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STAGIONE TURISTICA SUL GARGANO, TREND POSITIVO O NEGATIVO? SI ACCENDE IL DIBATTITO

Acceso il dibattito su chi afferma una minore presenza di turisti e chi, invece, sostiene il contrario invocando maggiore prudenza sui numeri.

Le spiagge garganiche ancora al centro della lente d’ingrandimento del quotidiano l’Attacco che in questi giorni sta dando voce a decine di imprenditori turistici e amministratori locali per capire l’andamento della stagione targata 2024 entrata ormai nel pieno della sua attività.

Acceso il dibattito su chi afferma una minore presenza di turisti sulle ormai celebri e rinomate coste garganiche e chi, invece, sostiene il contrario paventando maggiore prudenza nel dare numeri “affrettati” e non ufficiali nel pieno della stagione, in un momento cioè talmente delicato che anche un piccolo anello potrebbe causare grossi guai all’intera catena.

Insomma ci si aspetta che in questi giorni il “motore Gargano”, che dovrebbe ormai entrare a pieno regime, proceda spedito come una Ferrari in pista, ma si teme che anche una singola spia potrebbe frenare questa corsa. “Non crediamo al trend negativo di questa stagione – fanno sapere alcuni imprenditori che operano sul Gargano – anzi.

Aspettiamo l’arrivo dei dati ufficiali di settembre per capire cosa è realmente accaduto”.

Se è vero ciò che è vero, e cioè che la processione sì vede al suo ritorno, non possiamo di certo scordare che anche una spia accesa sul quadro motore è sintomo di qualche malessere. Il quotidiano l’Attacco sta cercando di misurare la “temperatura” di questa nuova stagione estiva attraverso un termometro per eccellenza, quello dato dagli stessi operatori turistici che operano di fatto sul territorio e che materialmente toccano con mano la vicenda, hanno cioè un quadro più chiaro della situazione. Favorevoli o contrari al trend di quest’altra stagione, sono venuti fuori alcuni indicatori che accomunano un po’ tutte le voce ascoltate: innovazione, marketing e rete. Capiamo come.

“IL PORTO DI RODI GARGANICO NON È MAI STATO COSÌ PIENO DI BARCHE COME QUEST’ANNO. PURTROPPO GLI OPERATORI NON FANNO RETE”

Se c’è qualcosa che funziona senza ombra di dubbio è proprio il porto che non ha mai registrato cosi tante imbarcazioni né in quantità né in dimensione come quest’anno – esordisce il direttore

dal punto di vista della nostra clientela siamo più che soddisfatti, abbiamo servizi di qualità e questo viene recepito dalla clientela nazionale e internazionale.

Qualche giorno fa ho ricevuto una barca di ungheresi che doveva restare due ore e alla fine si è fermata quattro giorni, ciò significa che la struttura è all’altezza delle loro aspettative e forse anche di più. Ci sono tanti alberghi di zona che sono nelle stesse condizioni dello scorso anno, qualcuno forse anche meglio – ribadisce. La dichiarazione di un albergatore è sicuramente legittima. ma non può rappresentare tutto il Gargano.

Siamo ormai alla prima settimana di agosto, credo sia prudente fare una valutazione a fine stagione perché anche negli anni scorsi abbiamo assistito ad un calo di presenze poi recuperato tra agosto e settembre. C’è poi da aggiungere che la crisi colpisce un po’ tutti ai livello nazionale. La verità è che il Gargano è sì un’identità riconoscibile dal punto di vista e geograficamente, ma da soli non si va da nessuna parte. Resta poco conosciuto negli Stati Uniti d’America, ad esempio. Ognuno quindi deve fare il proprio mestiere, gli imprenditori devono fare impresa e il pubblico deve occuparsi della cosa pubblica: non si può pretendere che sia l’amministrazione pubblica a fare marketing territoriale quando poi l’impresa è completamente assente in termini collettivi, ognuno pensa per sé.

Ciascun imprenditore deve avere poi la capacità, la dedizione e l’intelligenza di aggregarsi e

di fare azioni di marketing collettive sistemiche che vanno ben al di là del proprio orto e del proprio comune. Dobbiamo fare rete – si appella Masiero – purtroppo però, anche questo sarà l’ennesimo richiamo che cadrà nel nulla.

Negli ultimi due anni ho organizzato tre riunioni invitando ben 30 operatori. Se ne sono presentati in 6, nella migliore delle ipotesi. Bisogna lasciare spazio all’impegno verso azioni collettive, cacciando anche dei soldi, presentandosi alle fiere internazionali del turismo, nel fare un portale che manca, essere insomma identificabili – su tutti ì livelli – dall’utente, dal consumatore.

L’estate non è finita, aspettiamo la fine e tiriamo le somme. Dobbiamo cominciare a pensare di avere strutture più alte qualitativamente di quelle che abbiamo – conclude – ci sono strutture che arrancano. In una delle riunioni avevo proposto agli albergatori di creare una suite all’anno. Con un piccolo investimento. In 5 anni ci saremmo ritrovati con 5 suite in ogni albergo innescando quei percorso virtuoso che fa sì che il cliente che ha capacità di spesa medio-alta arrivi qui”.

Sulla vicenda anche Massimo Vitale, direttore del Rodi Resort unico 4 Stelle del paese, docente di marketing turistico all’Università di Venezia. “Sono tornato in Italia da circa 18 mesi, ho lavorato all’estero per 30 anni. Ho conosciuto ambienti di lusso e di extralusso, l’Arabia Saudita è quella che sa investendo maggiormente in questo settore, spendendo miliardi di dollari. Arrivo da realtà dove le cose succedono, non si perde tempo a lamentarsi.

