La consigliera di amministrazione configura un intervento complessivo per gestire l’emergenza. Situazione sempre più drammatica, allarme delle organizzazioni di categoria.
L’acqua è la risorsa più importante del pianeta Terra ma è disponibile in quantità limitata e non è facilmente reperibile ovunque. Non sono scenari da film di fantascienza ma il controllo delle risorse idriche è, e sarà, una questione assai delicata già vista nel passato e ipotizzabile nel futuro.
La precaria condizione delle risorse idriche si aggraverà, a causa dell’aumento della popolazione e dei prolungati periodi di siccità causati dal cambiamento climatico. Già prima della mietitura, le associazioni agricole di categoria aveva fatto scattare l’allarme per le colture, compromesse dalla siccità e dalla carenza d’acqua per l’irrigazione e per il pomodoro ne serve tanta.
Non si può contare solo su Giove pluvio ma c’è da provvedere a riempire i grandi e piccoli invasi anche con altri fonti di approvvigionamento, come i dissalatori. Così CIAPuglia: “L’emergenza idrica nel 2024, non ha precedenti. Saranno dimezzate le produzioni di ortofrutta, la raccolta dell’uva, sono già calate fino al 50% le rese per ettaro del grano duro e si prevede una drammatica diminuzione della produzione di olive e di olio nei prossimi mesi, un colpo durissimo che vanificherà in gran parte quanto di buono è stato espresso nella scorsa campagna olearia. Per la prossima campagna olearia, infatti, si prevede una produzione in calo del 60%, ma le cose peggiorano di giorno in giorno nelle aree in cui è impossibile irrigare.
La campagna olivicolo-olearia è già compromessa, con danni enormi. ClA Agricoltori Italiani di Puglia chiede alla Regione di procedere celermente per attivare le procedure per lo stato di calamità. Servono infrastrutture irrigue, azioni e opere perii risparmio e il riuso delle acque reflue, nuovi invasi”. Gennaro Sicolo,presidente regionale e vicepresidente nazionale dell’organizzazione, va dritto al punto.
“CIA Puglia ritiene che non sia più rinviabile la realizzazione d’invasi e nuove infrastrutture che migliorino l’apporto idrico a disposizione dell’agricoltura regionale, oggi fortemente condizionato da un insufficiente e arcaico sistema di emungimento dai pozzi e, in gran parte della regione, da una forte dipendenza dalle regioni limitrofe. CIA Puglia chiede che siano potenziati gii impianti di depurazione per l’uso irriguo delle acque reflue e il finanziamento di sistemi dotati dì innovative tecnologie di irrigazione che ottimizzino la fornitura idrica”. Leitmotiv anche di Coldiretti Puglia: “A causa della siccità stanno avvizzendo le olive nei terreni in asciutto dove l’irrigazione di soccorso è insufficiente a garantirne il giusto accrescimento, con una stima della produzione da profondo rosso, più che dimezzata per il caldo degli ultimi mesi e la mancanza di piogge, ma a preoccupare sono anche gli effetti sulla produzione di olio.
A richiedere lo stato di emergenza e la dichiarazione di calamità è Coldiretti Puglia, a seguito delle verifiche tecniche in campagne, dove lo scenario si sta sempre più aggravando con gli ulivi in stress idrico per la mancanza di acqua ed il sole battente che non dà tregua ai frutti sugli alberi”.
In Puglia, l’azienda pubblica Acquedotto pugliese (Aqp) disseta la popolazione, fornendo l’acqua a tutte le utenze domestiche. Per l’irrigazione delle campagne di Capitanata, provvede il Consorzio di bonifica. Con Rossella Falcone,consigliera nei CdA di Aqp, con delega alla Sostenibilità, l’Attacco è entrato nel merito: “Aqp ha realizzato dei piani d’investimento importanti, a partire dagli impianti di depurazione per raffinare le acque e riutilizzarle per uso irriguo o industriale. Ce ne sono 5 già attivi nel barese e ne prevediamo 15 nel foggiano, impianti che saranno adeguati alla raffinazione delle acque reflue da usare in agricoltura.
Inoltre – ha continuato Rossella Falcone, già vice sindaco di Vieste – con i fondi del Pnrr, abbiamo programmato lavori di manutenzione e risanamento della rete di Aqp (la più lunga d’Europa), per ridurre, sempre più, gli sprechi”.
C’è altro, per arrivare all’acqua. Ogni giorno in tutto il mondo la dissalazione produce 108 milioni di metri cubi di acqua dolce, grazie ai 23.000 impianti concentrati per il 39% in Medio Oriente. In Italia ci sono già 340 dissalatori, quasi tutti nelle piccole isole: “I dissalatori si stanno valutando.
Il primo dovrebbe entrare in funzione a Taranto e l’altro, con i tempi tecnici, in provincia di Foggia – ha detto Falcone -. I dissalatori, tra l’altro, saranno alimentati con energia rinnovabile e faranno diminuire la nostra bolletta energetica e i costi di produzione, oltre a tutelare l’ambiente.
Intanto abbiamo un’ottima acqua che ci arriva dall’lrpinia, da Caposele, ma stiamo interloquendo con il Molise e l’Albania, per la gestione delle acque. La Puglia è l’unica regione che ha un’azienda sana, Aqp, che continua a erogare acqua nelle case di tutti, senza razionarla. Siamo un’azienda pubblica che investe gli utili da cui trae giovamento tutta la popolazione regionale, perché ha investito oltre 100 Euro a cittadino e ciò vuol dire lavori pubblici e, quindi, economia peri i territorio, oltre a mantenere basse le tariffe per l’utenza”
l’attacco