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LA PUGLIA NELLA MORSA DELLA SICCITÀ. «TRA 15 GIORNI NON CI SARÀ PIÙ ACQUA PER I CAMPI»

E’ iniziato il contdown anche per l’agricoltura pugliese, sulla quale pesa molto la drastica riduzione dell’acqua nell’invaso di Occhito, in provincia di Foggia, a ridosso del Molise.

È emergenza siccità in Puglia e, in particolare, per la provincia di Foggia che a metà agosto non avrà più acqua per irrigare le campagne. L’allarme è stato lanciato già da qualche giorno dall’Anbi, l’associazione nazionale bonifiche irrigazioni miglioramenti fondiari, che ha pubblicato il report dell’Osservatorio sulle Risorse Idriche evidenziato una situazione critica per tutto il sud Italia con emergenza drammatiche in Puglia, Abruzzo e Sicilia, dove gli invasi sono quasi vuoti. E per l’agricoltura foggiana non ci sarebbe più di 15 i giorni d’acqua.

Secondo l’Anbi, infatti, l’immagine simbolo della Puglia è l’invaso di Occhito, il bacino da 250 milioni di metri cubi d’acqua che si trova in provincia di Foggia, a ridosso del Molise – a servizio dell’agricoltura del Tavoliere e, al contempo, fonte preziosa di risorsa destinata all’uso potabile, immessa nell’Acquedotto Pugliese – che in soli otto giorni ha visto ridursi i propri volumi di oltre 15 milioni di metri cubi.

Al 25 luglio, l’invaso aveva una disponibilità di 75.948.500 metri cubi contro i 194.973.560 fatti registrare lo stesso giorno del 2023. Con così poca acqua a disposizione «l’invaso – ribadisce l’Anbi – servirà quasi esclusivamente l’uso potabile facendo prevedere che, per la metà di Agosto, la Capitanata non avrà più risorsa per irrigare i campi. «È reale – secondo Francesco Vincenzi, presidente dell’associazione nazionale dei consorzi di gestione e tutela del territorio e delle acque irrigue – il rischio di vedere inaridita la pianura foggiana, così come ampie porzioni di territorio salentino».

In totale negli invasi foggiani restano meno di 94 milioni di metri cubi d’acqua: questo significa che in una settimana si sono svuotati di ulteriori 16 milioni metri cubi. A preoccupare fortemente è anche la possibilità che, come avvenuto negli scorsi anni, il periodo secco si prolunghi fino agli inizi di novembre per poi essere interrotto dall’irrompere di eventi meteorologici estremi. Temporali e bombe d’acqua che, in molti casi, fanno più male che bene.

E di emergenza in Puglia ha parlato anche la Coldiretti regionale. «A causa della siccità – spiegano dalla più importante associazione di categoria degli imprenditori agricoli –  stanno avvizzendo le olive nei terreni in asciutto dove l’irrigazione di soccorso è insufficiente a garantirne il giusto accrescimento, con una stima della produzione da profondo rosso, più che dimezzata per il caldo degli ultimi mesi e la mancanza di piogge, ma a preoccupare sono anche gli effetti sulla produzione di olio.

A richiedere lo stato di emergenza e la dichiarazione di calamità è Coldiretti Puglia, a seguito delle verifiche tecniche in campagne, dove lo scenario si sta sempre più aggravando con gli ulivi in stress idrico per la mancanza di acqua ed il sole battente che non dà tregua ai frutti sugli alberi.

La Cia: «La Regione attivi le procedure per lo stato di calamità»

Chiede alla Regione Puglia «di procedere celermente per attivare le procedure per lo stato di calamità» il presidente regionale e vice nazionale della Cia, Gennaro Sicolo. «Sui campi dell’intera Puglia e di tutti i settori dell’agricoltura – dice – non piove da mesi. L’emergenza idrica, nel 2024, non ha precedenti. Saranno dimezzate le produzioni di ortofrutta, la raccolta dell’uva, sono già calate fino al 50% le rese per ettaro del grano duro e si prevede una drammatica diminuzione della produzione di olive e di olio nei prossimi mesi, un colpo durissimo che vanificherà in gran parte quanto di buono è stato espresso nella scorsa campagna olearia. Si prevede infatti una produzione in calo del 60%».

Nessun settore agricolo, aggiunge, «è risparmiato da questa prolungata siccità, nemmeno l’olivicoltura perché le piante d’olivo già stanno risentendo della mancanza di acqua e dell’impossibilità, in moltissime zone della Puglia, di effettuare almeno le irrigazioni di soccorso».