Il Comune prende al balzo il confermato stop prefettizio in appello per chiudere i rapporti col consorzio salernitano (con consorziato ed esecutore il marito di Lia Azzarone)
Era febbraio 2022 quando l’Attacco rivelò come il consorzio stabile salernitano RseArch, guidato di fatto da Francesco Vorro, fosse stato colpito da interdittiva antimafia e chiese ad amministratori locali che fine avrebbero fatto gli appalti milionari incassati in Capitanata.
Uno dei più ingenti è quello vinto da ReseArch, tra le 67 offerte pervenute alla SUA della Provincia di Foggia, relativamente alla maxi gara da oltre 6 milioni di euro per l’affidamento dei lavori di sostituzione edilizia con demolizione e ricostruzione del plesso scolastico Luigi Fasanella a Vieste.
Un progetto esecutivo del valore di ben 7,139.911,97 euro. L’impegno economico è finanziato per la maggior parte, ovvero 3,9 milioni di euro, dalla Regione Puglia nell’ambito del Piano Regionale Triennale di Edilizia Scolastica 2018-2020; altri 1.739.911,97 euro provengono dai mutuo della Cassa Deposito e Prestiti; infine, gii ultimi 1,5 milioni di euro sono garantiti dalla concessione degli incentivi per Conto Termico presso il GSE.
A dicembre 2021 furono aggiudicati i servizi di progettazione all’rti che comprendeva lo studio foggiano di Pippo Cavaliere, ex candidato sindaco del centrosinistra nella città capoluogo. Poi toccò alla gara dei lavori, con un importo di aggiudicazione pari a 4.205.176,57 euro.
A oltre due anni di distanza da quella aggiudicazione di gennaio 2022 il Comune di Vieste, tramite determina del dirigente del settore tecnico Vincenzo Ragno, ha dichiarato la risoluzione dei contratto d’appalto (firmato a giugno2022) in conseguenza dell’interdittiva antimafia confermata in appello lo scorso 12 marzo dal Consiglio di Stato nei confronti del consorzio ReseArch e “dando atto della situazione di urgenza al fine di tutelare gli interessi dell’ente, anche in ragione della circostanza che l’opera risulta finanziata confondi comunitari secondo un disciplinare che pone l’obbligo di rispettare tempistiche ben precise”.
Il provvedimento è stato notificato a Research in qualità di appaltatore dei lavori, alla foggiana General Costruzioni Impianti srl di via Piave designata quale consorziata esecutrice e al direttore dei lavori Giuseppe Penilo, il quale insieme all’appaltatore è stato convocato presso il cantiere per venerdì mattina per la redazione dello stato di consistenza.
Risale a febbraio 2023 l’autorizzazione a General Costruzioni Impianti di poter subappaltare a General Service Group srl (con identica sede) parte dei lavori e precisamente quelli inerenti alla categoria OG1, tra cui opere edili, demolizione del fabbricato esistente, opere di demolizione, scavi e movimenti terra, opere di scavo, movimento terra e di trasporto in discarica e smaltimento.
Entrambe, General Costruzioni Impianti e General Service Group sono imprese di Gigi Colucci, marito di Lia Azzarone, presidente dell’assemblea regionale Pd e presidente del consiglio comunale di Foggia.
Il 16 febbraio 2023 fu disposta la consegna totale dei lavori, poi il 12 marzo ci fu una sospensione parziale. Da quel momento ci Sono stati molteplici problemi. A marzo 2023 fu approvato il primo stato di avanzamento avori e relativo certificato di pagamento per un importo dì 575.900 euro.
Ma il 6 luglio 2023 i lavori subirono una sospensione totale, finché ad ottobre dello scorso anno ReseArch trasmise riserve iscritte inerenti lavorazioni aggiuntive. Poi sono cambiati sia il direttore dei lavori (con Perillo in sostituzione dell’architetta Elena Rionda, del medesimo rti Settanta7 studio associato-studio di ingegneria Cavaliere e associati – studio F&P Progetti Ferrandino e Padello – studio Perillo) che il responsabile unico del procedimento (conte dimissioni a fine gennaio scorso del funzionario comunale Giuseppe La Tosae il subentro dei dirigente Ragno come rup).
