota e non solo però si vede molto bene anche come sui nostri social dilagano commenti (tutti legittimi per carità se inoffensivi) diretti verso il tema sanità mentre tutto ciò che viene ideato è solo uno spreco di soldi finendo con espressioni come “pensano solo al turismo”.
C’è da chiarire un paio di aspetti.
Vieste che lo si voglia o no è un territorio che è e sarà sempre strettamente vocato al turismo, con le sue bellezze impareggiabili, almeno finché il buon Dio ce lo permetterà e speriamo il più a lungo possibile.
Ogni attrattore turistico o iniziativa di rilievo nella nostra storia come il Maggio viestano, il ViesteFilmFest, la biennale d’arte ViestArt, le mostre culturali al museo civico o al Castello Svevo, la Vieste in Love, la PentecostFest, la Vieste en Rose, il Festival Cristalda e Pizzomunno, il Libro Possibile et alia, sono sempre state fruibili sia per i visitatori come per i residenti.
Chiaramente è giusta e necessaria anche la diversificazione occupazionale del territorio, sviluppando altri settori come l’agricoltura, l’artigianato, servizi, cultura, in modo da favorire una gamma completa di indirizzi professionali.
Inoltre non si utilizzano soldi pubblici spostandoli da un capitolo all’altro come faremmo noi con i nostri risparmi, c’è una procedura burocratica e amministrativa da seguire e rispettare, come l’amministrazione comunale non può assumere personale sanitario o gestire strutture sanitarie come dipendenze comuni.
Questo non derubrica la questione sanità che è di estrema attualità e gravità e che viene affrontata da questa amministrazione comunale in capo al sindaco già da diverso tempo e che trova seri e complessi ostacoli nella soluzione di questa vicenda.
Purtroppo la questione sanitaria coinvolge tutti sul piano nazionale poiché il numero di medici e infermieri è ben al di sotto dei posti di lavoro presenti, considerato anche come 1/3 di questi decida di andare a lavorare all’estero.
D’altro canto il tema sanità essendo di competenza delle Regioni e in questo caso della Regione Puglia trova il disagio economico amministrativo nel non poter soddisfare la domanda soprattutto in provincia di Foggia con decine di comuni in zona disagiata.
46 per l’esattezza, tra cui Vieste.
L’unica nostra differenza dagli altri è che siamo i messi peggio a livello di collegamenti il che amplifica il disagio stesso.
Quindi pochi medici, pochi infermieri che si scelgono le zone migliori per sé stessi.
Situazione drammatica figlia di scelte politiche scellerate del passato, abusi di corruzione, tangenti, clientelismo, promesse non mantenute che ora più che mai si riversano su di noi senza pietà.
Altro fenomeno in voga sono le espressioni del tipo ‘dobbiamo fare qualcosa’, ‘ribelliamoci’, ‘il viestano deve fare qualcosa’, ‘dobbiamo scendere in campo’, ‘ci vuole una rivoluzione ‘.
Purtroppo com’è successo in passato per altre tematiche, mi viene in mente la questione legata al completamento della superstrada garganica, un obiettivo lungimirante e ricco di vantaggi per la sicurezza e la vita dei nostri cittadini in cui praticamente tutti ne siamo coinvolti e interessati e dove tutti commentano, tutti dicono la propria personale soluzione.
Da due anni c’è un comitato pro superstrada garganica che segue sistematicamente l’iter burocratico del progetto e che ha promosso appelli, incontri, inviti.
Ne facciamo parte solo in quattro.
Cerchiamo dunque un po’ più di coerenza e partecipazione attiva da noi stessi senza inseguire quei vuoti proclami che non servono a nulla se non ad alimentare un rancore fine a sé stesso.
Ciò che tanti anni fa la classe imprenditoriale del settore turismo poteva fare è non pensare al visitatore come solo un mero ‘prodotto’, un numero con tanti zeri, ma come un ‘utente’ in modo da munirlo di servizi e infrastrutture funzionali per la sua vacanza.
D’altro canto la stessa classe imprenditoriale ha vissuto in questo territorio con i suoi cittadini e aveva la forza economica e politica e non solo per migliorare il tessuto sociale, i collegamenti, i servizi più essenziali.
Ciò avrebbe permesso una qualità della vita migliore per sé, per i suoi cittadini e per tutti i visitatori futuri.
Ben vengano le idee e le iniziative altrimenti si rischia di stigmatizzare ogni attrattiva o intervento in nome di un qualsiasi problema esistente.
E come fossimo davvero su una ruota ci si rende conto che gira davvero, passando da un problema all’altro, ma proviamo a salirci anche noi su quella delle responsabilità per conoscere il mondo da più prospettive e per metterci nei panni di chi c’è adesso.
matteo simone