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TURISMO IN CRISI “NON È VERO OGNI ANNO LA STESSA STORIA”

Mentre i rappresentanti degli albergatori confermano una stagione sottotono il Sindaco il Vieste parla di presenze in linea con gli anni passati.

In Puglia si viaggia a tre velocità. Sold out nella Puglia centrale, situata strategicamente tra i due aeroporti principali, con il 100% delle camere prenotate. Poi segue il Salento attestandosi al 75% delle prenotazioni a causa di scelte politiche non adeguate, mentre il Gargano fa registrare il 60% delle camere occupate, principalmente per carenza di adeguato marketing comunicativo”, queste dichiarazioni di Enzo Di Roma, presidente di Assohotel Confesercenti Brindisi, rilasciate al Corriere del Mezzogiorno in questi giorni hanno fatto sì che infuriasse la polemica.

Contemporaneamente anche l’Attacco ha pubblicato un approfondimento relativo ad un primo sommario bilancio delle presenze di turisti a luglio e una previsione per agosto. Quello che alcuni imprenditori hanno raccontato confermerebbe che quella in corso è una stagione in chiaroscuro per il promontorio.

Giancarlo De Venuto, presidente di Assoturismo Assohotel Confesercenti Puglia, ha dichiarato anche ieri dalle colonne del Nuovo Quotidiano di Puglia che “agosto è iniziato malissimo per via della carenza di turisti italiani non soltanto nella nostra regione.

 Quest’anno c’è un problema strutturale economico e a ciò si aggiunge il deficit dei trasporti nella nostra regione, dove storicamente esiste una difficoltà reale nel raggiungere le destinazioni più recondite, ad esempio il Gargano e il mare di Vieste che è la prima destinazione a perdere di più del resto. Stanno perdendo tutti gli operatori tranne i prodotti del lusso della Valle d’Itria”.

Non ci sta il Sindaco di Vieste Giuseppe Nobiletti: “Adesso Basta! Ogni anno la solita storia. A metà stagione estiva partono i soliti articoli allarmisti sull’andamento dei flussi turistici della Puglia, del Gargano e di Vieste. Le analisi si fanno con i dati ufficiali, forniti dai Comuni e dalla Regione, non con isolate voci dì ‘piccoli osservatori’ o singoli operatori. I dati di Vieste sono assolutamente in linea con quelli dell’anno scorso, addirittura abbiamo un buon aumento a maggio ed un lieve aumento a giugno con un luglio stazionario. Il fatto che vi sia un calo dei consumi non vuol dire che sia determinato dal calo delle presenze. Per risolvere il problema dei consumi bisogna tornare ad una manovra sperimentata con successo dagli altri governi: il bonus vacanze. Far aprire le scuole un po’più tardi come si faceva un tempo potrebbe prolungare la stagione turistica. Invece di celebrare il nostro turismo e i nostri successi, tendiamo ad alimentare scenari catastrofici, azione offensiva nei confronti di tutte le persone che lavorano nel comparto, dei dipendenti e degli operatori. È ora di cambiare questa narrativa. É tempo di assumere tutti un atteggiamento più costruttivo e orientato al futuro. Lo merita Vieste, lo merita il Gargano, lo merita la Puglia”.

“BRAND GARGANO APPANNATO, SE A DIRLO È LA REGIONE DOVREBBE PIANIFICARE UNA STRATEGIA”

Sonò stati centinaia i commenti di addetti ai lavori e cittadini in questo infuocato weekend di agosto, ciascuno pronto a dare la propria versione dei fatti, a raccontare la propria esperienza in loco e a somministrare la ricetta (o la punizione) per risollevare le sorti del comparto. A conferma che dal punto di vista mediatico il tema è molto sentito e tocca varie sensibilità.

Lo sa molto bene Federico Massimo Ceschin, esperto di turismo di origine veneta ma pugliese d’adozione, project manager, consulente e autore di numerosi volumi sull’argomento, l’ultimo dei quali è intitolato La città diffusa del Gargano.

“in effetti non ha tutti i torti Nobiletti quando dice che ogni estate è lo stesso refrain – il commento di Ceschin raggiunto telefonicamente da l’Attacco -. io faccio turismo da quarant’anni e devo dire che a tutte le latitudini non si aspetta l’esito della stagione ma già a metà di essa ci si piange addosso”. D’altra parte è vero anche che quest’anno chi si lamenta non ha tutti i torti e non solo perché i flussi turistici paiono essere in flessione.

