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VIESTE/ GIULIO LAGANELLA, LA SUA STORIA DI DEPORTATO NEI CAMPI E SOTTOCAMPI DI CONCENTRAMENTO, LA SUA FINE MISTERIOSA.

 Questo  viestano  è stato la chiave di ingresso per un viaggio nella memoria dell’Orrore del nazifascismo che ha funestato il Novecento.

Giulio Laganella è stato il protagonista della serata che il 20 agosto scorso ha riunito nel piazzale della chiesa del Santissimo Sacramento chi ha compiuto ricerche sulla sua vita e sulla sua sorte, chi coltiva il valore della Memoria, chi non può o non vuole dimenticare il Grande Male del secolo scorso. 

La serata è stata organizzata fin nei dettagli dall’associazione Serenata alla Tarantella presieduta da Saverio Coda.

Piero Paciello direttore del quotidiano L’Attacco e nipote di Giulio Laganella ha lanciato la Proposta di  aprire a Vieste la sede dell’Associazione dei deportati del centro sud e ha coordinato gli interventi che hanno visto portare sul palco le testimonianze della ricerca sulla vita e sulla morte di Laganella. A partire da Donatella Paciello e Nina Fasani, rispettivamente nipote e pronipote del viestano deportato.

Carmine Festa, caporedattore del Corriere della Sera e responsabile del Corriere Torino, ha illustrato l’esperienza di un suo recente viaggio ad Auschwitz e Birkenau. Presente alla serata anche Carmela Laganella, figlia di Giulio, che ha ascoltato in silenzio tutti e tutto il racconto di una memoria che Vieste non vuole perdere insieme a quella dei 68 prigionieri dei nazisti ai quali Marcello Clemente, leggendone i nomi, ha chiesto di dedicare strade e piazze della città garganica.

Un atto d’amore, un omaggio al sacrificio e alla memoria sollecitato all’assessora Graziamaria Starace, titolare della delega comunale alla cultura.

Il valore della memoria e l’educazione al ricordo sono stati i cardini degli interventi di Carmela Di Giovanni, responsabile di cultura e tradizione della associazione presieduta da Coda (strepitosa Melina nella cura della serata con tutti i simboli i documenti e  nell’esecuzione del brano Lili Marlene cantato in un perfetto tedesco) e della professoressa Giusi Toto, docente di didattica e pedagogia speciale all’Università di Foggia e di Eleonora Mafrolla vicepreside della Scuola Media Dante Alighieri-Spalatro.

Tutte impegnate nella cura del valore della memoria insegnato ai giovani che hanno vissuto nel privilegio di non aver dovuto affrontare l’Orrore nazifascista ma che avrebbero vite meno complete se ne ignorassero il significato. La serata è stata accompagnata dalle musiche del gruppo Folk La V’stsen e dalla preghiera per la pace di Giovanni Paolo II che don Tonino Baldi, parroco del Santissimo Sacramento ha offerto ai presenti che l’hanno ascoltata in piedi in un momento di intensa riflessione.

Riflessione che deve continuare. A Vieste come in tutto il mondo. Perché l’Orrore non abbia più diritto di abitare il nostro pianeta. 

Carmine Festa

Caporedattore Responsabile  Redazione Torino  

Corriere della Sera