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Riforma enti locali : meno Province, via Consorzi di Bonifica e Comunità montane, meno consiglieri

Riduzione delle province. Soppressione di comunità montane, enti parco regionali e consorzi di bonifica. Rimodulazione del numero dei consiglieri e degli assessori comunali e provinciali in rapporto agli abitanti. Sarebbero questi i contenuti essenziali del Codice delle autonomie, il disegno di legge messo a punto dal ministro per la Semplificazione amministrativa Roberto Calderoli, che si avvia ad approdare sul tavolo del Consiglio dei ministri mercoledì.  E che va a intrecciarsi con il processo innescato dal federalismo fiscale. L’obiettivo del testo è quello di snellire l’architettura degli enti locali, eliminando o diluendo una serie di strutture intermedie e alleggerendone gli apparati amministrativi, ottenendo come effetto un abbattimento dei costi. In base ad alcuni calcoli, una volta a regime, la norma potrebbe tradursi in un taglio di oltre 40 mila unità tra componenti di giunte, consigli, circoscrizioni ed enti vari rispetto alle compagini attuali. Con un risparmio anche in termini di indennità. Certo non sarà un processo facile, anche perchè gli enti su cui pende la ghigliottina della cancellazione sono, ovviamente, in subbuglio. Oggi a indicare alcuni aspetti di criticità ci ha pensato il presidente dell’Anci, e sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, che per ora sospende il giudizio sul testo, in attesa di un confronto: ‘La proposta di riduzione del numero e della composizione dei consigli e degli organismi locali – ha detto – non tiene conto della dimensione dei comuni. Al di sotto di una certa soglia manca letteralmente la dimensione critica per svolgere la funzione di indirizzo e di controllo tipica dei consigli stessi’. Uno dei passaggi più delicati delle nuove misure riguarda le Province. L’idea di eliminarle è più volte tornata in auge, anche in passato. In realtà questo non è così semplice, perchè le province sono previste dalla Costituzione. Quindi per abolirle in toto servirebbe una legge costituzionale. La bozza del provvedimento che il Cdm si accinge a esaminare, infatti, non ne dispone la cancellazione, ma spiana la strada alla soppressione di singoli enti provinciali, affidando al governo la delega ad adottare appositi decreti legislativi. Entità della popolazione di riferimento, costi di gestione, estensione e conformazione del territorio, efficienza dell’azione amministrativa sarebbero alcuni dei criteri guida indicati per poter procedere alla soppressione di una provincia. Un’altra delle novità che scaturisce dal pacchetto Calderoli è la possibilità di associarsi tra enti – in particolare tra piccoli comuni – per mettere in rete una serie di funzioni, come la gestione dei servizi pubblici locali o la regolazione delle attività commerciali. Una vera e propria scure è quella che si abbatte invece su enti parco, comunità montane e consorzi di bonifica. L’idea, infatti, sarebbe quella di cancellare questi enti nel giro di un anno dall’entrata in vigore della legge, con Regioni e Province chiamate ad assicurare la continuità nella tutela del territorio.