Per alcuni prof il «nome è troppo evidente». Stavolta respinto il «logo»: le prime obiezioni arrivarono un anno fa da Giurisprudenza, la facoltà in cui insegnò.
Un’altra spaccatura. Ancora su Aldo Moro. L’intitolazione dell’Università di Bari allo statista democristiano assassinato dalle Brigate rosse, decisa lo scorso anno ma con parere sfavorevole della facoltà di Giurisprudenza (in cui Moro insegnò), si è arenata in senato accademico. Ovvero il massimo organo dell’ateneo. Professori, funzionari e studenti non hanno trovato l’intesa sul nuovo logo dell’Università, una semplice scritta in stampatello che si affianca allo storico sigillo istituzionale, a causa delle dimensioni dei caratteri. Troppo in evidenza il nome di Moro, per alcuni senatori accademici, che vorrebbero conservare la predominanza dell’intitolazione storica. Decisione rinviata a settembre, dunque, dopo la pausa di agosto. E pensare che l’ateneo aveva fatto le cose in grande, affidando il progetto ad un grafico (e una commissione per la valutazione preliminare), per un lavoro che è durato oltre un anno. Per poi partorire una scritta in stampatello affiancata ad un sigillo antico. Non bocciata, ma di sicuro rimandata a settembre.