Come si spiega, a Vieste, pur restando sempre prima in Puglia, il calo delle presenze registrato tra 2022 e 2023?
È evidente che si tratta della riduzione della permanenza media, un fenomeno che ha interessato nel complesso l’intera Puglia. L’anno scorso faticammo un po’ per riempire le strutture, perché la gente aveva, ed ha tuttora, difficoltà economiche.
Riduce, così, la durata delle vacanze. Ricordiamo quanto rincararono i costi, che effetti ebbe la bolla dei tassi di interesse. lo credo che quest’anno la gente abbia adottato degli accorgimenti mentre nel 2023 fu presa alla sprovvista dall’inflazione.
Una tendenza che scaturisce da tale situazione può essere ridurre i giorni di vacanza, magari facendone due più brevi nel corso dell’anno o spezzettando la vacanza in più tappe per visitare diverse destinazioni pugliesi. Penso a chi sceglie di visitare per alcuni giorni il Gargano prima di spostarsi nel Barese o nel Salento.
Siamo di fronte ad una tendenza diversa, è cambiato insomma il modo di fare le vacanze. Credo sfuggano solo le due settimane centrali di agosto a tale ragionamento.
Cosa ha pensato leggendo finalmente i dati rilasciati da Pugliapromozione?
Voglio sottolineare il ritardo nella pubblicazione di questi numeri definitivi, che non vengono mai annunciati in occasioni importanti come la BIT di Milano, la Borsa internazionale del turismo. E’ come se non si volesse dire, in una vetrina così importante, che Vieste va oltre i due milioni di presenze. E poi è cambiato anche il modo di presentare i dati definitivi: oggi è tutto incentrato sugli arrivi, che vedono chiaramente Bari al primo posto in Puglia, per forza di cose, perché ha l’aeroporto internazionale di Palese.
Chi, nel Gargano, guida la locomotiva del comparto turistico provinciale ne ha anche per Aeroporti di Puglia spa rispetto alle strategie inerenti all’aeroporto Gino Lisa di Foggia. Cosa non funziona, secondo lei?
La riattivazione dei voli da e per Foggia ha avuto effetti per noi sulla bassa stagione, nei weekend, facendoci da riempicamere. Mancano, però, completamente la strategia e la programmazione e questo è insopportabile.
Siamo fuori, o comunque niente affatto agevolati, rispetto al traffico internazionale. Il turismo nel Gargano funzionerebbe molto meglio se avessimo delle rotte internazionali.
Cosa chiederebbe ad Aeroporti di Puglia spa?
Non vorrei scegliere, dunque chiederei sia di potenziare le tratte interne sia, soprattutto, di inserire collegamenti internazionali a cominciare da un hub importante come Monaco.
Poi, però, senti di riunioni fatte senza neanche ascoltare gli operatori. Non va per nulla bene procedere così.
Dopo due anni stiamo ancora come due anni fa, non va bene per niente la mancata programmazione relativa al Gino Lisa di Foggia. In questa maniera lo faranno chiudere. La Regione deve investire sul nostro aeroporto.
Oggi funzionano solo i collegamenti con tre aeroporti nella zona di Milano (Linate, Malpensa, Orio al Serio a Bergamo), mentre sono un lontano ricordo le rotte con Torino, Catania, Verona e Mostar. Una sperimentazione cancellata. Che effetti avevano su Vieste e sul Gargano?
I voli estivi poi cancellati erano un fatto positivo per noi. Non possiamo certo avere tutto come accade a Bari ma almeno cominciamo con alcune certezze relative all’Italia e poi riguardanti un hub internazionale come Monaco.
Serve darsi una svegliata. Torino e Verona servivano, eccome, perché ci collegavano a regioni fondamentali che ci forniscono mercato. Ma chiedo anche che senso abbia aprire e poi chiudere. Le rotte vanno mantenute, altrimenti le persone scelgono di non volare più da Foggia.
Inoltre, ad oggi anche il collegamento via navetta Pugliairbus con Bari Palese non è stato ancora confermato. Questo causa altra incertezza.
Il nostro settore, invece, ha bisogno come l’aria di una programmazione chiara. Abbiamo necessità di informare per tempo.
Che stagione sarà quella 2024 per Vieste?
A Vieste il risultato lo portiamo sempre a casa ugualmente. Siamo già abbastanza avanti per quanto riguarda le prenotazioni.
Adesso da noi stanno aprendo le strutture medie e grandi, dopo quelle piccole che si sono avviate prima richiedendo meno personale. Ci troviamo tra due ponti – 25 aprile e primo maggio, con le feste patronali che richiamano comunque gente. Gli ultimi ad aprire saranno i villaggi turistici.
Come interpreta i dati relativi al resto della provincia di Foggia?
Rispetto a quanto emerge per la Capitanata dal raffronto tra 2023 e 2022 posso dire che probabilmente chi non ha condotto una programmazione seria ha subito il colpo.
Secondo me la cosa più importante da capire è che bisogna lavorare necessariamente in sinergia, con un calendario condiviso che consenta di garantire un’offerta bella e completa capace di estendersi durante tutto il corso dell’anno.
Registro che sono state premiate destinazioni come Monte Sant’Angelo, che collabora sinergicamente con Vieste con Festambientesud, e Mattinata. Ma bisogna fare sistema anche tra Gargano e Lucera/Monti Dauni.
A cosa imputa il netto calo di Peschici?
Quanto a Peschici, la riduzione drastica dei flussi turistici l’ho notata anche io leggendo questi numeri ufficiali. Bisogna capire cosa avverrà con la nuova amministrazione.
Il paese, secondo me, ha la necessità di organizzarsi per bene, soprattutto a livello di mentalità. Se riuscisse a farlo potrebbe seguire la scia di Vieste, del resto Peschici è molto bella.
Finora credo che abbia scontato una disorganizzazione evidente.
l’attacco