“Ad oggi le lavorazioni eseguite in cantiere consistono sommariamente nelle sole opere di demolizione parziale del fabbricato esistente (permanendo ancora le fondazioni) e nell’avvio delle opere di scavo”, osserva il dirigente. Una situazione, dunque, rispettoalìa quale la confermata interdittiva antimafia ha consentito all’amministrazione comunale di metter fine al contratto. Il 12 marzo il Consiglio di Stato ha annullato la decisione del Tar Salerno di 2023 che aveva bocciato l’interdittiva. Nelle scorse ore, però, la Corte d’appello di Salerno ha ripristinato il controllo giudiziario per Research, con ripristino della sospensione dell’interdittiva, emessa dal prefetto ad aprile 2022.-
Due anni fa Vorro finì agii arresti domiciliari con altre persone nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Napoli e del Ros dei Carabinieri su un presunto “patto corruttivo” tra il magistrato Roberto Penna,ex pm a Salerno, la sua compagna avvocata Maria Gabriella Gallevie tre imprenditori legati a ReseArch.
I reati contestati a vario titolo erano corruzione per l’esercizio delle funzioni, corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, corruzione in atti giudiziari e induzione indebita a dare o promettere utilità. In particolare, gli imprenditori di ReseArch, avvalendosi dell’aiuto del magistrato, sarebbero riusciti a evitare i provvedimenti interditevi della Prefettura di Salerno, dove il consorzio ha sede. Gli imprenditori, inoltre, sempre avvalendosi di Penna, avevano intenzione di allacciare rapporti privilegiati coi funzionari dell’UTG per la collocazione del consorzio nella white list.
Vorro era all’epoca presidente dell’Unione dei Consorzi Stabili Italiani nonché fratello del presidente del consorzio stabile Conpat. ReseArch, società consortile a responsabilità limitata nata nel 2005, con 122 soci, in Capitanata ha vinto appalti di importi monstre, come quella da oltre 23 milioni per bonifica e messa in sicurezza della ex discarica Iao di Giardinetto, a Troia. ReseArch fu avvistata a Troia anche nel 2019, in RTI con Colucci. Non vinsero perché ad avere la meglio fu Ceto- la spa. Insomma, un legame antico tra Vorro e Colucci.
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NOBILETTI E PIEMONTESE, DALLA VICINANZA AL GELO (E ALLA GUERRA) ATTUALE
L’Attacco ha raccontato nelle scorse settimane come sia diventato gelido il rapporto tra il sindaco di Vieste Giuseppe Nobiletti, presidente della Provincia di Foggia, e il dominus Pd Raffaele Piemontese, vicepresidente della Regione Puglia.
Negli scorsi anni, pur conservando la propria autonomia rispetto al Pd, il viestano civico era tra gli amministratori più vicini a Piemontese che a gennaio 2023 lo sostenne nelle elezioni per la presidenza di Palazzo Dogana.
Tempi ormai lontani: per diverse ragioni i due si sono allontanati al punto che oggi è persino guerra da parte del Pd a Nobiletti, come ha dimostrato giorni fa la prima seduta del nuovo consiglio provinciale.
Alle ragioni già note (l’ingerenza di Piemontese sulla gestione della Provincia, la rottura tra Nobiletti e la piemontesiana ex vicesindaca Rossella Falcone, la scelta di presentare una lista propria anziché una unica coi dem alle elezioni provinciali di marzo scorso per il rinnovo del consiglio) sì aggiunge ora il caso dei lavori alla scuola Fasanella, rispetto al quale c’è da scommettere in una reazione da parte di ReseArch e Colucci, marito della protettissima di Piemontese Lia Azzarone, passata da segretaria provinciale Pd a numero uno dell’assemblea regionale del partito e del consiglio comunale di Foggia.
l’attacco