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MATTINATA/ UCCISO PIO NOTARANGELO COGNATO DEL PENTITO QUITADAMO. AGGUATO NELLO STILE DELLA MAFIA GARGANICA, LA VITTIMA ERA CUGINO DI UN CAPOCLAN

Il sindaco di Mattinata Bisceglia: “Noi non abbiamo paura. All’assassino chiedo di costituirsi”.

Si torna ad uccidere sul Gargano. Ieri pomeriggio un uomo, Bartolomeo Pio Notarangelo, di 36 anni, è stato ucciso a colpi di fucile in località Tagliata. Sul posto sono intervenuti i carabinieri. Si tratta dell’ennesimo omicidio che va comunque inquadrato nella guerra tra i clan della mafia garganica ora sconquassata dalle rivelazione dei pentiti.

Bartalomeo Pio Notarangelo, sposato, quattro figli, era tornato a vivere a Mattinata dopo una lunga parentesi a Vieste. E’ stato ucciso neUa stessa località dove il 17 luglio dello scorso anno fu ammazzato Bartalomeo Lapomarda, 28 anni, di Mattinata (indagini su quest’agguato ancora al palo). Pesanti le parentele di Bartalomeo Notarangelo: era cognato di Andrea Quitadamo, detto “baffìno”, boss indiscusso delle cosche di Mattinata ed ora pentito di mafia, ma era soprattutto cugino di Angelo Notarangelo, capo dei clan di Vieste della mafia garganica, ucciso da Marco Raduano il 25 aporile del 2015.

Bartalomeo Notarangelo era stato arrestato dai Cacciatori di Puglia il 17 agosto del 2017 per il possesso di un fucile custodito nella sua masseria di Vieste (ma fu anche assolto). Il 21 ottobre del 2019 fu arrestato alle porte di Manfredonia proveniente da Cerignola con un chilo di cocaina. Per questa vicenda fu condannato a quattro anni (scontati). Il 9 marzo del 2020 fu tra i protagonisti della maxi evasione dal carcere di Foggia insieme ad altri 72 detenuti, ma dopo poche ore si costituì ai Carabinieri insieme al cognato Andrea Quitadamo all’epoca non ancora pentito, Nel 2021 fu accusato dal pentito viestano Danilo Pietro Della Malva di aver ucciso il 25 aprile del 2019 a Vieste Girolamo Perna, capoclan di Vieste e nemico di Marco Raduano. Per quest’episodio Notarangelo querelò per calunnia il Dalla Malva.

Con l’agguato di ieri a Mattinata salgono a quattro gli omicidi in provincia di Foggia dall’inizio dell’anno, tutti commessi sul Gargano: due a San Giovanni Rotondo ed uno ad Ischitella, anche se si tratta di omicidi astratti dalla guerra tra i clan della mafia garganica che spadroneggia sul promontorio ed in particolare a Vieste, Monte Sant’Angelo, Mattinata e Manfredonia, i centri peraltro coinvolti nella maga inchiesta Omnia Nostra che ha messo in Ilice il controllo dei clan non solo sui traffici illeciti ma anche sull’economia, in particolare a Manfredonia e Vieste.

Bartalomeo Notarangelo, come detto, era cugino di Angelo Notarangelo, ucciso da Marco Raduano, ora pentito dopo essere stato catturato da latitante in Corsica. La confessione è avvenuta in videoconferenza da una località segretari nel corso dell’udienza del processo Omnia Nostra in corso al Tribunale di Foggia.

“Noi non abbiamo paura – ha scritto il sindaco Michele Bisceglia sui social -. Noi non vivremo nel terrore. Per la nostra comunità questo che stiamo vivendo è un periodo durissimo. Quanto successo oggi conferma quanto delicato sia questo momento. Dobbiamo rispondere continuando a chiamare per nome questi atti violenti e sconsiderati. Senza paura e a muso duro. Sappiatelo, voi che minate la nostra storia e la nostra credibilità, che questa comunità vi chiama proprio col vostro nome, senza se e senza ma: vigliacchi assassini. Perché non ci pieghiamo alla logica della violenza, della vendetta, della crudeltà gratuita. Perché non c’è alcuna logica e nessuna umanità nel lasciare orfani altri figli della nostra terra. La mafiosità di questo atto non si giustifica per nulla al mondo”.

E ancora: “Vergogna, vergogna, vergogna. Dobbiamo continuare ad avere fiducia nelle istituzioni democratiche, nelle forze dell’ordine, nella magistratura, nel lavoro di tante persone che continuano ad impegnarsi per il bene della nostra Mattinata. All’assassino chiedo di costituirsi, di pentirsi e di assumersi le proprie responsabilità. Dimostri di essere un uomo e non un animale. Sento dentro di me un profondo senso di sconforto e tristezza ma non di impotenza perché vivo le mie giornate nella consapevolezza che non riuscirete mai ad averla vinta sulla gente della mia comunità. Mattinata ed io, nel mio piccolo – conclude il sindaco -, non ci arrenderemo mai”.