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PESCHICI/ IL SITO PREDA D’INCURIA DOPO UN PERIODO FELICE DAL GROTTONE DI MANACCORA SONO FUGGITI ANCHE GLI DEI E REGNA IL NULLA

Un luogo di interesse archeologico dagli anni ’30 a cui si è tentato, nel corso degli anni, di dare una qualche valorizzazione.

La chiamano anche “Grotta degli dei” sebbene dall’incuria che si vede in giro pare la grotta dell’età del bronzo più ignora­ta del mondo. È la cavità natu­rale che si affaccia sulla baia di Manaccora, il cosiddetto “grottone”, luogo di interesse arche­ologico dagli anni ’30 a cui si è tentato, nel corso degli anni, di dare una qualche valorizzazio­ne. Lo testimoniano il gazebo strappato, i cartelli sui progetti culturali, i percorsi per la visita. È rimasto solo mare, insomma, in quel lembo di terra dove antiche popolazioni scelsero di stabilirsi lasciando l’entroterra. La fortuna di avere altro al di là della spiaggia, un uni­cum, è stata colta per un bre­ve periodo, anche con molte difficoltà visti gli atti vandalici subiti in varie fasi.

Eppure, dagli inizi degli anni duemila, qualcuno ha tentato di farci altro, con le scuole, con i laboratori, con una fruizione “destagionalizzata” di cui tanto si ciancia, oggi, a proposito di turismo. Gli oggetti che furono rinvenu­ti nel sito danno un’idea delle attività domestiche tradizio­nali, tessitura, lavorazione dei derivati del latte, fusione di oggetti metallici.

Sulle pareti e sul fondo della grotta furono realizzati ipogei. Non c’è più traccia di alcun interesse per il luogo dal 2015, più o meno, cioè da dopo che l’associazione foggiana Mira e la Provincia di Foggia vinsero il bando regio­nale “Principi attivi” 2010 e ria­prirono la zona alle visite.

Alla fine degli anni ’90, sindaco di Peschici Francesco Tavaglione e presidenza del Parco del Gargano di Matteo Fusilli, con un partenariato che mise sul piatto qualche miliardo di lire, il sito archeo­logico venne aperto al pubbli­co. “I turisti usavano gli elmetti e ascoltavano in varie lingue la spiegazione del sito man mano che procedevano.

 Prima di allora il sito era solo per ap­passionati studiosi. Sono stato uno dei primi a valorizzare quell’area prendendo le criti­che di qualcuno perché avrei speso soldi del Comune per . delle ‘pietre’”, dice l’ex sindaco, oggi consigliere comunale.

Tavaglione ritorna al go­verno della città dal 2013 al 2023. Era assessore provincia­le alle politiche educative e al turismo Bilia Consiglio, che credette nel progetto intro­ducendo, con esperti, laboratori didattici di “archeologia sperimentale” alla scoperta di quello che accadeva nella Preistoria. Un grande gazebo acco­glieva gli ospiti.

Finita la convenzione con l’associazione Mira, il sito è sta­to più volte oggetto di distru­zione. “Chiedemmo 150mila euro, o giù di lì, dagli avanzi di bilancio al Parco del Gargano per rimetterlo in sesto. Erano gli anni tra la fine della pre­sidenza Pecorella e l’inizio di quella di Pazienza. Non sono mai arrivati”.

 Oggi Tavaglione ritiene che 200-250mila euro sarebbero sufficienti per ri­portare in vita la “Grotta degli dei” di cui, nella salita per rag­giungerla, è stata mantenuta per quanto possibile, conside­rando le orme dei bagnanti, la duna originaria.

“C’erano anche il progetto di valorizza­zione della parte sovrastante, sulla grotta, forse poteva dar fastidio a qualcuno”.

L’anno scorso il comune di Peschici, con il nuovo sindaco Luigi D’Arenzo, ha convocato il partenariato economico-sociale comunicando la volontà di partecipare a un bando re­gionale “Interventi per la va­lorizzazione e la fruizione del patrimonio culturale – Grottone di Manaccora”.

Le proposte progettuali erano finalizzate alla “valorizzazione e restauro dei luoghi della cultura” sulla base delle delibere di giunta regionale. D’Arenzo parla an­che di “bando ministeriale per 700-800mila euro, non andato a buon fine”.

Anche lui si rivolge al Par­co. “Abbiamo richiesto 55mila euro al Parco del Gargano so­prattutto per l’illuminazione. Solo questo impianto costa circa 30mila euro. In 10 anni di incuria è andato tutto di­strutto. È inagibile, quindi non può essere gestito al momento.

 L’idea era quella della valoriz­zazione anche degli ipogei che non sono stati mai considerati. Il presidente Pasquale Pazien­za conosce bene il problema, il finanziamento avverrebbe con degli avanzi di amministrazio­ne dell’ente. È importante per noi rimettere l’area in una frui­bilità turistica, abbiamo anche pensato a un parco letterario.

Aspettiamo anche la nuova presidenza dell’Ente Parco per riparlarne”. L’Ente, fra l’altro, ha già redatto il piano trien­nale delle opere pubbliche e la presidenza di Pasquale Pazien­za è scaduta nella prima deca­de di agosto. Si sta pensando a chi potrebbe succedergli, even­tualmente.

“Il grande ipogeo naturale – scrive l’ente Parco descrivendo il sito- è stato usato perfino come stalla per il ricovero sta­gionale degli animali e detur­pato dal lavoro delle ruspe per lo spianamento dei divisori a secco.

Per ironia della sorte, oltre che dall’incuria delle sopraintendenze, il grottone di Manaccora è stato purtroppo danneggiato dall’attenzione dei ladri di reperti che hanno sistematicamente profanato le tombe per trafugare oggetti e testimonianze”.

paola lucino

quotidiano di foggia