“C’è un segnale che andrebbe colto: l’aumento complessivo del turismo internazionale – ha rilevato l’esperto Le destinazioni che attirano turismo internazionale crescono: Stati Uniti, oceano Indiano, Kenya, Zimbabwe, Giappone crescono del 400%. La Grecia e la Spagna crescono tra il 9 e il 12%. L’Egitto che è considerata ormai nel Mediterraneo la destinazione migliore per qualità prezzo registra un più 250% di italiani, il che mi fa pensare che gli italiani, con l’Albania e quest’anno con l’Egitto, abbiano trovato soluzioni alternative alla Riviera romagnola, al Salento e ahinoi, al Gargano.

Che sconta il fatto, come ho già detto in altre occasioni, che perfino le istituzioni, quindi non il cittadino o l’operatore turistico, nei loro piani, scrivono a chiare lettere che il brand Gargano è appannato. Quindi è una questione di brand e di posizionamento nei mercati. Per cambiare questi due fattori occorrono investimenti da parte di tutti”.

Proprio sul marketing territoriale, o meglio sulla sua carenza, in molti hanno puntato il dito in questo ultimo turbinio di polemiche. Ma non sono mancate le repliche e le difese d’ufficio scattate per le strategie sin qui adottate.

“Vorrei capire dov’è e come si esplica il marketing territoriale del Gargano – la riflessione dì Ceschin -. Ricordo anni nei quali si è tentato di fare delle operazioni legate a dei segmenti innovativi, anche con eventi e promozioni nazionali e internazionali, per esempio legati alla bicicletta. Non vedo più cose del genere oggi. L’ho detto e scritto già in passato: dal mio punto di vista la modalità con cui Puglia365 o comunque l’attuale piano strategico della Regione premia i territori non guarda molto bene a Taranto e a Foggia. Se nell’incipit del piano si dice che il brand Gargano è appannato allora si deve investire di più, altrimenti il divario tra questo e altri territori è destinato a crescere. Un brand appannato vuoi dire attrattività ridotta, minore capacità degli operatori di accogliere e quindi di investire in innovazione e qualità.

 Partiamo da un altro punto di vista: invece di aspettare i dati ufficiali di Regione e Comuni, come suggerisce Nobiletti, che arriveranno ad aprile del 2025, perché non proviamo a contare quante sono le domande di operatori garganici per bandi regionali aperti in questo momento dedicati al turismo?”.

La risposta non troppo implicita non è edificante.

“E non possiamo dire che è tutta colpa di Bari perché i bandi danno pari opportunità di accedere ai benefici da Poggio Imperiale a Leuca. Ma se 9 domande su 10 vengono da Bari (costa, Valle d’Itrìa, Monopoli tanto per citare quelle più vivaci) o dal Salento e niente da Bat, Taranto e Foggia un motivo ci sarà. Vero è che individuare le responsabilità nel turismo è sempre difficile. Ma penso che nel momento in cui la Regione scriva che il brand Gargano è appannato, deve intervenire”.

A partire dalia predisposizione di una strategia di rilancio molto precisa.

“Di recente il nuovo presidente dì Camera di commercio, Pino Di Carlo ha parlato di brand Gargano e Daunia, credo sia partito con il piede giusto. Almeno per me è tale, probabilmente per un legame affettivo al concetto che, mi permetto di dire, ho inventato nei 2010 e portato in Regione. E’ da 20 anni che chiedo di smettere di parlare ora dì Tavoliere, alto o basso, ora di Capitanata, ora di Gargano, ora dì provincia, ora di Daunia.

 I mercati non le capiscono queste variazioni sul tema. Se ciascun brand fosse connesso a un’esperienza diversa, allora sarebbe anche ragionevole. Ma invece questo dimostra una polverizzazione degli operatori e anche, mi permetto di dire, degli operatori culturali. Quindi colgo con favore il fatto che il presidente abbia parlato dì un unico brand, al suo posto farei anche altro: chiamerei tutti i media e chi si occupa di comunicazione per concordare con loro che per i prossimi 5 anni si vada tutti insieme in un’unica direzione, con un solo brand”. Anche il ruolo delle amministrazioni locali non può essere marginale.

“Chiederei ai Sindaci come mai in questa settimana è in programma Festambiente, Orsara Jazz, Accadia Blues. Non mi capacito del fatto che un territorio non riesca a percepirsi in grado di accogliere, animarsi in un arco di tempo di almeno 40 giorni.

 Ho conosciuto un assessore regionale non pugliese mesi fa, la cui strategia che mi ha rivelato è stata: ‘basta che venga gente’. Ecco, finché ci sono questi assessori non andremo da nessuna parte, finché gli eventi sono programmati una settimana prima, anche se alla loro decima o quindicesima edizione, finché non si pianifica in un’ottica di insieme non ci sarà sviluppo”.

