A Ferragosto si risveglia in ogni uomo sensibile il “sogno di una notte di mezza estate”.
Guardando in alto verso il Cielo stellato siamo presi da una forte e intensa commozione e pensiamo al Sole e alla Luna. Sentiamo dentro di noi, intimamente, nella nostra mente e nel nostro cuore un’angelica sinfonia di verità e amore per tutti gli uomini mentre con il nostro corpo nuotiamo dolcemente in mezzo al mare calmo della sera.
Sono i ricordi di una notte magica e di una nostalgia di futuro.
Bussa alla porta della mia vita di prima l’antica saggezza di Topo Gigio il quale soleva dire: “Il SOLE se ne va, domani tornerà… se me ne vado io, non tornerò mai più”. Il mio E. Mounier pensava alla LUNA ed era solito dire: “Felice l’uomo che ogni sera può scoprire il dialogo tra la LUNA e i tetti delle case degli uomini e non lo dimentica tra i lampioni delle Città”.
S. Francesco di Assisi nominava il Sole e la Luna “Fratello Sole, Sorella Luna.” Nel mio piccolo angolo prospettico ricordo e apro un panopticon di luce orante e illumino con uno sguardo misericordioso le tante persone, vicine e lontane, visibili e invisibili, note e ignote che soffrono in questo triste mondo globale e mi viene di dire con forza che “l’essenza del dolore è l’uomo che soffre”.
Cari fratelli di questa riva e di questa notte: “pensiamo a loro e, come diceva Gesù di Nazareth nel discorso della Montagna, saremo BEATI”.
Buon Ferragosto.
Luciano Nicastro
filosofo-sociologo