Vendetta? Agguato collegato a guerre tra clan? Regolamento di conti che sottende a ipotetici nuovi scenari nel panorama criminale garganico scombussolata dalla sequela di arresti, condanne e pentimenti degli ultimi tempi? Capire il movente è il primo passo di Dda e carabinieri per cercare di dare un nome a chi ha ucciso Domenico Pio Notarangelo, l’allevatore mattinatese di 36 anni ucciso a fucilate il 15 giugno nel proprio terreno in località “Tagliata”, in una zona interna e impervia del territorio.
Il fatto che l’indagine sia subito passata alla Direzione distrettuale antimafia di Bari indica il contesto in cui si ritiene sia maturato il quarto omicidio del 2024 in Capitanata, tutti sul Gargano.
La vittima arrestata nell’agosto 2017 per detenzione di un fucile (assolta); a ottobre 2019 per il possesso di un chilo di cocaina (4 anni la condanna in primo grado); evasa il 9 marzo 2020 nella fuga di massa di 72 detenuti durante una rivolta nel carcere di Foggia e costituitasi poche ore dopo insieme a due fuggiaschi compaesani, era il cognato di Andrea Quitadamo, alias Baffino, mattinatese, esponente di spicco dell’ex clan Romito ora denominato Lombardi/Ricucci/La Torre, pentitosi nel 2022; ed era imparentata con Angelo Notarangelo, detto “Cintaridd”, il capo clan viestano assassinato il 26 gennaio 2025 da un commando mafioso, omicidio di cui si è accusato l’ex boss Marco Raduano poi pentitosi che assassinò il suo capo per prenderne il posto.
Il pentito viestano Danilo Pietro Della Malva, ex esponente del clan Raduano che collabora con la Giustizia da maggio 2021, nel suo primo verbale da collaboratore di Giustizia indicò in Bartolomeo Notarangelo l’esecutore materiale dell’omicidio di Girolamo Pema, il capoclan viestano assassinato ad aprile 2019 nella guerra con IL gruppo Raduano: per queste dichiarazioni Notarangelo incaricò il suo legale, l’avv. Michele Arena, di querelare il collaboratore di Giustizia. Va rimarcato che al di là delle parole di Della Malva il nome di Bartolomeo Notarangelo non era mai comparso come indagato in nessuno dei tanti blitz contro la mafia garganica degli ultimi anni.
“Tutte le ipotesi sono al vaglio; chiaro che si tratta di un delitto molto grave che si iscrive in una lunga sequenza di fatti di sangue che infestano il Gargano da tanti anni; vanno inquadrati i contesti e anche le parentele” ha detto il procuratore aggiunto di Bari Francesco Giannella coordinatore della Direzione distrettuale antimafia riferendosi alla morte di Notarangelo, parlando di criminalità in un convegno a Manfredonia organizzato dal Rotary. Il magistrato ha aggiunto che “la cittadinanza dev’essere attenta, non pessimista.
Il lavoro fatto negli ultimi anni dopo la strage di San Marco in Lamis” (4 morti il 9 agosto 2017 quando il clan Libergolis per eliminare il capo clan rivale Mario Luciano Romito ammazzò anche il cognato Matteo De Palma e i fratelli Aurelio e Luigi Luciani in transito sul luogo dell’agguato perché testimoni di quanto successo; ergastolo a Giovanni Caterino che ebbe il ruolo di basista) “è enorme e i risultati si vedono: i processi ci sono, gli arresti sono numerosi, sono stati assicurati alla Giustizia tantissimi componenti dei vari clan, tanti nuovi collaboratori di Giustizia sono la testimonianza che la pressione dello Stato sta avendo efficacia: forniscono un grande contributo” (ed è verosimile che vengano sentiti per sapere cosa j sanno della vittima, se e quale ipotetico ruolo avesse nello scacchiere ; criminale) “ma è importante il contributo della cittadinanza”.
Sull’agguato mafioso è intervenuto anche Avviso pubblico con le parole del vice presidente Michele Abbaticchio: “quello sparo in piena faccia alla vittima svela l’ennesima sfida della mafia garganica; la società oneste conservi il suo cuore 1 per isolare ogni comportamento che faccia sentito questi signori padroni del territorio: è dura, ma è l’unica strada possibile per uscirne.
E’ complesso costruire un percorso di antimafia sociale in un clima di guerra sociale e militare come quello che vive il sindaco di Mattinata”.
Il primo cittadino mattinatese Michele Bisceglia ha dichiarato che “noi non abbiamo paura, non vivremo nel terrore; per la nostra comunità è un periodo durissimo, dobbiamo rispondere continuando a chiamare per nome questi atti violenti, senza paura e a muso duro”.