E in questo l’intervento della Regione potrebbe essere decisivo.

“Non credo netta lamentela dei figli e dei figliastri ma se l’ente dice che il brand è appannato, vede che non c’è capacità di progettare e partecipare ai bandi, vede che non c’è capacità di essere territorio allora deve venire qua, fare formazione seria, incontrare le persone, le imprese, i cittadini e investire di più, non in promozione ma in educazione, in cultura dei turismo e della sostenibilità, dell’accoglienza e dell’ospitalità. Mi chiedo e lo chiesto a molti politici locali, come è possibile che l’Its turismo abbia attivato un corso sulla blue economy a Manfredonia e 17 degli altri 20 siano tra Bari e il Salento? Non sono campanilista ma si può accettare una cosa del genere soprattutto se, lo ripeto per l’ennesima volta, è la stessa Regione a parlare di brand appannato?”.

Nonostante tutto gli operatori provano a riqualificare, investire, infrastrutturare. Ma non basta, in particolare in certe aree del Gargano completamente sottoutilizzate, secondo Ceschin, che al contrario potrebbero essere decisamente attrattive, ove valorizzate. Come ad esempio le zone di Lesina e Capoiale.

“In Sicilia, vicino Marsala in un contesto simile, con le stesse condizioni di partenza hanno fatto cose meravigliose ed oggi è la seconda destinazione in Europa per gli appassionati di kitesurf, grazie alla cooperazione di tutti i Comuni ogni anno si tiene un testi vai che richiama gente da tutto il mondo. Mentre qui ci accontentiamo dì tarantelle e notti bianche peraltro organizzate negli stessi giorni e che non hanno alcuna utilità nel posizionamento del territorio”.

Nel frattempo il turismo è cambiato, i viaggiatori non si accontentano più del mare, vogliono vivere una vera esperienza e sono disposti a pagarla profumatamente. “Nascono comitati contro il turismo e questo non deve e non può verificarsi. Quando un turista viene percepito come un nemico, come una cavalletta, vuol dire abbiamo sbagliato tutto perché il turismo nei prossimi 15 anni diventerà la prima economia del pianeta e d’Italia.

 Le stime dell’Organizzazione mondiate dei turismo dicono che se oggi accogliamo 1.34 milioni di turisti, nel 2040 saranno 200 milioni-. Il fatto che questo territorio sia ancora poco antropizzato, che ci sia cultura vera, patrimonio culturale, paesaggio, cibo genuino, potrebbe rispondere proprio a quella richiesta di turismo di emozioni che sta crescendo. L’essere rimasto autentico potrebbe essere la miniera d’oro di questo territorio, se non perde anche questo treno”.

Però bisogna cambiare rotta, con una cabina di regia che coordini il lavoro di costruzione dell’offerta.

“Serve un salto di qualità che è alla portata della Daunia. A patto che ci sia integrazione e cooperazione. Questo è l’ostacolo più duro, visti i tentativi falliti dei passato. Ecco perché dico che la Regione dovrebbe avere un ruolo guida. E in assenza della Regione, la Camera di commercio potrebbe essere l’ente adatto.

 Non meno importante il ruolo dell’università di Foggia che al momento però non sembra aver assunto e anche su questo mi interrogherei. Occorre cercare la coralità delle azioni seduti ad un tavolo, tutti insieme. Ma non ora, non è questo il momento delle polemiche, questo il momento dell’accoglienza, dell’ospitalità, del servizio.

 Per poi certamente ripartire, infine, mi permetto di dirlo a tutti: basta con la promozione, non è di promozione che abbiamo bisogno, la soluzione è lavorare sulla domanda, studiarla, conoscerla e concentrarci sul travel design, ovvero sul disegnare prodotti in funzione della domanda”.

“NUMERI STAZIONARI MA ATTENZIONE A CONCORRENZA ESTERA”

Nessun calo, i numeri delle presenze sono in linea con quelli dello scorso anno: questo il messaggio lanciato da diversi operatori del garganici del settore in coda agli articoli di stamoa pubblicati in questi giorni .

A loro si aggiunge anche Paolo Rosiello, titolare dello storico villaggio Scialmarino di Vieste, già componente di giunta in Camera di Commercio a cui l’Attacco ha chiesto un punto di vista.

