Fra narrativa e immagini, due libri appena usciti forniscono una piccola storia della cittadina garganica.
Nell’ambito dell’innovativa rassegna Rotte favolose, saranno presentati due libri vicini per la tematica sviluppata: il confronto fra Peschici come era e come è cambiata ultimamente.
Il primo, Peschici: racconti svelati Viaggio nel tempo, è una testimonianza su un paese che, isolato e sconosciuto ai più fino agli inizi degli Anni Sessanta, col successivo avvento del turismo è totalmente cambiato. Il libro, perciò, è diviso in due parti, che documentano il prima e il dopo di questo epocale spartiacque, simbolicamente individuato dal Progetto, non realizzato, della Città delle vacanze a Manaccore, che occupa il breve Intermezzo. Alla fine c’è un accenno a un altro incrocio decisivo per Peschici: la clamorosa vincita al Superenalotto del 31 ottobre 1998, che l’ha fatto conoscere in tutto il mondo.
A guidarci in questo viaggio sono persone diverse per età e provenienza, legate dall’amore per Peschici, che spesso si esprime per mezzo della nostalgia, la quale, tuttavia, non impedisce un innegabile realismo: alcuni degli autori, infatti, non negano i risvolti positivi indotti dal turismo, a cui si deve un diffuso benessere, a danno, però, del territorio, in molti casi letteralmente sconvolto.
Alcuni degli autori hanno alle spalle già delle pubblicazioni, altri sono alla prima prova. Tutti, però, hanno saputo dar vita a un libro vivace, che a volte va a fondo in quelli che sono i problemi di un paese che ha mutato pelle nel giro di pochi anni.
Nell’insieme, i racconti disegnano una piccola storia di Peschici dal punto di vista culturale, sociale ed economico: se non c’è più quel paese che conosciuto dalle persone mature, resta il suo sole dall’alba al tramonto, che diffonde una luminosità unica; i suoi scorci mozzafiato; le spiagge sabbiose, circondate da una ricca vegetazione, e un clima dolce.
Peschici ieri e oggi di Michel’Antonio Piemontese, invece, attraverso il confronto fra le foto di diversi periodi di alcune strade del paese, documenta visivamente i profondi mutamenti.
Ecco qui cosa scrive l’Autore nella quarta di copertina del libro.
Da sempre e fino a ieri i ricordi erano affidati alla memoria, individuale o collettiva. Con l’invenzione della scrittura e l’introduzione della stampa, prima e, in seguito, della fotografia, memorie artificiali, sovrapersonali, descrivono fatti accaduti che nessuno può ricordare, perché antecedenti alle vite degli attuali contemporanei.
Ma essendo la fotografia più recente e poco diffusa – se non sconosciuta – in aree periferiche, la sua memoria su cose ed eventi ritratti non è molto più lunga di quella delle persone che quelle cose ed eventi osservano ancora oggi. Nel presente lavoro, solo poche immagini appaiono diverse dalla realtà attuale perché precedenti le vite di chi le osserva: qui è più annosa l’età degli anziani che quella della diffusione della fotografia.
Quanto sia cambiata Peschici, gli spazi e le persone, non è fenomeno facilmente descrivibile, perché sussiste sempre il fattore personale che coinvolge ogni osservatore- osservato. La fotografia, obiettiva per definizione, dovrebbe dirci qualcosa in più e in modo imparziale sulla realtà che ci circonda: ma ha il limite che racconta ai nostri occhi ciò che il fotografo – più o meno consapevolmente – ha voluto farci giungere. Le motivazioni che spingono a fotografare sono molte e, spesso, private, per quanto le foto sono, per loro natura, esibibili ed esibite: cogliere l’attimo è comunque ciò che le accomuna. La foto vince sull’inesorabilità del tempo: proprio perché fissata, essa non è soggetta al fattore cronologico. Fragile quanto si vuole – un rettangolo di carta – sfida i decenni, è sopravitalizia a fronte di un’esistenza individuale. Generatrice di impeti nostalgici, se ripropone luoghi conosciuti, e narcisistici, se ritrae se stessi, nasconde quanto fa vedere e svela quanto cela.
Cinquanta immagini storiche di luoghi messe a confronto con altrettante foto degli stessi luoghi come appaiono oggi.
Angelo Piemontese