La Puglia è la seconda regione più esposta al fenomeno. L’indagine svolta dalla Regione in collaborazione con l’Università di Bari, record negativo nel Salento.
Erosione e cementificazione selvaggia. Sono i due fattori (ambientale il primo, umano il secondo) che hanno fatto sì che il 60 per cento della costa pugliese (circa 500 chilometri) sia ormai compromesso. Un dato che emerge dallo studio effettuato dalla Regione Puglia in collaborazione con l’Università d Bari sullo stato di salute dei 970 chilometri costieri pugliesi, presentato ieri dagli assessori regionali, Fabiano Amati e Guglielmo Minervini. La Puglia è la seconda regione italiana più esposta al fenomeno dell’erosione. Non solo, l’Europa la inserisce tra le aree a maggiore rischio. Le dune e le spiagge rischiano di scomparire, mangiate dall’acqua e dalla mano dell’uomo. Basta dare un’occhiata alle cartine realizzate dalla Regione per accorgersi come il Gargano e il Salento siano già due aree flagellate.
Due gli indicatori presi in considerazione: la criticità dell’erosione dei litorali sabbiosi e la sensibilità ambientale della costa. Il primo criterio certifica l’intensità del processo erosivo e viene stabilito osservando la trasformazione dei litorali nel corso del tempo e la conservazione delle dune. Sono stati individuati tre livelli di criticità: basso (colore verde sulla cartina), medio (colore verde) e alto (colore rosso). Per il Salento (fascia Brindisi-Otranto) e il Gargano (Peschici in particolare) il colore predominante è il rosso. Per sensibilità ambientale, invece, si intende la propensione della costa a subire modificazioni. I 900 chilometri sono stati suddivisi in tratti di 100 metri per individuare e pesare i diversi valori ambientali (anche qui abbiamo tre livelli). La criticità e la sensibilità incrociata generano nove gradi diversi di tutela di quel determinato tratto di costa. Ecco, nel dettaglio, lo stato di salute del litorale pugliese: il 60% della costa del Gargano è erosa, nel Salento si sale al 76%. Da Termoli a Vieste, da Pugnochiuso a Manfredonia e da Brindisi ad Otranto, passando per Bari, Monopoli e Torre Canne l’erosione è in continuo avanzamento. Basti pensare che nel tratto compreso fra Termoli e Peschici, lungo oltre 100 chilometri, 11 località marittime su 15 hanno coste già destinate alla progressiva scomparsa.
Altro dato allarmante riguarda il fattore sensibilità: ossia la predisposizione all’erosione nella zona del Gargano è pari al 60%, mentre nel Salento, da Brindisi ad Otranto, è del 76%. Nel tratto compreso fra Bari e Monopoli, che si estende per 70 chilometri, la sensibilità all’erosione è stata calcolata attorno al 47%. E ancora da Lecce a Taranto la tendenza è del 67%. «Dopo l’approvazione in consiglio regionale – annuncia Minervini – il Piano delle coste fornirà ai Comuni gli strumenti per redigere i loro piani». «Di pari passo con il Piano delle coste – aggiunge Amati – e sulla base delle informazione che contiene la Regione sta elaborando un piano di interventi da realizzare sulle zone sabbiose e rocciose; contiamo di licenziarlo entro il 2009 in modo che tutti, Regione e Comuni, sappiano esattamente cosa c’è da fare e come bisogna farlo».
Vincenzo Damiani