“Credo siano polemiche abbastanza inutili – ha detto in premessa l’imprenditore -. il Gargano ha vissuto molti anni di crescita, adesso è in una fase stazionaria. Detto questo dobbiamo comunque attenzionare alcuni fenomeni. Innanzitutto la concorrenza forte di Albania, Grecia e della Croazia.

Parliamo di Paesi in cui la pressione fiscale è più bassa della nostra, così come il costo del lavoro è inferiore a quello che affrontiamo in Italia. Naturalmente è giusto che ciascuno di noi dia il proprio contributo pagando le tasse ma altrove in tal senso sono più avvantaggiati e di questo dobbiamo tenerne conto’’.

Non solo, rimarca Rosiello, riferirsi ai numeri dei posti letto occupati non è indicativo delle presenze: “Di anno in anno la disponibilità di posti aumenta, non venderli tutti non significa che ci sia meno gente. Senza contare che si registra una crescita notevole di strutture abusive, c’è molto nero e quei numeri restano sommersi. Dobbiamo quindi fare molta attenzione a questi fenomeni che in futuro potrebbero creare problemi più seri considerando poi che la domanda oggi è cambiata. Oggi c’è una nuova forma di turismo. I clienti restano dalle nostre parti per due o tre giorni, non ci sono più le villeggiature da uno o addirittura due mesi, ciò nonostante il Gargano regge e mantiene il suo trend. E’ chiaro che qualche piccolo alto e basso si registrerà sempre ma è una cosa fisiologica l’avvicendarsi di stagioni più positive con altre che lo sono meno”.

Numeri in linea con gli anni precedenti anche per luglio a detta di Rosieilo che confuta quanto raccontato nei giorni scorsi su queste colonne da altri operatori economici del settore.

Quanto ad agosto è presto per dirlo, anche perché, rimarca l’imprenditore, molti effettuano prenotazioni last minute, a differenza di quello che accadeva in passato quando i soggiorni venivano fissati con mesi di anticipo.

“Alla fine si riempiranno anche gli ultimi buchi rimasti – ha aggiunto – quindi temo che questa polemica serva solo a creare differenze e per questo, ripeto, sono inutili. Noi operatori pensiamo alle cose più concrete e a quello che dobbiamo fare per il futuro attrezzandoci per non perdere la fetta di mercato che ci appartiene e che ci fa apprezzare in Italia e all’estero. Dobbiamo stare sul pezzo”.

Ma alla fine anche Rosiello ha ammesso che un leggero calo dei consumi nelle attività commerciali si registra. “Il momento è molto delicato, qui arriva una tipologia di clientela che appartiene al ceto medio, in grado di sopportare costi medi ed entro certi limiti ma a parte questo anche la solita storia che i prezzi qui aumentano a dismisura la sentiamo da 30 anni, E anche questa è una leggenda metropolitana. Siamo in linea, gli imprenditori valutano il giusto e se qui continua ad arrivare regolarmente gente e c’è il pienone ogni fine settimana vuol dire che questo rincaro non è stato poi così tanto percepito”.

L’impegno degli imprenditori è comunque assicurato, anche se a volte il percorso è in salita e si sente la mancanza di infrastrutture efficienti.

“Facciamo del nostro meglio per migliorare la qualità dell’offerta e lo facciamo senza aiutini, qui ci sono operatori molto bravi, grazie ai quali anche il Gargano fa la propria parte nel dare lustro alla Puglia tanto quanto altre zone della nostra regione. Purtroppo a volte siamo vittime del nostro stesso autolesionismo, non solo nel settore del turismo ma anche in altri ambiti in cui disponiamo di importanti eccellenze.

 Dobbiamo quindi essere noi per primi a difendere la nostra provincia per poterla sollevare da quegli ultimi posti nelle classifiche che in verità non ci appartengono. Questo sostegno è utile anche per dare fiducia a noi operatori, spesso maltrattati ma che con le nostre imprese contribuiamo alla crescita di una parte dell’economia di questo territorio.

 Noi ci sforzeremo anche in futuro a fare di più e meglio e se quest’anno arriveranno 2 milioni di turisti, l’anno prossimo dovremo puntare a 2 milioni e 500 mila. Anche con il contributo delle iniziative culturali che si stanno moltiplicando.

Il mio caro e compianto amico Carlo Nobile iniziò questo percorso vent’anni fa dando un valore aggiunto all’offerta, comprendendo che al turista non sarebbe bastato più solo il mare. Investire nella programmazione di eventi quindi serve sicuramente ma, come detto, non dobbiamo sottovalutare cosa accade negli altri Paesi per non farci cogliere impreparati”, il monito di Rosieilo.

l’attacco