Durante il concerto del primo maggio, a Foggia, ha accusato la premier Giorgia Meloni di aver riportato in Italia lo “spettro del fascismo” utilizzando anche un linguaggio sessista. Protagonista il rapper foggiano Gennarone che, il giorno dopo, chiede «scusa se ho urtato la sensibilità di qualcuno».
Ad assistere al concerto, oltre a centinaia di cittadini, anche alcuni rappresentanti delle istituzioni locali. Gennarone spiega che «le mie parole erano più che altro rivolte al fascismo. Erano una provocazione artistica. Mi sembra una cosa anormale quella che sta accadendo in Italia soprattutto da parte di una presidente del Consiglio che non si dichiara apertamente antifascista e vara leggi che mettono il bavaglio alla stampa e riducono la libertà sull’aborto. È un periodo storico molto delicato e se non ne parliamo noi artisti, ognuno attraverso la propria forma, chi lo dovrebbe fare».
Il rapper afferma di essere salito sul palco un paio di ore dopo l’inizio del concertone e di aver sottolineato nel suo discorso di apertura la necessità di versare quattro lacrime. «La prima per tutti i popoli in guerra in ogni angolo del mondo – ricorda – la seconda per i lavoratori, soprattutto per chi perde la vita sui luoghi di lavoro, soprattutto i giovani deceduti durante i percorsi di alternanza scuola lavoro; la terza per la nostra Italia che sta vivendo l’ombra del fascismo grazie a Giorgia Meloni, e a questo punto la parola di cui chiedo scusa, e la quarta per la nostra città di Foggia attanagliata da una malavita che la soffoca».
Il giovane rapper sostiene che la città deve mostrare il suo alto senso civico «non scandalizzandosi per una parola che non voleva di certo essere offensiva nei confronti della presidente e delle donne in generale, ma per tutti gli episodi di criminalità che avvengono e che spengono il futuro».
Fratelli d’Italia Puglia condanna: «Un vero e proprio atto di violenza»
«Quanto accaduto ieri nel corso del concerto del primo maggio a Foggia è sconcertante», affermano i consiglieri regionali di Fratelli d’Italia Puglia.
In una nota Francesco Ventola, Luigi Caroli, Giannicola De Leonardis, Antonio Gabellone, Renato Perrini e Michele Picaro parlando di «ignobile volgarità della frase proferita contro la premier Giorgia Meloni da un personaggio salito sul palco per esibirsi». Si è trattato, evidenziano, di «un vero e proprio atto di violenza contro il quale ci aspettiamo che gli organizzatori, la sindaca e gli assessori comunali presenti all’evento prendano le distanze».
Gli insulti sessisti e «la solita solfa della evocazione dello spettro del fascismo – proseguono – sono la dimostrazione evidente del clima di tensione che certe frange minoritarie e violente vogliono instillare in un Paese che, è bene ricordare, essere democratico».