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LA ZANZARA DELLA MALARIA IN PUGLIA: COSA SUCCEDE. Timori per il turismo

Con la stagione estiva quasi alle porte c’è apprensione tra gli operatori turistici pugliesi e, in particolare del Salento, dove – al termine di alcune indagini – è stata accertata la presenza della zanzara Anopheles sacharovi, vettore della malaria. Una notizia che ha fatto il giro dell’Italia dove di malaria non si parlava dagli anni cinquanta e che sta mettendo in allarme anche numerosi turisti che avevano scelto il tacco dello stivale come meta per le loro vacanze.

La presenza della zanzara Anopheles sacharovi è stata accertata in alcune aree tra Otranto e Lecce lungo il litorale adriatico nel corso di una sorveglianza entomologica avviata nel 2022 dall’Istituto zooprofilattico sperimentale della Puglia e della Basilicata, dall’Istituto superiore di Sanità e dal servizio veterinario della Asl di Lecce.

Nel 2017, come ricorderete, la zanzara fu trovata anche in alcune aree della provincia di Taranto. «Periodicamente – spiega al Antonio Fasanella, direttore dell’Istituto zooprofilattico di Foggia – in diverse zone della Puglia sistemiamo delle trappole per catturare gli insetti: questi poi li portiamo nell’istituto dove c’è un reparto specializzato che li analizza per capire se ci possano essere vettori di alcune malattie trasmissibili all’uomo e all’animale. Nel corso delle analisi abbiamo accertato la presenza di questa zanzara in alcune zone del Salento».

Sono undici le zone della provincia di Lecce dove è stata fatta la ricerca e sei sono risultati positive alla presenza della zanzara anofele. Ma è lo stesso direttore dell’istituto zooprofilattico a chiarire che è quasi impossibile che la malaria possa tornare in Italia. «La presenza della zanzara – spiega Fasanella – è talmente bassa che possiamo con tranquillità dire che non c’è alcun rischio malaria, in Puglia come nel resto della nazione».

Ed è sempre Fasanella a chiarire che forse la zanzara anofele non era mai scomparsa dal nostro territorio. «Aver scoperto la presenza della zanzara in alcune zone della Puglia – continua il direttore dell’istituto regionale – non significa che questa non fosse presente. Dopo le famose campagne anti malaria degli anni cinquanta la zanzara non era stata più accertata. Ma non ne siamo sicuri al cento per cento. Può essere che noi con le nostre indagini approfondite, diciamo, che siamo stati bravi a riscontrare la sua presenza. Non è escluso, ripeto, che la Anopheles sacharovi fosse comunque presente nel nostro territorio ma in misura molto ridotta».

Ogni anno in Italia si registrano alcuni casi di malaria, ma si tratta di soggetti che hanno soggiornato in zone del pianeta dove la malaria è endemica. La trasmissione della malaria, che non si diffonde da persona a persona, avviene con la puntura di un ospite intermedio, appunto la zanzara anofele.

La presenza della Anopheles sacharovi, seppure in misura minima, impone di potenziare la sorveglianza «ma – ripete ancora Fasanella – non c’è alcun rischio per l’uomo e per il territorio, è giusto ripeterlo non c’è alcun pericolo malaria».

Dopo 50 anni, però, si riaccendono i riflettori sulla malattia, con un solo obiettivo: potenziare la sorveglianza nel sud Italia per prevenire il rischio di reintroduzione della malaria.