Menu Chiudi

PARTITI PERSONALI/ NOBILETTI TESSE SEMPRE DI PIÙ LA PROPRIA RETE ULTRAVIESTANA E VALUTA LA CORSA ALLE ELEZIONI REGIONALI

Rompe le scatole a Raf pure a Troia, in casa del Pd. Rivendica i voti per Decaro, si muove e fa muovere la propria agenzia di comunicazione. Il viestano sempre più autonomo e alternativo.

Obiettivo elezioni regionali. Pare es­ser questo il pensiero stupendo del presidente della Provincia e sinda­co di Vieste Giuseppe Nobiletti.

E’ sempre più evidente, dopo l’insediamen­to a Palazzo Dogana a gennaio 2023, la co­struzione da parte dell’avvocato di una pro­pria rete che vada ben oltre i confini della capitale pugliese delle vacanze. Un lavoro intelligente ed accurato, che punta da un la­to sul civismo – in posizione alternativa al Pd per quanto sempre nello stesso campo e dall’altro su una efficace e capillare strategia comunicativa.

L’emersione di una personalità politica che appare sempre più come un contraltare al dominus Pd e vicepresidente regionale Raffaele Piemontese non sfugge a nessu­no.

Nobiletti, sin dal primo mandato sindacale iniziato nel 2016, ha fatto capire di collocar­si nell’alveo piemontesiano ma senza mai accettare la sollecitazione a diventare uno del Pd. Una mossa azzeccatissima, che gli ha permesso di aggregare intorno a sé an­che chi non si riconosce nei dem e che non lo ha reso fagocitabile da parte del vice di Emiliano.

Nonostante questo rifiuto, che ha mantenuto l’amministrazione comunale viestana sempre civica da allora (con arrivo del Pd in giunta solo dopo l’adesione del­l’assessore allo sport Dario Carlino, lo scorso anno), Nobiletti e Piemontese per anni sono andati d’amore e d’accordo.

Le cose sono cambiate dopo che il Pd, in­sieme ai civici emilianisti e al M5S, hanno reso possibile la sua elezione a presidente della Provincia. Da quel momento l’autono­mia di Nobiletti si è fatta man mano maggio­re.

I primi segnali di screzi nel rapporto con Piemontese si sono palesati in superficie a marzo scorso, col disappunto chiaro del montanaro rispetto ad una personalità au­torevole e sempre più sfuggente dalla sua orbita.

Da qui la lagnanza per la maniera in cui No­biletti “se ne va per fatti suoi”, come riferiva­no fonti legati a Piemontese, il quale tentò fino all’ultimo di impedire la scelta della lista cìvica “La Provincia sei tu” per le elezioni provinciali di marzo per il rinnovo del consi­glio. Raf spingeva per il raggruppamento unitario, ma il vìestano ha replicato con tut­ta la propria cocciutaggine garganica.

Ma non era tutto. Ci sono anche stati scontri su alcune que­stioni legate alla gestione di Palazzo Doga­na, oltre ad un piccatissimo botta e risposta quando Piemontese provò invano a pero­rare la causa della vicesindaca Rossella Falcone presso Nobiletti. La rottura di No­biletti con Falcone e poi anche con Carlino è stato un momento delicato e cruciale per il primo. Ha significato, infatti, la fine di quel perfetto equilibrio in giunta che lo vedeva tra le due donne forti di quella amministra­zione, ovvero l’albergatrice con delega al turismo da un lato e l’assessora alla cultura Graziamaria Starace, dall’altro.

Un equilibrio a tal punto collaudato che dal 2016 al 2024 tutto è filato liscio come l’olio a Palazzo di città, tanto da far immaginare che le due si sarebbero potute spartire in tutta tranquillità la successione a Nobiletti in Comune e la candidatura alla Regione. La fine dell’amicizia personale tra Nobiletti e Falcone ha rivoluzionato l’intero scena­rio.

L’intervento di Piemontese (colui che ha portato Falcone nel cda di AQP spa) ha ina­sprito la situazione, anziché favorirne la so­luzione. Il risultato è stato che il piddino ha tolto dalla giunta comunale sia Falcone che Carlino.

La disgregazione del blocco granitico di po­tere mai scalfito prima di allora ha acceso, a quel punto, interrogativi non da poco.

Per chi è abituato a governare senza nem­meno avere una minoranza (nel 2019 lo stesso Nobiletti favorì la costituzione di una lista civetta) ci si è chiesti, in città, quanti consensi sarebbero venuti meno nella suc­cessiva chiamata alle urne dei cittadini. Per ora la sostituzione dei due assessori con

giovani leve non ha dato ripercussioni ma­nifeste (se non nell’ovvia perdita di qualità dovuta all’assenza di Falcone, che appari­va come la più grintosa assessora al turi­smo di tutta la provincia), ma per compen­sare la minore forza interna Nobiletti ha do­vuto allargare la propria rete a livello pro­vinciale, anche in ottica di una propria can­didatura alle regionali.

Questa è stata la penultima motivazione di gelo con Piemontese e che Nobiletti ci sia riflettendo su è confermato anche da fonti a lui vicinissime. Quello che infine è accaduto con le elezioni europee e amministrative dell’8-9 giugno scorsi ha rappresentato il punto di non ritorno.

Il presidente della Provincia ha supportato attivamente ed è volato nell’arcipelago per la candidata sindaca di Tremiti Annalisa Lisci, sostenuta anche dalla senatrice meloniana Annamaria Fallucchi. Ha posto la propria agenzia di comunicazione politica, la sipontina Comunica di Luisa Buonapane (cui si affida sia per la Provincia che per il Comune di Vieste), al servizio del candi­dato sindaco di Troia Francesco Caserta, civico che ha sconfitto il piemontesianissimo uscente Leonardo Cavalieri.

Ha, in­somma, rotto le scatole proprio in casa del dominus Pd. Ha rivendicato, come propri, i 1.170 voti portati in dote al neo europarlamentare An­tonio Decaro (“Viesteseitu conferma an­cora una volta di essere determinante negli appuntamenti elettorali”).

Come a dire che, più che il Pd viestano, è stato lui l’artefice del primato decariano anche nel paese garganico. Aumentano, poi, le presenze sul territorio di Capitanata per il racconto delle proprie buone prassi, come avvenuto di re­cente a Manfredonia ospite del candidato sindaco del centrosinistra Domenico la Marca. E tutto lascia pensare che la tessi­tura di Nobiletti sia ancora solo all’inizio.

l’attacco