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Manfredonia: «le vongole non crescono perchè ce ne sono troppe»

La produzione nel mare del golfo delle vongole ricercate specie in estate non solo dai buongustai, è in netto calo. L’allarme viene dai vongolari, ovverosia i pescatori di quei molluschi bivalvi il cui habitat naturale è il fondo sabbioso del mare. L’inquinamento non c’entra perché non ce n’è (le aree circoscritte delle foci dei torrenti fanno testo a sé). Il nemico in agguato è l’abbondanza. L’eccesso del numero di esemplari nei banchi sabbiosi del golfo. Sono talmente tante che non riescono a svilupparsi, rimangono sottotaglia, di modo che non possono essere raccolte, pena severe sanzioni a norma di legge. Il danno che subiscono gli addetti del settore è enorme. Le vongole raccolte nel mare del golfo sono assai apprezzate e dunque molto ricercate. Più della cugina “vongola verace” dalla quale si distingue per le dimensioni leggermente minori ma soprattutto per le caratteristiche organolettiche delle carni: piuttosto dolci e morbide quella delle vongola verace; più rigide e di sapore più deciso quelle della vongola che da queste parti la si identifica col termine “lupino”. Gli intenditori preferiscono i lupini perché, sostengono, hanno un sapore di mare più accentuato e gustoso. Una speciale delizia per i gourmet che le consumano crude o in varie ricette con gli spaghetti o le linguine. Il guscio di colore grigio chiaro rispetto al bruno scuro della vongola verace che ha dimensioni leggermente maggiori. La taglia massima che la vongola-lupino può raggiungere è di 5 centimetri, ma quelle comunemente pescate hanno dimensioni che variano dai 2,5 ai 3,5 centimetri.

Le vongole che in questo momento sono pescate nei fondali del golfo non raggiungono nella loro maggior parte la taglia di un centimetro. Per raccoglierle i pescatori utilizzano potenti pompe aspiranti che hanno sostituto gli antichi ramponi. Le ceste si riempiono di minuscole vongole le quali ancorchè contro legge, non hanno mercato. I vongolari le ributtano pertanto in mare. Quelle che rimangono costituiscono ben misero bottino. Non resta loro altro da fare che tornarsene a terra carichi di sconforto. Il problema è stato portato all’attenzione dell’assessore alle attività produttive con delega alla pesca, Enrico Barbone. A causare il moltiplicarsi così copioso dei lupini, complice la purezza delle acque del mare, è stata – hanno spiegato i vongolari – l’inseminazione dei banchi sabbiosi effettuata dagli stessi vongolari. Un meccanismo sfuggito al loro controllo.

Il rimedio proposto è quello di prelevare con i soffioni parte di quegli abbozzi di lupini e spargerli in mare più aperto. Una operazione semplice, hanno assicurato i vongolari che si sono detti in grado di realizzare utilizzando le loro barche attrezzate. A parte il necessario controllo scientifico dell’operazione, il problema è la spesa necessaria per condurre l’intervento che riporterebbe in equilibrio una situazione che minaccia di complicarsi. L’assessore Barbone ha investito della questione il sindaco Campo e la giunta comunale. Nel mentre è stato richiesto un incontro con il nuovo assessore regionale alla pesca Stefàno per esporgli i termini del problema e dunque individuare gli opportuni interventi da adottare, è stato deciso di interessare l’Università di Foggia per gli opportuni accertamenti scientifici.

MICHELE APOLLONIO