 Mi ha sempre colpito la “questione Italia” da sempre vocata al turismo ma dove si fatica poi a creare servizi all’altezza della situazione. La nostra struttura è un po’ diversa proprio perché arrivo da quel tipo di mentalità – aggiunge. Purtroppo non si fa rete, né si creano condizioni per un turismo di qualità, e mi riferisco alla creazione di un marketing fatto da tutti gli imprenditori, eventi per destagionalizzare e non solo. Oltre al mare Rodi non ha molto da offrire, eppure a marzo, ad esempio, il suo clima è certamente migliore dì quello di Amburgo. Dunque ci sarebbe la possibilità di attrarre anche una clientela straniera, ma dall’altra parte ci deve essere l’azione degli attori chiamati in causa. Manca quindi l’associazionismo, non si lavora su progetti condivisi per attrarre turisti, l’offerta non è all’altezza. Spesso si fa turismo come negli anni ‘60, manca l’innovazione.

 Si aspettano i clienti, come accadeva decine di anni fa. Manca il marketing del prodotto Gargano, non si ha idea di cosa sia. Si urlano problemi ma non si ha poi la volontà di risolverli. A Rimini gli albergatori si sono associati e d’inverno, quando non tutti gli alberghi possono riempirsi, decidono a rotazione quali aprire e gli incassi vengono divisi con chi resta chiuso. Immaginate quanto si è lontani da quella realtà”.

ANGELICCHIO: “VILLAGGI TURISTICI PIENI, LA DIFFERENZA RISPETTO AGLI ANNI PRECEDENTI STA NELLA CAPACITÀ DI SPESA DELLE PERSONE”

Ad offrire una riflessione su quanto sta accadendo sul Gargano anche il Sindaco di Rodi Garganico. Carmine d’Anelli. “Una rondine non fa primavera – dice. I conti si fanno a settembre, quando la Regione Puglia pubblicherà i dati ufficiali, non a fine luglio. Anche perché negli anni precedenti hanno detto la stessa cosa. Qualche anno fa abbiamo registrato qualcosa in più anche dovuta al Covid, allo stato in cui stavamo vivendo quel periodo.

Voglio però ricordare che le stagioni non sono mai prevedibili, ogni anno è diverso dall’altro. Ma dire che si parla di 40% in meno, significa dire che su 100 persone ne sono arrivate 60. Sono convinto che alla fine avremo gli stessi dati dell’anno scorso, un albergatore di Rodi che ha pure tre attività su Peschici mi ha riferito che ha lavorato a luglio meno bene, intendendo però non che abbia registrato meno persone rispetto al 2023, ma che se ne aspettava di più di quelle che poi ha realmente avuto. Molto spesso le attese non realizzate fanno ragionare come un trend negativo.

Qualche sera fa ho dovuto aspettare oltre 20 minuti per prendere una pizza a Rodi – confida il Sindaco – ha ragione Masiero ad arrabbiarsi, il porto di Rodi non ha mai avuto tanto successo come lo sta avendo in questi anni in cui si è registrato un trend in crescita notevole. Anche il discorso dei marketing lascia il tempo che trova – aggiunge d’Anelli – non è più tempo del dépliant, o di fare pubblicità in televisione.

Internet ha appiattito tutto; sulla rete non c’è dubbio che serve un percorso maggiormente collaborativo, sotto ogni punto di vista. Anche i media dovrebbero cercare di essere maggiormente prepositivi, non di nascondere le cose, per carità. Tutti però dobbiamo remare dalla stessa parte per far crescere un territorio, comuni, albergatori e media”.

Ad essere contattato da l’Attacco anche un altro operatore che si occupa di escursione sul Gargano, lui è Leo Angelicchio, di Navitremiti. “Grosso modo ci siamo con i numeri dell’anno scorso – riflette. Partiamo però dal presupposto di scordarci estati come quelle del 2020 e del 2021, due stagioni anomale che non torneranno. Con la pandemia e con l’estero chiuso abbiamo registrato tantissima gente, quegli anni ci avevano un po’ illuso. La differenza sta nei consumi, le persone ci sono nei villaggi, così come nelle strutture alberghiere, ma non spendono.

C’è mancanza di liquidità per il superfluo, non per la vacanza. Grazie a sconti, promozioni anche per bambini, riusciamo a mandare ì turisti alle Tremiti.

Le strutture sono piene – ribadisce Angelicchìo – e sono oggi capaci di offrire tutto ai propri clienti. Offrono servizi a 360 gradi, market, ristoranti.

Per andare incontro a questa situazione delle famiglie italiane abbiamo abbassato i prezzi e fatto promozione – ripete l’imprenditore – solo così riusciamo a lavorare. Ciò che manca davvero è il consumo”.

A prendere nuovamente posizione sulla vicenda è lo stesso Pino Veneziani, titolare del fido Propulsione di Rodi. “Che la capacità economica delle famiglie si sia ridotta è un dato di fatto che abbraccia l’intera nazione, non solo il nostro territorio.

E ribadisco anche che la vetrina del G8 ha in qualche modo spostato una fetta di turisti verso le coste più a sud della Puglia. Credo inoltre che dopo il Covid, dopo tutto quanto abbiamo vissuto in quegli anni, la gente abbia deciso di riaffacciarsi verso paesi esteri ma, attenzione, non a causa di una nostra incapacità di attrarre clientela, sia chiaro. Come deve essere chiaro che prendo le distanze dal quel fatidico 40% in meno registrato nel nostro paese, un trend che, onestamente, non condivido”.

l’attacco